Dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 è in programma a Dubai (Emirati arabi uniti) la prossima Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP28). I Governi africani si presenteranno con una posizione comune stabilita all’Africa Climate Summit, tenutosi a Nairobi (Kenya) all’inizio di settembre. Il vertice e la Dichiarazione finale di Nairobi si sono concentrati sulla finanza climatica e sul (controverso) mercato dei crediti carbonici.
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Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (2)
Le abbondanti piogge primaverili non bastano ai laghi d’alta quota, secondo i malgari Ellena e Marchetti. Benedetti del Cai: “aiuti ai rifugi per l’acqua”
Nonostante la situazione non sia stata grave come lo scorso anno, anche quest’estate la siccità si è fatta sentire già alle quote più alte. I rifugi alpini evidenziano le crescenti difficoltà di gestione a causa della sempre maggior carenza idrica, ma anche i malgari fanno sempre più fatica ad abbeverare i loro animali e i laghi d’alta quota perdono molto del loro invaso.
Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (1)
Sempre meno acqua. Dal Piemonte al SudTirolo: l’esperienza dei gestori Tranchero (rifugio Sella), Ceschini (Caduti dell'Adamello), Boninsegna (Pradidali), Pallotta (Re Alberto) e Nardelli (Marteller Hütte)
È ancora emergenza acqua per i rifugi alpini, anche se l’estate 2023 è stata un po’ meno avara rispetto alla precedente. Alessandro Tranchero, storico gestore del rifugio Quintino Sella (a 2.640 metri di quota) ai piedi del Monviso in valle Po, esprime ancora la propria preoccupazione. “La situazione contingente – afferma ad Agenda17 – è sicuramente diversa dallo scorso anno, quest’estate è stato decisamente più facile gestire il rifugio, ma non siamo assolutamente usciti dal problema.
Il bostrico continua a distruggere le foreste alpine. Quest’anno il picco è in agosto
Il cambiamento climatico contribuisce alla sua proliferazione, secondo l’ispettore Finozzi. Fondamentale “riprogrammare” i boschi
“Inizialmente si pensava che pioggia e temperature più basse registrate in primavera avrebbero diminuito il livello di attacco del bostrico: in realtà si trattava semplicemente di un ritardo nella manifestazione del sintomo. Di fatto, quello che lo scorso anno vedevamo a giugno, cioè il sintomo provocato dall’attacco degli insetti che hanno svernato quest’anno lo stiamo vedendo adesso” afferma Valerio Finozzi, ispettore fitosanitario presso la Regione Veneto a un anno di distanza dal nostro primo monitoraggio sugli effetti dell’insetto che sta divorando i boschi di abete rosso.
Sempre più critico lo sci estivo sul ghiacciaio dello Stelvio. E una sentenza boccia un nuovo impianto
In tribunale vince la biodiversità con un verdetto “apripista”. Ma contro la monocoltura dello sci servono scelte complesse
Le immagini che vengono in questi giorni dallo Stelvio sono impressionanti: quello che era un paradiso per i patiti dello sci estivo e un ideale campo d’allenamento per gli atleti è diventato un purgatorio in cui ritagliarsi qualche ora mattutina di neve ancora sciabile.
Gruccioni in città
Il cambiamento climatico ha portato i gruccioni, variopinti uccelli appartenente alla famiglia delle Meropidae, a nidificare lungo la via Emilia, tra Bologna e Ozzano dove i volatili sono facilmente osservabili appollaiati sui fili elettrici o su quelli del telefono ai lati della strada.
I fiumi alpini e l’uomo. Un’amicizia finita male, secondo Stefano Fenoglio cofondatore di Alpstream
Il centro di ricerche studia i corsi a monte e la conservazione della loro biodiversità
Venivamo da una prolungata siccità nel 2022 e 2023, quando il cambio di rotta del mese di maggio – che ha prodotto le alluvioni in Emilia Romagna – ha portato significative nevicate tardive in quota sui monti, che, se hanno colmato temporaneamente i corsi d’acqua, non hanno potuto però ristabilire le condizioni di equilibrio dei fiumi alpini. Alpstream è il nome del primo Centro di ricerca per lo studio dei fiumi alpini del nostro Paese, e si occupa di analizzare la relazione tra crisi climatica e stato dei fiumi alpini. Sono ricerche preziose perché permettono di individuare fenomeni meno appariscenti di quanto non sia un grande fiume come il Po in secca in pianura, ma che costituiscono il campanello d’allarme anche per altre problematiche.
La Svizzera verso la neutralità climatica grazie a un’iniziativa popolare
È stata approvata dai cittadini svizzeri la Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli) che prevede che la Confederazione raggiunga la neutralità climatica entro il 2050.
Le parole e le cose – Diniego
Automatismo difensivo dalla paura del disastro climatico
Conosciamo ma non sentiamo: la scissione ragione/sentimento e il diniego della realtà sono conseguenza della gravità della crisi climatica. Pur essendo informati e consapevoli dell’origine antropica del problema non riusciamo a reagire e ad attivare strategie politiche e sociali e comportamenti individuali all’altezza della nuova era che chiamiamo Antropocene.
La crisi ambientale è così grave che non riusciamo ad accettarla. Contro la rimozione immagini e storie dal Salone del libro di Torino
Le foto e i racconti di Simon Mundy del Financial Times parlano di (in)giustizia climatica
La prima foto che Simon Mundy, reporter del Financial Times, mostra sullo schermo al pubblico del Salone del libro di Torino è quella di Gombo, un pastore della provincia di Zavkhan, in Mongolia. Se il muso del suo yak è coperto di neve, che si estende fitta a perdita d’occhio, il volto del pastore, raggiunto dalla forte luce del sole, esprime preoccupazione.
SPECIALE ALLUVIONI E SICCITÀ Il cambiamento climatico presenta il conto. Per la sostenibilità servono fatti (nuovi)
Analisi e idee al festival ASVIS con il patrocinio della Rete delle Università sostenibili
Piogge estreme che causano inondazioni alternate a siccità e desertificazione: ne avevamo già parlato a novembre Con Paolo Ciavola, docente di Geografia fisica e dinamica costiera dell’Università di Ferrara. Da poco c’era stata l’alluvione nelle Marche, e allora avevamo titolato “Il Bel Paese si scioglie”. Venivamo da un’estate di siccità causata per Il bacino del Po da troppo caldo, con poca pioggia e neve. Poco dopo l’alluvione marchigiana abbiamo lamentato – ormai prevedibilmente – la grande siccità dell’autunno-inverno (una delle peggiori in assoluto). E ora la tragedia dell’alluvione che dall’Emilia-Romagna arriva di nuovo a lambire le Marche. Pochi mesi per troppi danni.
SPECIALE ALLUVIONI E SICCITÀ Per la Pianura Padana gli anni 2022 e 2023 sono stati i peggiori del secolo
Il territorio ferrarese tra vulnerabilità e sfide: agire nel presente pensando al futuro. E ci sono molte idee nuove
Il territorio ferrarese sconta una accentuata vulnerabilità nei confronti del rischio idrogeologico che deriva dalla sua stessa conformazione, per la gran parte sotto il livello del mare, posto all’interno di un “catino naturale” delimitato da un lato dal mare, e dall’altro dai grandi fiumi pensili che lo circondano, Po, Reno e Panaro.