“Gli Stati Uniti hanno interesse che l’Europa sia unita dal punto di vista commerciale perché per loro è più facile interfacciarsi, ma hanno anche convenienza che l’Europa sia divisa sulla politica estera”, afferma ad Agenda17 Guglielmo Bernabei, docente di Diritto pubblico presso l’Università di Ferrara e membro del Movimento federalista europeo, che il 10 maggio interverrà come relatore al convegno “L’Europa per la pace”.
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LABORATORIO PACE Ucraina: le sanzioni alla Russia non funzionano. I Paesi emergenti non le applicano e crescono economicamente
Una grande area economica, soprattutto dei BRICS, isola la NATO e si mette in proprio. Convegno a Unife
“Una delle cose che è venuta in evidenza negli ultimi tempi, dopo lo scoppio della guerra, è che l’Europa e gli Stati Uniti hanno imposto delle sanzioni alla Russia con l’idea di provocarne una crisi irreversibile: l’economia russa ne sarebbe stata progressivamente indebolita, fino a compromettere la possibilità di portare avanti la guerra. La misura era naturalmente di carattere politico, per penalizzare la Russia dopo questo atto di aggressione, ma intendeva allo stesso tempo riaffermare una supremazia economica occidentale” dichiara ad Agenda17 Pier Giorgio Ardeni, docente di Economia politica e dello sviluppo presso l’Università di Bologna.
Dieci anni fa il disarmo chimico della Siria: era un altro mondo
Raro esempio di razionalità politica e diplomazia degli organismi internazionali e di Usa e Russia
Molti sono i motivi per ricordare questo anniversario, prima di tutto perché si tratta dell’ultimo evento di disarmo raggiunto finora a livello mondiale. E di un disarmo significativo, che ha distrutto l’intero arsenale nazionale di una classe di armi “di distruzione di massa”, con l’eliminazione definitiva della completa filiera di acquisizione, dalla produzione degli agenti alla confezione dei proiettili finali.
Ucraina: integrità territoriale o diritto alla vita? Un omicidio collettivo che gli organismi internazionali non controllano. Cina e Usa devono collaborare a una de-escalation, secondo Marco Mascia, coordinatore RUni Pace
I cittadini - inascoltati - sono contrari alla guerra, e l'Europa ne uscirà con le ossa rotte
“Le grandi potenze oggi coinvolte nel conflitto in Ucraina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite (Onu), avevano tutti gli strumenti per prevenirne lo scoppio. Invece non hanno voluto farlo e ora, in un’epoca in cui pensavamo di essere usciti dall’incubo delle guerre, ci troviamo di nuovo dentro uno scontro globale, guidati da una leadership politica internazionale che non sta facendo nulla per costruire la pace.” È quanto dichiara ad Agenda17 Marco Mascia, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Padova e coordinatore nazionale della Rete università per la pace (RUni Pace).
LABORATORIO PACE Ucraina. Chi fornisce armi partecipa alle ostilità? Come negoziare con la Russia che ha annesso territori? Le questioni affrontate dalla giurista Annoni di Unife
Convegno e laboratorio aperto all’Università di Ferrara
“La stragrande maggioranza degli Stati ha assunto un atteggiamento di non completa equidistanza rispetto al conflitto, fornendo un supporto più o meno ampio a una delle parti, in particolare all’Ucraina, che è la parte aggredita dalla Russia; altri, invece, hanno assunto formalmente un atteggiamento di neutralità, mentre altri ancora stanno fornendo assistenza alla Russia, ed è questa la posizione ritenuta più problematica, perché la Russia in questa vicenda è lo Stato aggressore.” Ne parlerà il 10 maggio Alessandra Annoni, docente di Diritto internazionale presso l’Università di Ferrara
Ucraina: la pace cinese fra ambizioni economiche e ruolo geopolitico, secondo l’economista Prodi di Unife
Il problema dell’egemonia USA: servono dialogo e multipolarismo
Il 24 febbraio il Governo di Xi Jinping ha diffuso una proposta per raggiungere la pace tra Russia e Ucraina: dodici punti con i quali la Cina sembra voler assumere il ruolo di mediatore nello scenario geopolitico internazionale. “Storicamente, la Cina tende a guardare al suo interno, quindi sta cercando di capire cosa le conviene per il suo sviluppo anche in ambito internazionale. È infatti un Paese cresciuto molto, ma ha ancora tante problematiche interne e deve quindi tenere conto del possibile impatto di tutto quello che succede sulla sua economia” afferma ad Agenda 17 Giorgio Prodi, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.
