La tubercolosi potrebbe mettere in pericolo milioni di vite, a causa dell’annunciato blocco dei finanziamenti di USAID voluto da Trump, secondo l’Oms

È ancora un rischio per la salute globale con 10,8 milioni di casi ogni anno, soprattutto nei Paesi a basso reddito

Porre fine all’epidemia di tubercolosi entro il 2030 è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite ma l’annunciato blocco dei finanziamenti da parte dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) oltre a mettere a rischio la salute globale per l’interruzione dei programmi volti a combattere l’HIV e l’AIDS, ha provocato allarme anche per le conseguenze sui programmi di prevenzione e cura della tubercolosi (Tb).

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Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Il tradimento della salute globale. L’analisi dell’epidemiologo Donato Greco dell’Oms (1)

Ignorate le lezioni di Covid-19. Gli USA escono da Oms, in crisi la cooperazione per affrontare nuove probabili pandemie e la salute globale

Il “Patto per il futuro”, siglato a fine 2024 con una dichiarazione di impegno internazionale che si propone di “garantire che le istituzioni internazionali siano in grado di agire in un Mondo che è cambiato radicalmente da quando sono state create ” ha fatto sperare in un rilancio della governance internazionale circa le sfide dell’ Agenda 2030 , ed in particolare per quanto riguarda l’Obiettivo 3 Assicurare la salute e il benessere.

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Obiettivo: mobilità urbana a emissioni zero. Migliorare si può. Bologna Città 30 riduce di un terzo l’inquinamento cittadino

Un Osservatorio per la qualità dell’aria e gli strumenti dei medici dell’ISDE a supporto degli interventi

Da inizio 2025 l’Osservatorio mobilità urbana sostenibile, a cura di Clean Cities Campaign (coalizione europea di oltre 100 Organizzazioni non governative, Ong), associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile ha iniziato a rilevare mensilmente i dati diffusi dalle stazioni di monitoraggio, gestite dalle Agenzie regionali protezione ambiente e Agenzie provinciali protezione ambiente, relativi alla qualità dell’aria e alle medie giornaliere di polveri sottili e biossido di azoto nelle principali città italiane.

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L’inquinamento atmosferico assedia le città. È stato così l’anno passato e così è anche in quello nuovo. I dati e le ricerche epidemiologiche

Danni per la salute anche con i valori attualmente consentiti. Ma con l’adeguamento all’Oms saremo fuori norma

Nel 2024, venticinque città, su novantotto di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per le PM10 (trentacinque giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento – dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. 

In  cima alla classifica troviamo Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno consecutivo con settanta giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano con una centralina (via Marche) che ha contato sessantotto superamenti e altre quattro oltre i limiti di legge.

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Il diritto al medico di base anche a chi vive in strada è legge. Ci sono voluti 15 anni e tre legislature

L’impegno di Mumolo presidente dell'associazione Avvocato di strada con le associazioni dei medici e chi si occupa di estrema povertà

“Un giorno storico, coronata una battaglia di oltre 15 anni” ha dichiarato Antonio Mumolo presidente dell’associazione Avvocato di strada, autore di una proposta di legge nazionale, per garantire l’assistenza sanitaria di base a chi vive in strada, depositata in Parlamento in tre legislature consecutive senza essere mai approvata.
Nel nostro Paese, fino ad oggi il diritto alla salute era garantito a tutti solamente sulla carta: nella realtà le cose erano ben diverse. Chi viveva in strada ed era privo di residenza anagrafica non poteva avere un medico di base e curarsi.

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Rinviata la campagna di vaccinazione contro la poliomielite nel Nord di Gaza a causa degli intensi bombardamenti, degli sfollamenti di massa e della mancanza di accesso

A causa dell’escalation delle violenze, degli intensi bombardamenti, degli ordini di sfollamento di massa e della mancanza di pause umanitarie, il Comitato tecnico della polio per Gaza è stato costretto a rimandare la terza fase della campagna di vaccinazione contro la poliomielite nel Nord di Gaza. 

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Vaccinazione antipolio per i bambini di Gaza. Al via la seconda fase, quella risolutiva, dopo il successo della prima. Ma serve una tregua dei combattimenti

La malattia è ricomparsa a causa della guerra, dice l’UNICEF

Tra il 10 e il 15 ottobre dovrebbe partire la somministrazione della seconda dose di vaccinazione antipolio ai bambini di Gaza. A circa quattro settimane dal primo ciclo di vaccinazione, si punta a chiudere con successo l’intero ciclo vaccinale indispensabile a fermare l’epidemia, impedire la diffusione della poliomielite e ridurre il rischio della sua ricomparsa, si rendono ora indispensabili nuove pause umanitarie. La malattia era ricomparsa nel Paese dopo venticinque anni a causa del conflitto in corso, secondo il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia (UNICEF, United Nations International Children’s Emergency Fund).

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