Abbiamo osservato lo scoppio di focolai epidemici come diretta conseguenza di azioni belliche attualmente in corso” ha affermato Donato Greco , specialista in malattie infettive, igiene e sanità pubblica, epidemiologia e statistica sanitaria, intervenendo al Congresso mondiale degli igienisti “A world in turmoil” che si è svolto recentemente a Roma. E puntualmente i primi casi di colera si sono verificati in questi giorni nella regione di Kherson, sotto il controllo ucraino dopo le inondazioni provocate dall’esplosione della diga sul Dnipro. Ma altri esempi, purtroppo, non mancano: poliomielite, ebola, dengue, epatite E, meningite solo per citare i principali in atto.
Tag: guerra
Falla nella diga sul Dnipro: nuovo problema per la centrale di Zaporizhzhya
Oltre all'insicura disponibilità di elettricità, diminuzione di personale e vicinanza delle operazioni militari
L’impianto nucleare ucraino di Zaporizhzhya (ZNPP) torna al centro dell’attenzione a seguito del danneggiamento della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka (KHPP) sul fiume Dnipro (Dnepr, anche Nipro o Boristene in italiano) nell’area di Nova Kakhovka, circa 55 km a nord-est della città di Kherson e un centinaio di km a valle appunto della ZNPP, che utilizza proprio il bacino generato dalla diga per la refrigerazione dei reattori e come pozzo di calore.
Dieci anni fa il disarmo chimico della Siria: era un altro mondo
Raro esempio di razionalità politica e diplomazia degli organismi internazionali e di Usa e Russia
Molti sono i motivi per ricordare questo anniversario, prima di tutto perché si tratta dell’ultimo evento di disarmo raggiunto finora a livello mondiale. E di un disarmo significativo, che ha distrutto l’intero arsenale nazionale di una classe di armi “di distruzione di massa”, con l’eliminazione definitiva della completa filiera di acquisizione, dalla produzione degli agenti alla confezione dei proiettili finali.
Ucraina: integrità territoriale o diritto alla vita? Un omicidio collettivo che gli organismi internazionali non controllano. Cina e Usa devono collaborare a una de-escalation, secondo Marco Mascia, coordinatore RUni Pace
I cittadini - inascoltati - sono contrari alla guerra, e l'Europa ne uscirà con le ossa rotte
“Le grandi potenze oggi coinvolte nel conflitto in Ucraina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite (Onu), avevano tutti gli strumenti per prevenirne lo scoppio. Invece non hanno voluto farlo e ora, in un’epoca in cui pensavamo di essere usciti dall’incubo delle guerre, ci troviamo di nuovo dentro uno scontro globale, guidati da una leadership politica internazionale che non sta facendo nulla per costruire la pace.” È quanto dichiara ad Agenda17 Marco Mascia, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Padova e coordinatore nazionale della Rete università per la pace (RUni Pace).
Una Costituzione della Terra per salvarci da cambiamento climatico e disastro nucleare
La proposta del giurista Luigi Ferrajoli agli incontri di Csv e Unife
“Crisi climatiche, migrazioni e guerre: che fare? Dovremmo prendere consapevolezza del fatto che viviamo il momento più drammatico della nostra storia: non è mai successo che la sopravvivenza stessa dell’Umanità fosse così a rischio”. Con queste parole Luigi Ferrajoli, giurista, filosofo del diritto e autore di “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” ha introdotto il primo incontro del corso Mutazione climatica, crisi energetica e guerre.
Ucraina: la pace cinese fra ambizioni economiche e ruolo geopolitico, secondo l’economista Prodi di Unife
Il problema dell’egemonia USA: servono dialogo e multipolarismo
Il 24 febbraio il Governo di Xi Jinping ha diffuso una proposta per raggiungere la pace tra Russia e Ucraina: dodici punti con i quali la Cina sembra voler assumere il ruolo di mediatore nello scenario geopolitico internazionale. “Storicamente, la Cina tende a guardare al suo interno, quindi sta cercando di capire cosa le conviene per il suo sviluppo anche in ambito internazionale. È infatti un Paese cresciuto molto, ma ha ancora tante problematiche interne e deve quindi tenere conto del possibile impatto di tutto quello che succede sulla sua economia” afferma ad Agenda 17 Giorgio Prodi, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.
