DOSSIER EOLICO Sempre più pale per catturare energia pulita. Ma si alza anche il vento della protesta

Sardegna caso esemplare di una contestazione che percorre il Paese in nuove forme del dibattito pubblico

Con l’approvazione all’inizio del mese di dicembre 2024 del disegno di legge n. 45-A, il Consiglio regionale della Sardegna ha provato a chiudere la lunga vicenda delle aree idonee all’installazione di fonti di energia rinnovabili nell’Isola, o, almeno, a segnare un punto di svolta di una situazione caratterizzata da un acceso contrasto fra oppositori che vogliono limitare gli impianti e imprese interessate a espanderli.

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DOSSIER EOLICO Sempre più pale per catturare energia pulita. Ma si alza anche il vento della protesta

Gli obiettivi del piano di transizione ecologica e le ragioni della contestazione

Con l’adozione del  Piano nazionale integrato per l’ energia e il clima (Pniec), l’Italia persegue l’obiettivo al 2030 del 39,4%  di energia da fonte rinnovabile (Fer) sul totale del consumo. Le quote dei consumi nazionali di energia dovranno coprire il 63,4% del settore elettrico, il 35,9% del termico e il 34,2% dei trasporti. Complessivamente al 2030 saranno installati circa 131 GW di impianti a fonti rinnovabili (di cui 80 GW fotovoltaici e 28 GW eolici). 

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DOSSIER EOLICO Sempre più pale per catturare energia pulita. Ma si alza anche il vento della protesta

In Sardegna la prima legge sulle aree idonee e una legge alternativa nata dal basso

La corsa all’eolico ha visto depositare in Regione Sardegna circa 800 richieste di autorizzazione per la costruzione di impianti on e off-shore, pari a una potenza superiore ai 50 GW. Nel dettaglio, secondo i dati forniti da Terna, per la Sardegna si parla di richieste di allaccio 21,33 GW di impianti fotovoltaici, 16,63 GW di eolico a terra e 13,81 GW  di eolico in mare per un totale di 51,77 GW. 

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DOSSIER EOLICO Sempre più pale per catturare energia pulita. Ma si alza anche il vento della protesta

La parola ai comitati. Il caso del Mugello, secondo l’architetta Silvia Ciucchi

Nel Mugello, il territorio coinvolto nell’intervento di impianto eolico è il crinale del Monte Giogo di Villore, tra i Comuni di Vicchio e Dicomano, un vero e proprio spartiacque tra Toscana e Romagna.
Attualmente sono previsti 7 aerogeneratori alti circa 170 metri, con 80 milioni di kWh prodotti all’anno, di potenza complessiva di 29,6 MW, per i quali sono stati avviati i lavori di sbancamento necessari alla viabilità atta al collegamento e al trasporto delle turbine. Il progetto fu proposto nel 2019 da AGSM Aim S.p.A., azienda controllata dal Comune di Verona.

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La parola ai comitati. Il caso dell’Appennino umbro, secondo la geologa e naturalista Mara Loreti

Nei comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra in provincia di Perugia è in atto un progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Gualdo Tadino”, con potenza di immissione in rete pari a 62 MW e relative opere connesse, da parte dell’azienda Renexia. La procedura tecnica di Valutazione Impatto Ambientale (PNIEC-PNRR) fu avviata nel dicembre 2023, con data d’inizio della consultazione pubblica il 13. La scadenza per la presentazioni delle osservazioni era fissata inizialmente entro il 12 gennaio 2024. 

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Due miliardi di condizionatori, ma pochi nei Paesi caldi

Aumentano inquinamento e consumo di energia

Oggi nel Mondo ci sono circa due miliardi di condizionatori, distribuiti in maniera diseguale rispetto ai Paesi che più ne avrebbero bisogno. Negli Stati Uniti e in Giappone il 90% delle famiglie possiede un impianto di aria condizionata, contro il 20% circa in India e in Indonesia e il 5% in Africa subsahariana (in Italia il 48,8%). Solo una su dieci delle 2,8 miliardi di persone che vivono nelle zone più calde del Pianeta ha accesso all’aria condizionata.

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Molti atomi per i bit

Quanto consuma l’Intelligenza Artificiale? Tutta la concretezza del “Cloud”

Nella foto, il data center di Meta sito a Clonee, Irlanda. Gli imponenti edifici danno la misura di tutta la materialità del digitale.
“Salvare sul Cloud” ha un costo, energetico e materiale, molto alto. Un data center di Meta come quello in foto, che occupa un’area di 31mila metri quadrati  consuma in 1 giorno tanta elettricità quanto 7 milioni di computer usati per 8 ore al giorno per 1 anno intero.

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Stoccaggio della CO2 e crediti di carbonio continuano a essere un problema per la decarbonizzazione

L’Europa li vuole e il sito di Ravenna sarà uno dei più grandi, ma molte ricerche indipendenti li contestano

Secondo l’ultimo report di Oil Change International, che ha analizzato otto grandi compagnie petrolifere a livello mondiale, nessuna di esse sta rispettando gli accordi per l’eliminazione dei combustibili fossili: anzi, loro da sole sono sulla buona strada per usare il 30% del nostro rimanente budget di carbonio per limitare il riscaldamento a 1.5°C previsto dagli accordi di Parigi.
Queste aziende intendono affidarsi a metodi come la cattura e lo stoccaggio di carbonio (CCS, Carbon Capture and Storage), alle compensazioni e/o altre soluzioni che, in realtà, “ritardano e distraggono dalla fine dei combustibili fossili” oltre a prolungare l’impatto dell’energia fossile sulla salute e la sicurezza delle comunità.

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Contributi al dialogo – Fonti fossili. Il piano inclinato della crisi ambientale, e le lotte che fioriscono

La questione dell’utilizzo delle energie fossili è sempre al centro del dibattito sui cambiamenti climatici. Se da un lato la buona notizia è che il contributo delle rinnovabili si sta avvicinando a quello delle fonti fossili, dall’altro, la situazione dell’aumento delle temperature è talmente grave da sembrare fuori controllo addirittura da parte degli scienziati
Pubblichiamo il commento che ci ha inviato Pippo Tadolini, del Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”.

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