Sulle Alpi, vegetazione al posto dei ghiacciai

Più verde però non è meglio: temperature più alte, meno acqua e biodiversità. E la CO2 non cala

Lo dimostra uno studio pubblicato su Science da due ricercatori delle Università di Losanna e Basilea. Grazie ai rilevamenti satellitari di un periodo compreso tra il 1984 e il 2001, gli studiosi hanno analizzato che la vegetazione sopra al limite del bosco è aumentata in quasi l’80% delle Alpi.
Le montagne stanno subendo un riscaldamento più drammatico rispetto alle quote più basse, con l’aumento dello scioglimento della neve e il cambiamento dei modelli di nevicate. Il manto nevoso è diminuito in modo significativo anche se finora su meno del 10% della regione dello studio, mentre la produttività della vegetazione è aumentata in oltre due terzi dell’area sopra il limite del bosco, con potenziali impatti ecologici e climatici.

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L’aumento di un grado e mezzo, previsto dagli Accordi di Parigi, potrebbe essere raggiunto nei prossimi cinque anni

Probabilità in aumento, secondo i metereologi. Caldo record già in alcune Regioni

In almeno uno dei prossimi cinque anni la temperatura globale potrebbe già raggiungere il valore soglia stabilito dagli Accordi di Parigi, pari a +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. A sancirlo è il Global Annual to Decadal Climate Update for 2022-2026 dell’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization, WMO). Secondo il rapporto, la probabilità che avvenga lo sforamento è cresciuta costantemente dal 2015, quando era vicina allo zero, al 10% per gli anni 2017-2021 e fino al 48% per il periodo 2022-2026.

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Le foreste europee sono sempre più vulnerabili

A causa dei cambiamenti climatici circa il 60% delle foreste sta perdendo le proprie difese naturali contro incendi, parassiti e altri eventi atmosferici.

Con l’aumento di temperatura globale di circa 0,5 gradi che si è verificato dopo il 2000, incendi, attacchi di parassiti e colpi di vento rischiano di danneggiare nei prossimi anni circa 33,4 miliardi di tonnellate di biomassa forestale; è quanto rileva uno studio condotto da Giovanni Forzieri, ricercatore presso il Joint Reserch Centre della Commissione europea, nel febbraio 2021 su Nature Communications.

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MIGRAZIONI Tornano gli sbarchi. Colpa anche della crisi climatica

Cala il totale, ma alla guerra si sono aggiunti i disastri del clima

I dati a lungo termine mostrano che la migrazione internazionale non è uniforme in tutto il Mondo, ma è plasmata da fattori economici, geografici, demografici, climatici, bellici e di altro tipo che determinano modelli migratori distinti che seguono specifici “corridoi”.

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Dal 15 maggio consumiamo più di quanto il Pianeta mette a nostra disposizione

Al nostro Paese servirebbero 2,7 Terre

Quest’anno, la data in cui abbiamo esaurito quanto possiamo consumare è caduta due giorni più tardi rispetto al 2021. Ma non c’è da essere tanto soddisfatti. Se tutti gli abitanti del Pianeta vivessero come gli italiani, servirebbero 2,7 Terre per sostenere la popolazione mondiale.

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MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Ripopolamento per la tutela del patrimonio locale

Cambiamento culturale e recupero dell'esistente le priorità. Il telelavoro è un’opportunità

Il 2022 è stato proclamato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) anno dello sviluppo sostenibile della montagna. Come sottolineato in una recente pubblicazione dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), in montagna si concentra la metà degli hotspot di biodiversità, la cui preservazione è fondamentale nell’opera di mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, la montagna è un luogo fragile, nel quale persistono profonde disuguaglianze a livello economico, sociale, territoriale e geomorfologico. Cosa significa allora, oggi, pensare a uno sviluppo sostenibile per questi territori?

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A trent’anni da Rio de Janeiro l’Umanità al bivio

La sostenibilità è ancora un obiettivo lontano. Cosa abbiamo sbagliato, perché e cosa dovremmo fare

Coloro che si occupano di sostenibilità sanno che quest’anno si celebrano diversi anniversari importanti: cinquant’anni dalla prima storica Conferenza di Stoccolma durante la quale per la prima volta si posero al centro della riflessione internazionale le questioni dell’inquinamento e della protezione dell’ambiente; cinquant’anni dall’evento – minore ma intellettualmente più rilevante – della Conferenza del Dai Dong, summit indipendente organizzato proprio a Stoccolma in preparazione della conferenza ONU; cinquant’anni dalla pubblicazione del primo famosissimo rapporto “The Limits to Growth”, elaborato da alcuni scienziati del Massachusetts Institute of Technology di Boston, coordinati da Donella Meadows, a cui si era rivolto Aurelio Peccei, il visionario industriale e manager fondatore del Club di Roma; infine, trent’anni dal primo Summit della Terra di Rio de Janeiro durante il quale il concetto di sviluppo sostenibile, definito nel 1987 da Gro Harlem Brundtland, venne presentato al mondo.

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TRANSIZIONE ENERGETICA Gas e nucleare nel mix, secondo Pinelli e Mantovani di Unife

Sì agli investimenti privati nella fusione nucleare, ma non ci si arriverà nel 2030

“Nessuna scelta monoenergetica è saggia. Ogni fonte di energia ha i suoi pro e contro: la cosa più intelligente da fare è un mix che sia il più variegato possibile e compatibile con l’ambiente. Il problema dell’energia, infatti, se lo si affronta nell’ottica di ‘questo è meglio di quello’, non trova una soluzione adeguata alle esigenze delle società moderne” afferma ad Agenda17 Fabio Mantovani, docente di Fisica e membro del Laboratory for Nuclear Technologies presso l’Università di Ferrara.

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TRANSIZIONE ENERGETICA Al Cnr di Pisa passi avanti verso la fusione nucleare controllata

Potrebbe presto affiancare le fonti esistenti, ma bisogna investire nella ricerca, secondo Leonida Gizzi

“C’è del realismo nell’inseguire il sogno della fusione per l’energia. Un realismo alimentato dai continui traguardi che confermano la nostra crescente capacità di controllo del processo e lasciano prevedere che la soluzione del problema fusione controllata sarà scientificamente acquisita in tempi brevi.” Lo afferma Leonida Antonio Gizzi, direttore di ricerca dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino) di Pisa nel seminario sulla fusione laser recentemente organizzato dall’associazione Energia ecologia economia.

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Migranti climatici

La foto di Zakir Hossain Chowdhury ritrae una famiglia migrante in Bangladesh, uno dei Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico

Aumentano i rifugiati in tutto il Mondo. I “rifugiati ambientali” – in crescita in seguito ai disastri ambientali connessi alla crisi climatica – non hanno ancora diritti definiti a livello giuridico e umanitario.
Dal 2008, oltre 318 milioni di persone sono state costrette a spostarsi a causa di inondazioni, tempeste, terremoti e siccità, di cui 30.7 milioni solo nel 2020 (dati: Internal Displacement Monitoring Centre).

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