LABORATORIO PACE Primi produttori in Europa di armi leggere; conviventi e famigliari le vittime più numerose
Maggiori controlli per le licenze e l’esportazione: ne parla in Unife Giorgio Beretta, autore de Il Paese delle armi
“L’Italia e il mercato delle armi fra industria, commercio ed escalation militare”: è il tema dell’incontro organizzato dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, in programma lunedì 13 marzo alle 17 presso il Polo didattico degli Adelardi. Coordinato dai docenti Alfredo Mario Morelli e Giuseppe Scandurra, l’incontro – il primo di una serie organizzata dal Laboratorio – sarà l’occasione per approfondire con Giorgio Beretta miti e zone grigie de “Il Paese delle armi”, titolo del suo libro ma anche specchio di un’Italia in cui produzione, commercio e uso delle armi comuni sono all’ordine del giorno.
Escalation: governi decisi, cittadini contrari
Escalation nel corso di una guerra ha sempre un significato nefasto. Aumenta a dismisura le sofferenze umane e le distruzioni materiali, il cui “prezzo” si abbassa proporzionalmente all’innalzarsi del livello dello scontro.
È un salto di qualità, non una “semplice” intensificazione dei metodi fino a quel momento adottati. Spesso viene propagandata come passaggio obbligato per giungere alla pace attraverso la vittoria, superando ostacoli altrimenti insormontabili.
LABORATORIO PACE Enza Pellecchia: La scienza ha creato le armi nucleari, ora guidi al disarmo
Relazione della coordinatrice di RUNIPace alla presentazione del progetto dell’Università di Ferrara
Le scienze hanno dato in passato un grande contributo alla guerra. Ora possono lavorare per la pace: bisogna costruire un’alleanza fra gli scienziati e le università, che hanno il dovere di informare, e i cittadini che, se bene informati, hanno il potere di agire. In questo si inserisce il progetto di un Laboratorio per la pace ferrarese, che unisca l’università con le organizzazioni attive sul territorio.
Le parole e le cose – Pace e pacifismo
La buona notizia, in questo tempo drammatico per le tante guerre in atto (e quella in Ucraina non è certo la peggiore), è che presso l’Ateneo di Ferrara si è costituito un Laboratorio di studio sulla Pace. L’iniziativa, nata all’interno della rete delle università per la pace RUNIPace, dà concretezza a un impegno che coinvolge soggetti provenienti da differenti esperienze e competenze interdisciplinari.
Con la riflessione su Pace e Pacifismo, i responsabili dell’iniziativa ci forniscono qui le coordinate del loro progetto, a partire da un assunto: è un “Laboratorio di studio sulla Pace, non sulle paci”.
“Usare Scienza e ricerca per la pace”: Enza Pellecchia, coordinatrice RUNIPace al convegno Unife
Non bastano i Trattati, l’università deve fornire dati chiari e incentivare il dibattito
“RUNIPace è un’esperienza multidisciplinare perché la pace è una cosa complessa e le competenze necessarie per costruirla sono numerose. Capire quindi come le scienze possono contribuirvi significa anche puntare la lente sul modo in cui noi docenti e ricercatori insegniamo e facciamo ricerca, con l’obiettivo poi di prendere la parola nel dibattito pubblico e nell’insegnamento.” Questo è l’approccio al tema della pace entro cui si è mosso l’intervento di Enza Pellecchia, docente di Diritto privato e direttrice del Centro interdisciplinare di Scienze per la pace (Cisp) presso l’Università di Pisa, e coordinatrice della Rete universitaria per la pace (RUNIPace) al convegno “Per un Mondo libero dalle armi nucleari” tenutosi mercoledì presso l’Università di Ferrara.
Il conflitto nucleare è una possibilità: dobbiamo parlarne. Soprattutto con i giovani. A Ferrara due giornate di incontri su pace e disarmo
L’Università può offrire dati e chiavi di lettura, secondo Morelli e Scandurra di Unife
“Il pacifismo è un approccio ai problemi: non significa sposare la causa dell’uno o dell’altro, ma evitare la reductio ad unum, cioè la riduzione del dibattito a una contrapposizione bipolare, cui invece spesso assistiamo e che non aiuta a ragionare. È chiaro che ci sono torti e ragioni, ma pacifismo vuol dire affrontare ogni conflitto umano, che è inevitabile, con strumenti che evitino il più possibile il ricorso alla violenza e cerchino di riportare nell’alveo di questo discorso anche gli scontri armati”. Questo quanto afferma ad Agenda17 Alfredo Mario Morelli, docente di Letteratura e filologia latina presso l’Università di Ferrara e referente della Rete Università per la Pace (RUNIPace)