L’Alta corte di giustizia del Regno Unito ha dichiarato illegittimo in maggio il piano del Governo per la riduzione del carbonio su ricorso di tre associazioni ambientaliste. Il Carbon Budget Delivery Plan (Cbdp), il piano d’azione climatica del governo britannico, che fa parte delle norme per raggiungere il Net-Zero entro il 2050, impone un tetto alla quantità di gas serra emessi nel Regno Unito in un periodo di cinque anni per ridurre le emissioni di oltre due terzi (-68%) entro il 2030. Questo piano era nato a marzo 2023 in risposta a un’altra causa legale persa da Londra contro i Friends of the Earth.
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Sempre più numerose le cause dei cittadini contro gli stati per danni dovuti a inazione climatica
A fine anno la sentenza per il “Giudizio Universale” contro lo Stato italiano e a primavera quella dei giovani portoghesi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo
Dopo le “Anziane per il clima” che hanno citato la Svizzera davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo per inazione climatica, sono i più giovani a farvi ricorso, e lo hanno fatto in grande sostenendo il diritto delle generazioni presenti e future all’ambiente.
Presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) si è aperto in settembre quello che è stato definito il “Processo del millennio” sia per il carattere inedito, mai tanti Stati (32) erano stati citati in giudizio sulle politiche climatiche, sia per l’ età dei ricorrenti sei ragazzi millennial, che accusano i Governi di non aver fatto abbastanza per difendere i propri cittadini dal riscaldamento globale.
DOSSIER “GIUDIZIO UNIVERSALE” La prima causa legale contro lo Stato italiano per inadempienza contro il cambiamento climatico
Mentre si avvicina l’appuntamento istituzionale mondiale di Glasgow, i cittadini si rivolgono direttamente ai tribunali
La crisi climatica è in atto. Non lo testimoniano solamente le cronache giornalistiche di ricorrenti disastri; la conferma autorevole è già nel sesto rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), di cui è stato pubblicato in agosto il primo volume.
DOSSIER “GIUDIZIO UNIVERSALE” Luca Mercalli: ci rimane poco tempo; la causa climatica è la “Causa del secolo”
“Io credo – afferma Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana (Smi) -, che la politica sia sottoposta a una enorme quantità di pressioni, sia economiche sia sociali. Il modo di affrontare il problema, non solo climatico ma ambientale, con effetti cioè anche sulla biodiversità e sull’inquinamento, ha due punti deboli: realizza il suo obiettivo su tempi lunghi e non assicura che lo sforzo prodotto localmente sia associato a quello di altri Paesi, cioè che si agisca su scala ampia se non globale, come un approccio serio richiederebbe.”
DOSSIER “GIUDIZIO UNIVERSALE” Le sentenze giuridiche potrebbero essere un punto di svolta contro i cambiamenti climatici
Sono passati più di vent’anni dalla sesta Conferenza delle parti (COP 6) delle Nazioni unite a L’Aia durante la quale si parlò per la prima volta di “giustizia climatica”. Con questo termine si indica il fatto che il riscaldamento globale non ha solo implicazioni ambientali, ma anche etiche e politiche.
DOSSIER “GIUDIZIO UNIVERSALE” Secondo il giurista Magri, invece della via giudiziaria, meglio applicare il nuovo regolamento europeo
“Quando si parla di iniziative giudiziarie bisogna saper distinguere: ogni caso è un caso a sé, e come tale va analizzato – afferma Marco Magri, docente di Diritto amministrativo presso l’Università di Ferrara -, come si evince dalle recenti sentenze che hanno visto condannare in Germania il governo federale e in Olanda una multinazionale energetica come la Shell.