Green e libre: verde e libera, così dovrebbe essere, negli intendimenti dell’Unione europea, la ricerca scientifica europea in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La via cosiddetta verde prevede, infatti, che i suoi contenuti in formato digitale siano disponibili negli archivi istituzionali aperti e in Creative Commons per una libera condivisione.
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I siti analoghi di altri pianeti sono nel Sud del Mondo, ma troppo spesso si studiano con “ricerche elicottero” neocoloniali
“Sono ambienti estremi da rispettare coinvolgendo scienziati e popolazioni locali” Cavalazzi e Franchi su Nature Astronomy
Coinvolgere gli scienziati locali, creare reti tra loro, rispettare il territorio e collaborare con le popolazioni indigene che lo abitano: queste le buone pratiche per l’accesso e il campionamento di ambienti estremi – come deserti, ghiacciai e fondali marini – analoghi a quelli della Terra primordiale o di altri pianeti.
La scienza è fondamentale per conseguire gli obiettivi dell’Agenda Onu. Ma nelle situazioni di controversia, polarizzate e di incertezza le decisioni sono complesse e difficili
Ne abbiamo parlato con Nico Pitrelli, responsabile del prossimo Convegno di comunicazione della scienza
“Se da una parte la conoscenza scientifica non è certo l’unico elemento di cui tener conto per cercare di dipanare le articolate dinamiche sociopolitiche della sostenibilità ambientale, delle epidemie, della povertà o delle disuguaglianze economiche, non ci sono dubbi riguardo al suo ruolo speciale nella possibilità di affrontare problemi complessi, di valutare soluzioni o, semplicemente, di dare significato alla discussione pubblica su temi di difficile, se non impossibile, soluzione”. Così Nico Pitrelli, responsabile scientifico e organizzativo del Convegno nazionale di comunicazione della scienza organizzato dal Laboratorio interdisciplinare per le scienze naturali e umanistiche della SISSA di Trieste, delinea il ruolo che la scienza occupa nell’affrontare le grandi tematiche che sono al centro dell’Agenda Onu 2030.
Donne e ricerca. Per la qualità serve inclusione: il progetto di Unife
In giugno, Ragazze Digitali ER: l’orientamento all’informatica e alla programmazione per le studentesse delle superiori
Mettersi alla prova senza stereotipi e condizionamenti socioculturali. Questo lo scopo di Ragazze Digitali ER, il progetto di orientamento all’informatica e alla programmazione dedicato a studentesse del III e IV anno delle scuole superiori.
La fiducia nella scienza e negli scienziati è aumentata durante la pandemia
Anche nel nostro Paese il responso è largamente positivo
Mai come durante il periodo pandemico la fiducia nella scienza è stata così elevata, Durante Covid-19, i rapporti di fiducia sono stati messi a dura prova. Eppure, nel Mondo, i cittadini hanno rafforzato la loro fiducia nella ricerca scientifica, nelle istituzioni di ricerca e negli scienziati.
Pochi scienziati usano i social media per la comunicazione scientifica
Secondo il chirurgo Unife Zamboni, invece, sono importanti. Ma servono competenza e regole etiche
Secondo il rapporto Eurobarometer 2021, nei Paesi europei il 29% della popolazione si tiene informata su scienza e tecnologia attraverso nuovi media digitali tra cui i social network.
Donne nella ricerca scientifica: la pandemia ha aggravato il divario di genere (2)
Ruoli famigliari, stereotipi, pregiudizi e mentalità maschilista anche fra donne tra le cause
Uno dei principali limiti alla carriera scientifica per le donne è che, oltre a comparire in misura minore come prime autrici, i loro articoli hanno inferiore probabilità di essere pubblicati in riviste di alto livello e ricevere citazioni. Sono aspetti che incidono sul punteggio scientifico, il cosiddetto impact factor, utile e indispensabile per progredire nella carriera e per ricevere finanziamenti indispensabili alla ricerca.
Donne nella ricerca scientifica: la pandemia ha aggravato il divario di genere (1)
Peggiorano i dati su: pubblicazioni, carriera e retribuzione
In una recente intervista Nicole Ticchi, fondatrice di She is a Scientist, ha sottolineato come prima della pandemia il periodo stimato per colmare il divario di genere fosse di circa novantanove anni. Oggi siamo saliti a circa 135 anni, prova di come il Covid abbia aggravato una situazione già precaria per il lavoro femminile e la tutela delle donne.