Secondo i dati scientifici nei prossimi anni diventerà quasi impossibile sciare, soprattutto alle quote più basse: eppure, innevamento e nuovi impianti rimangono una priorità nell’agenda degli operatori del settore. Come agire, allora, per uno sviluppo sostenibile e a lungo termine? Dobbiamo cambiare il nostro approccio a ecosistemi delicati come quelli montani, a partire dalla stagione invernale, che più manifesta gli effetti del clima che cambia. Va in questa direzione la risoluzione delle Nazioni unite sullo “Sviluppo sostenibile delle montagne” adottata lo scorso novembre da 110 Paesi: presentata da Italia e Kirghizistan, incoraggia gli Stati a intraprendere azioni di lungo termine per lo sviluppo delle aree montane.
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Con volontà e investimenti la decarbonizzazione è possibile, secondo l’ingegnere Piva di Unife
Il mix energetico europeo è un approccio troppo cauto
“L’approccio del mix energetico, che affianca diverse fonti di produzione di energia, comprese quelle fossili, è troppo cauto: siamo riusciti a fare le cose quando c’è stata la volontà. L’unica alternativa è essere decisi: il mix è una prospettiva di buon senso, ma è un approccio estremamente conservativo. Dovremmo imparare da una crisi energetica come quella appena vissuta, che non è stata determinata solo alla guerra ma anche e soprattutto da prezzi troppo bassi e mancanza di investimenti.” È quanto dichiara ad Agenda17 Stefano Piva, docente di Fonti energetiche rinnovabili presso l’Università di Ferrara.
Bene le rinnovabili in Ue secondo Ember. Ma per l’economista Fazioli di Unife restano molti problemi
Persa la sovranità sulle fonti, ora dipendiamo dal mercato. Puntare su accumulo e comunità energetiche
Ember, il think tank ambientale senza scopo di lucro che si batte per la decarbonizzazione, ha rilasciato l’European Electricity Review, un’analisi della produzione energetica in Europa nel 2022, e ha posto l’accento soprattutto sulla crescita dell’energia da fonti rinnovabili. In particolare, il report rileva che negli ultimi quattro mesi dell’anno è calata la produzione di carbone (-6% rispetto al 2021), soprattutto grazie a un calo della domanda di elettricità, e nel 2023 si prevede un’ulteriore diminuzione del 20% della produzione di energia da fonti fossili.
Siccità: per il Po tutti i dati sono sotto la media storica
Neve, pioggia, portate e accumulo idrico nei grandi laghi dell’intero bacino idrografico presentano gravi anomalie. E le temperature aumentano.
Una Costituzione della Terra per salvarci da cambiamento climatico e disastro nucleare
La proposta del giurista Luigi Ferrajoli agli incontri di Csv e Unife
“Crisi climatiche, migrazioni e guerre: che fare? Dovremmo prendere consapevolezza del fatto che viviamo il momento più drammatico della nostra storia: non è mai successo che la sopravvivenza stessa dell’Umanità fosse così a rischio”. Con queste parole Luigi Ferrajoli, giurista, filosofo del diritto e autore di “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” ha introdotto il primo incontro del corso Mutazione climatica, crisi energetica e guerre.
Contributi al dialogo – Energia. “Gassificazione totale” nel piano nazionale
A Piombino l’11 marzo manifesta l'opposizione
La guerra in Ucraina ha reso ancora più drammaticamente evidente il ruolo che hanno le fonti energetiche nelle nostre società. Lo scenario peggiore è quello di un incidente che coinvolga le centrali nucleari, ma anche la transizione verso fonti energetiche “pulite” ha incontrato nuovi ostacoli a causa della temuta mancanza di approvvigionamenti di gas dalla Russia. Mentre da tempo era in corso un acceso dibattito sul mix di energie necessario per la transizione, la guerra ha spinto alla corsa ad accaparrarsi forniture di gas in grandi quantità in nuovi mercati e diverse modalità, fra cui i rigassificatori, la cui installazione ha suscitato ulteriori dubbi e proteste.
Solo un fiume “libero” protegge dalle piogge estreme
Secondo Laura Leone, presidente del Centro italiano per la riqualificazione fluviale, servono meno opere e più soluzioni nature-based
Sono stati 104 i casi di alluvioni e allagamenti causati da piogge intense in Italia nel 2022, secondo l’ultimo bilancio dell’Osservatorio città clima di Legambiente. Ma argini e vasche di laminazione artificiali non sono sempre la soluzione migliore per adattarsi ai cambiamenti climatici in corso. Per ridurre il rischio idrogeologico, infatti, occorre ridare spazio ai fiumi, ridurre le artificializzazioni e privilegiare soluzioni basate sulla natura.
Fuoripista vietato
La monocoltura dello sci non regge al cambiamento climatico
La stagione sciistica si scontra con l’assenza di neve. La nuova normalità è la neve artificiale: dalle Olimpiadi invernali alle piste di tutto il Mondo, gli sport invernali non possono rinunciarvi. Le Olimpiadi di Pechino, ad esempio, si sono affidate quasi completamente all’innevamento artificiale, in una Regione i cui inverni si sono già accorciati di oltre dieci giorni rispetto agli anni Settanta.
DOPO COP27 Un fondo per i Paesi poveri contro il cambiamento climatico. Secondo Frattini di Unife tutti dovrebbero contribuire
Ma Usa e Cina si rinfacciano ruoli e responsabilità. Chi e come deve contribuire è una partita aperta
“Se da un lato COP27 (Conference of Parties) è stata deludente rispetto a quanto si sarebbe potuto fare, dall’altro aver ammesso l’ipotesi di compensare le conseguenze del cambiamento climatico è un passo importante dopo decenni di stallo da questo punto di vista” dichiara ad Agenda17 Federico Frattini, docente di Storia economica presso l’Università di Ferrara.
COP15 Crisi della biodiversità: sempre più specie a rischio di estinzione
Allarme alla Conferenza di Montreal: servono interventi urgenti
La varietà di specie che popolano il nostro Pianeta si assottiglia di giorno in giorno, mentre la lista di quelle che rischiano di scomparire continua ad allungarsi. Ne fa parte anche l’orango di Sumatra (Pongo abelii), dichiarato a rischio critico di estinzione dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (International Union for Conservation of Nature, IUCN).
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE È iniziata la stagione dello sci. Con sempre meno neve
Quarant’anni fa nevicava due settimane in più. Il 2022 annus horribilis per i ghiacciai alpini
La grave siccità che ha colpito le nostre montagne quest’estate non sarà un evento isolato: uno studio pubblicato su Scientific Report conferma che questo trend negativo colpisce da decenni le aree montuose di tutto il Mondo, che hanno perso due settimane di neve l’anno rispetto al 1982.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE I rifugi alpini come luogo di condivisione sociale e confronto, secondo Giacomo Benedetti, vicepresidente Cai
In carenza di interventi di mitigazione climatica, le relazioni tra chi vive il territorio sono un’alternativa per nuove risposte
Le temperature elevate della primavera ed estate associate alla carenza idrica evidente già a inizio luglio anche ad alta quota hanno preoccupato da subito i rifugisti che temevano una chiusura anticipata della stagione di lavoro. Qualche precipitazione nel mese di agosto associata a interventi per migliorare la captazione dell’acqua hanno garantito il mantenimento dei servizi in quota fino a metà-fine settembre come da prassi.
Giacomo Benedetti, neoeletto alla vicepresidenza generale del Club alpino italiano (Cai), racconta ad Agenda17 come è andata la stagione estiva.