SPECIALE TREGUA IN UCRAINA La strada verso la pace parte da tregua armata e dialogo

Una Russia politicamente indebolita è un pericolo per l’Umanità, secondo Alberto Castelli. Necessaria un’azione diplomatica compatta e autonoma dell’Europa

“La guerra non si fa di colpo, e nemmeno la pace. Se da un lato questo conflitto era già in incubazione dal 2014, dall’altro in questo momento l’obiettivo non deve essere la firma di un trattato di pace domani, ma che tacciano le armi, se non del tutto almeno in qualche pezzo dello scacchiere. I pacifisti dovrebbero chiedere una tregua e un inizio di dialogo: è questo che realisticamente si può sperare nell’immediato sul piano della realpolitik. Nel frattempo l’opinione pubblica può spingere i potenti verso la pace, e chiaramente sperare che ascoltino” afferma ad Agenda17 Alberto Castelli, docente di Storia e teorie della democrazia presso l’Università dell’Insubria.

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SPECIALE TREGUA IN UCRAINA In Europa i pacifisti sono maggioranza. Assoluta nel nostro Paese

Ricerca in dieci nazioni. Forti differenze, ma solo un europeo su quattro ritiene la punizione della Russia prioritaria

“L’indagine rivela uno scollamento sempre più marcato tra le posizioni assunte da molti governi europei e il sentimento dell’opinione pubblica nei rispettivi Paesi. Il divario più significativo che si profila è tra coloro che vorrebbero mettere fine alla guerra il più rapidamente possibile e coloro che vorrebbero continuare a combattere fino alla sconfitta della Russia.” Questa è la situazione fotografata dall’European Country on Foreing Realtions sulla base di 8mila interviste condotte in dieci Paesi dell’Unione relativamente alla posizione dei cittadini europei sulla guerra scaturita a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

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SPECIALE TREGUA IN UCRAINA Escalation nucleare del conflitto?

Un azzardo enorme con risultati limitati. Riprendere i negoziati strategici russo- americani

Negli ultimi giorni, in particolare dopo il messaggio televisivo del 21 settembre e il discorso del 30 settembre del presidente russo, è cresciuta la preoccupazione di analisti e opinionisti che Vladimir Putin possa usare armi nucleari “tattiche” nella sua guerra contro l’Ucraina. Il rischio nucleare è stato amplificato dal presidente americano Joe Biden, che in un discorso del 6 ottobre ha descritto l’attuale situazione di stallo in Ucraina, con Putin che minaccia di usare tutti i mezzi a sua disposizione per difendere la Russia e il territorio che ha conquistato, come il momento nucleare più pericoloso dalla crisi dei missili di Cuba, avvenuta 60 anni fa, proprio in questo mese.

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SPECIALE TREGUA IN UCRAINA Da posizioni diverse si chiede di articolare un percorso negoziale

Appelli di ambasciatori e intellettuali

Tutte le guerre finiscono, prima o poi. Uno dei problemi è come finiscono. Il problema della guerra in Ucraina – solo uno dei numerosi, e spesso ferocissimi, conflitti in atto nel Mondo – è che potrebbe finire con un conflitto nucleare.
Certamente si tratterebbe di un azzardo enorme da parte della Russia e dai risultati militari e politici incerti, ma non da escludere completamente. Soprattutto non è possibile escludere che scelte che oggi paiono illogiche diventino domani opzioni convenienti o quantomeno disperatamente obbligate.

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Più diplomazia scientifica, più pace

Samantha Cristoforetti loda Yuri Gagarin e l’amicizia con tutti i colleghi della Stazione spaziale, anche russi

“Lo spirito con cui affrontiamo la missione sulla Stazione spaziale internazionale è quello di una continua amicizia e collaborazione… siamo amici con i colleghi americani e con quelli russi. La stazione spaziale è stata, è, e deve continuare a essere un simbolo di cooperazione pacifica.” Con queste parole Samantha Cristoforetti ha risposto alle domande dei giornalisti sul drammatico contesto politico di questo periodo, e sull’impatto che esso avrà sulla missione Minerva che la vedrà impegnata in numerosi esperimenti scientifici per sei mesi.

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Ucraina: più armi, più guerra

Agenda17 per conoscere, capire, aiutare la pace

Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra). Da secoli si discute questa sentenza latina. Sostenitori e oppositori si schierano irriducibili su fronti opposti, armati di argomenti che mai intendono deporre. 
È quello che accade spesso quando si parla in astratto dei grandi principi, rispetto ai quali la posizione ideologica, l’appartenenza culturale, i riferimenti valoriali tendono a influenzare in maniera determinante i giudizi.

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Ucraina: la guerra e la responsabilità di fermare la violenza

In queste pagine intendo proporre, innanzi tutto, qualche breve considerazione sulla natura della guerra in corso in Ucraina e sul contesto generale in cui il conflitto ha preso corpo; e poi alcune riflessioni sul senso di ciò che stanno facendo – o che potrebbero fare – l’Unione europea e gli Stati Uniti di fronte al dilagare della violenza.

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Guerra in Ucraina | Unife aderisce all’appello per la pace della CRUI

L’Università di Ferrara aderisce all’appello della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), profondamente preoccupata da quanto sta avvenendo in Ucraina, a sostegno di un’azione diplomatica forte e immediata.

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