DOSSIER ASSEMBLEE dei CITTADINI L’effettiva partecipazione dipende dal modello adottato Dalla semplice consultazione alla deliberazione

DOSSIER ASSEMBLEE dei CITTADINI L’effettiva partecipazione dipende dal modello adottato

Dalla semplice consultazione alla deliberazione

In che misura i cittadini possono essere coinvolti nelle scelte che i decisori politici compiono per raggiungere specifici obiettivi? Nelle principali democrazie occidentali sono stati messi a punto strumenti partecipativi con l’obiettivo di offrire la possibilità ai cittadini di prendere parte attivamente a processi consultivi e discussioni che possono influenzare le decisioni pubbliche su temi di rilevanza sociale (es. cambiamento climatico, vaccini e trattamenti sanitari, biotecnologie, nanotecnologie, intelligenza artificiale, ecc.).

In pochi decenni le pratiche partecipative si sono moltiplicate e hanno assunto molteplici forme. Il progetto ISEED – Inclusive Science and European Democracies, coordinato dall’Università Cà Foscari di Venezia, ha condotto una mappatura delle pratiche partecipative e deliberative presenti in Europa. 

La ricognizione effettuata da Observa Science in Society con il coordinamento di Giuseppe Pellegrini e Chiara Piccolo, ha compreso le iniziative e i progetti già conclusi o attualmente in corso. 

“La classificazione delle iniziative di partecipazione  – afferma Giuseppe Pellegrini, presidente di Observa – ha considerato tre elementi: l’obiettivo (che può variare da informare, consultare o deliberare); la tipologia di partecipanti (cittadini, esperti o policy maker) e il ruolo assunto dal cittadino nel processo (passivo-intermedio-attivo)”. Considerando tali criteri abbiamo individuato sessantaquattro  strumenti e pratiche d’uso nel contesto europeo che coprono un ampio ventaglio di esperienze di partecipazione.”

Fig. 1. Le forme di partecipazione e deliberazione sulla base delle finalità e del ruolo dei cittadini. (Fonte: progetto ISEED 2022)

Solamente informare… 

Sul versante rivolto maggiormente a informare, i ricercatori di Observa hanno individuato pratiche come la Science week, il Technology assessment e il Civic dialogue che sono degli eventi con l’obiettivo di comunicare la scienza rivolti a un vasto pubblico. 

La Science week, per esempio, è una settimana dell’anno che offre un fitto calendario di mostre, visite guidate, caffè scientifici, conferenze, dibattiti e workshop rivolte al vasto pubblico. Il Technology assessment è un processo interattivo e comunicativo più strutturato che mira a contribuire alla formazione dell’opinione pubblica e politica sugli aspetti sociali della scienza e della tecnologia; mentre i Civic dialogue sono discussioni facilitate per costruire consenso e l’impegno su temi complessi e controversi. I dialoghi civici  sono stati talvolta utilizzati per stabilire priorità per le agende a livello nazionale su questioni quali l’energia ma soprattutto per affrontare questioni a livello regionale e locale.

“Simili iniziative, però – osserva Pellegrini – relegano il cittadino in un posizione di passività rispetto al processo comunicativo poiché è previsto che i cittadini debbano essere informati dagli esperti ma con i quali non è previsto vi sia alcun tipo di confronto e dibattito“.

consultare

Tra le pratiche finalizzate a consultare i cittadini per ottenere punti di vista utili a suggerire indicazioni politiche, si possono riconoscere strumenti come le Citizens’ juries (giurie di cittadini) e i Deliberative polling (sondaggi deliberativi). 

Questo tipo di strumenti si fonda sul principio che anche le persone non esperte, ossia sprovviste di conoscenze specialistiche, possiedano comunque delle competenze che possono rivelarsi utili. 

Nel caso delle Citizens’ juries i cittadini vengono selezionati per confrontarsi su un problema che presenta diverse possibilità di soluzione e giungere infine a una decisione comune. 

I sondaggi deliberativi, invece, combinano la discussione e la deliberazione su questioni di politiche pubbliche attraverso la formazione di piccoli gruppi statisticamente rappresentativi. 

In ambedue i casi, la consultazione dei cittadini  non è vincolante per i decisori politici ma rappresenta un elemento per la formulazione di scenari possibili. 

… deliberare

Tra gli strumenti che hanno invece l’obiettivo di “deliberare”, ossia di giungere a conclusioni che impattano direttamente sui processi decisionali, si annoverano le Citizens’ assembly (assemblee dei cittadini), le  Consensus conference e il Participatory budget, che in Italia è noto come “Bilancio partecipativo”. 

Per le Citizens’ assembly i cittadini vengono selezionati sulla base di criteri come quelli socio-demografici, per essere rappresentativi della popolazione di riferimento e, con l’aiuto di facilitatori e professionisti, acquisiscono informazioni e conoscenze su un argomento, discutono sulle opzioni di scelta e formulano raccomandazioni che saranno il corpo centrale del processo decisionale. 

Lo scopo della Consensus conference, invece, è quello di arricchire e ampliare un dibattito per definire l’agenda politica o per evidenziare i punti di partenza e i criteri per la valutazione di un’area problematica.

Infine, il “Bilancio partecipativo”, utilizzato da molte amministrazioni comunali, concentra maggiormente l’attenzione su processi di coinvolgimento che permettono ai cittadini di influire sulle scelte riguardanti i bilanci locali, le priorità di investimento e la spesa economica.

“Va da sé – conclude il presidente di Observa , che quanto illustrato si fonda sulla relazione tra lo scopo dello strumento e il ruolo dei cittadini. Pertanto, l’obiettivo di una pratica deve andare di pari passo con il livello di coinvolgimento dei cittadini.”

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