LABORATORIO PACE Primi produttori in Europa di armi leggere; conviventi e famigliari le vittime più numerose
Maggiori controlli per le licenze e l’esportazione: ne parla in Unife Giorgio Beretta, autore de Il Paese delle armi
“L’Italia e il mercato delle armi fra industria, commercio ed escalation militare”: è il tema dell’incontro organizzato dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, in programma lunedì 13 marzo alle 17 presso il Polo didattico degli Adelardi. Coordinato dai docenti Alfredo Mario Morelli e Giuseppe Scandurra, l’incontro – il primo di una serie organizzata dal Laboratorio – sarà l’occasione per approfondire con Giorgio Beretta miti e zone grigie de “Il Paese delle armi”, titolo del suo libro ma anche specchio di un’Italia in cui produzione, commercio e uso delle armi comuni sono all’ordine del giorno.
Escalation: la sospensione del New START
Molto probabile una nuova corsa agli armamenti nucleari con gravissimi rischi per la sicurezza mondiale
Il 28 febbraio scorso il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che formalizza la “sospensione” della partecipazione della Russia al Nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche (New START) del 2010. La decisione era stata annunciata da Putin il 21 febbraio nel lungo e infuocato discorso alla Nazione, ed entrambi i rami del Parlamento russo l’hanno immediatamente ratificata. Il documento afferma che sarà il Presidente a decidere se e quando la sospensione avrà termine.
Escalation: governi decisi, cittadini contrari
Escalation nel corso di una guerra ha sempre un significato nefasto. Aumenta a dismisura le sofferenze umane e le distruzioni materiali, il cui “prezzo” si abbassa proporzionalmente all’innalzarsi del livello dello scontro.
È un salto di qualità, non una “semplice” intensificazione dei metodi fino a quel momento adottati. Spesso viene propagandata come passaggio obbligato per giungere alla pace attraverso la vittoria, superando ostacoli altrimenti insormontabili.
LABORATORIO PACE Enza Pellecchia: La scienza ha creato le armi nucleari, ora guidi al disarmo
Relazione della coordinatrice di RUNIPace alla presentazione del progetto dell’Università di Ferrara
Le scienze hanno dato in passato un grande contributo alla guerra. Ora possono lavorare per la pace: bisogna costruire un’alleanza fra gli scienziati e le università, che hanno il dovere di informare, e i cittadini che, se bene informati, hanno il potere di agire. In questo si inserisce il progetto di un Laboratorio per la pace ferrarese, che unisca l’università con le organizzazioni attive sul territorio.
La Nuclear Post Review di Biden: gli USA vogliono evitare il conflitto nucleare, ma senza impegnarsi per il disarmo
Rimane centrale la politica della deterrenza, che richiede però ulteriore rafforzamento degli arsenali
Lo scorso 27 ottobre il Segretario alla difesa americano ha rilasciato la versione pubblica della nuova Nuclear Posture Review (NPR), mentre l’edizione completa, includente le parti mantenute classificate, era stata presentata ai parlamentari lo scorso marzo. Le Nuclear Posture Review stabiliscono la politica e la strategia nucleare americana e determinano il ruolo e l’evoluzione delle forze nucleari.
“Usare Scienza e ricerca per la pace”: Enza Pellecchia, coordinatrice RUNIPace al convegno Unife
Non bastano i Trattati, l’università deve fornire dati chiari e incentivare il dibattito
“RUNIPace è un’esperienza multidisciplinare perché la pace è una cosa complessa e le competenze necessarie per costruirla sono numerose. Capire quindi come le scienze possono contribuirvi significa anche puntare la lente sul modo in cui noi docenti e ricercatori insegniamo e facciamo ricerca, con l’obiettivo poi di prendere la parola nel dibattito pubblico e nell’insegnamento.” Questo è l’approccio al tema della pace entro cui si è mosso l’intervento di Enza Pellecchia, docente di Diritto privato e direttrice del Centro interdisciplinare di Scienze per la pace (Cisp) presso l’Università di Pisa, e coordinatrice della Rete universitaria per la pace (RUNIPace) al convegno “Per un Mondo libero dalle armi nucleari” tenutosi mercoledì presso l’Università di Ferrara.