Nuova serie di attacchi hacker all’Italia: impossibile negare il nostro pieno coinvolgimento nella guerra cibernetica

Un nuovo attacco cibernetico ha colpito le istituzioni del nostro Paese. Il collettivo russo Killnet ha rivendicato l’offensiva, partita alle 22 di giovedì 19 maggio contro i siti del Consiglio superiore della magistratura (Csm), l’Agenzia delle dogane, il Ministero degli esteri, dell’istruzione e dei beni culturali. “Non si tratta di uno scherzo o semplici ragazzate da parte di gruppi minori, ma è la conferma che abbiamo a che fare con attività molto serie e, quindi, pericoli concreti” commenta ad Agenda17 Stefano Pietropaoli, docente di Informatica giuridica presso l’Università di Firenze.

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Attacco informatico alle istituzioni italiane: la guerra in Ucraina è anche cibernetica

Contro il nostro invio di armi c'è la regia di una solida struttura politica, secondo il giurista Pietropaoli

Nel pomeriggio dell’11 maggio i siti di Senato, Ministero della difesa, Istituto superiore di sanità e Automobile club d’Italia (Aci) sono rimasti bloccati per alcune ore (salvo quello dell’Aci, tornato operativo il giorno successivo) a causa di un attacco informatico contro il nostro Paese. “Questo attacco conferma il quadro generale della guerra: era infatti già chiaro come fossimo tutti esposti anche sul piano cibernetico. L’azione ha consentito alla Russia di farci capire, anche senza un intervento militare diretto, che l’invio di armi in Ucraina non è un gesto che passa inosservato ma, al contrario, può scatenare ripercussioni su vari livelli, compreso quello della sicurezza informatica.” È quanto dichiara ad Agenda17 Stefano Pietropaoli, docente di Informatica giuridica presso l’Università di Firenze.

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In Ucraina la guerra informatica affianca quella armata

Da tempo le infrastrutture sono nel mirino di conflitti cibernetici letali. Le Nazioni unite di nuovo fuori gioco, secondo il giurista Pietropaoli

“La guerra cibernetica non è solo guerra dell’informazione. C’è sicuramente un problema di manipolazione delle coscienze, di propaganda e fake news, ma non c’è solamente il suono della tastiera in sottofondo. Pensare che si tratti di una guerra meno letale rispetto a quelle cui siamo abituati è illusorio” afferma ad Agenda17 Stefano Pietropaoli, docente di Informatica giuridica presso l’Università di Firenze e membro del Cybersecurity National Lab del Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica (Cini).

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