Cos’è cambiato negli ultimi anni, durante i quali lo scenario internazionale è diventato più precario e le grandi istituzioni internazionali hanno perso la loro autorità? Lo abbiamo chiesto a Paolo Pini, già docente di Economia politica presso l’Università di Ferrara, dopo i due vertici internazionali, quello dell’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) per un Patto per il futuro e il summit dei Brics a Kazan, per valutare l’attuale e difficile scenario geopolitico globale.
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Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Equilibri geopolitici sempre più precari. Il futuro è nelle mani dei Paesi asiatici, secondo l’economista Paolo Pini (1)
Gli Usa contrasteranno il multilateralismo, soprattutto con la guerra. Jeffrey Sachs: serve una nuova governance globale per l’escalation nucleare
“Penso che lo scenario sia chiaro: le spinte per costruire un’area economica e politica diversa dal dollaro tenderanno a crescere, e maggiori saranno le tensioni generate a livello internazionale dagli Stati Uniti, maggiore sarà l’incentivo per molti Paesi a distaccarsi.” È quanto dichiara ad Agenda17 Paolo Pini, già docente di Economia politica presso l’Università di Ferrara.
Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Difficilissimo riformare il Consiglio di sicurezza: il diritto di veto blocca le proposte. Ma senza Nazioni unite sarebbe peggio
L’analisi di Serena Forlati, giurista Unife, alla vigilia del convegno sull’Onu
Il “Patto per il futuro” recentemente adottato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) rappresenta una prospettiva realistica di rilancio di un’organizzazione che sembra incapace di governare i grandi problemi globali (dalla pace, alla salute, all’ambiente) o segna l’ultima utopia?
Sono anzitutto esigenze politiche a determinare l’aiuto ai Paesi poveri (2)
Da anni calano i fondi erogati dall'Italia. E prevale l’«aiuto gonfiato» rivolto ai rifugiati nel nostro Paese
In Italia, la cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile è disciplinata dalla legge 125/2014, che ha adeguato la normativa all’orientamento della comunità internazionale. In particolare, all’articolo 1 la cooperazione internazionale diventa “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia” e, in questa prospettiva, la legge ha sancito l’attuale denominazione del Ministero in Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Sono anzitutto esigenze politiche a determinare l’aiuto ai Paesi poveri (1)
Le cifre sono cresciute, ma restano irrisorie. Ci guadagnano soprattutto i Paesi donatori, che vincolano i fondi agli interessi interni
La cooperazione allo sviluppo è un tema complesso, fatto di scelte economiche ma soprattutto di motivazioni politiche. Ogni anno la Confederazione delle Organizzazioni non governative in Europa per lo sviluppo e l’emergenza (associazione Concord) monitora la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps, Official development assistance ODA) dell’Unione europea tramite il report AidWatch, quest’anno intitolato “A geopolitical commission: building partnership or playing politics?”.
Gli Obiettivi Onu al centro del programma di Laura Ramaciotti, nuova rettrice dell’Università di Ferrara
Anzitutto formare una classe dirigente con competenze globali. L’istruzione di qualità deve coniugarsi con imprese, innovazione e infrastrutture di ricerca, obiettivi correlati ai rispettivi traguardi dell’Agenda 2030.
La Terza missione opera per la valorizzazione sia tecnologica sia dei contenuti culturali e sociali, ed è fondata su una visione della comunicazione che privilegia il dialogo.
Release G20: proposta italiana per riduzione del debito e sviluppo sostenibile (2)
Nuovo paradigma: da debito a investimenti per la sostenibilità. Secondo Franz di Unife è possibile
Proponendo di convertire il debito in investimenti, Release G20, la proposta di LINK 2007, rete delle maggiori organizzazioni non governative italiane, intende cambiare il paradigma di approccio al debito dei Paesi a basso reddito. È al contempo un piccolo passo verso un modello economico più sostenibile?