A trent’anni da Rio de Janeiro l’Umanità al bivio

La sostenibilità è ancora un obiettivo lontano. Cosa abbiamo sbagliato, perché e cosa dovremmo fare

Coloro che si occupano di sostenibilità sanno che quest’anno si celebrano diversi anniversari importanti: cinquant’anni dalla prima storica Conferenza di Stoccolma durante la quale per la prima volta si posero al centro della riflessione internazionale le questioni dell’inquinamento e della protezione dell’ambiente; cinquant’anni dall’evento – minore ma intellettualmente più rilevante – della Conferenza del Dai Dong, summit indipendente organizzato proprio a Stoccolma in preparazione della conferenza ONU; cinquant’anni dalla pubblicazione del primo famosissimo rapporto “The Limits to Growth”, elaborato da alcuni scienziati del Massachusetts Institute of Technology di Boston, coordinati da Donella Meadows, a cui si era rivolto Aurelio Peccei, il visionario industriale e manager fondatore del Club di Roma; infine, trent’anni dal primo Summit della Terra di Rio de Janeiro durante il quale il concetto di sviluppo sostenibile, definito nel 1987 da Gro Harlem Brundtland, venne presentato al mondo.

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Migranti climatici

La foto di Zakir Hossain Chowdhury ritrae una famiglia migrante in Bangladesh, uno dei Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico

Aumentano i rifugiati in tutto il Mondo. I “rifugiati ambientali” – in crescita in seguito ai disastri ambientali connessi alla crisi climatica – non hanno ancora diritti definiti a livello giuridico e umanitario.
Dal 2008, oltre 318 milioni di persone sono state costrette a spostarsi a causa di inondazioni, tempeste, terremoti e siccità, di cui 30.7 milioni solo nel 2020 (dati: Internal Displacement Monitoring Centre).

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Come il mondo segreto dei funghi può salvare l’ambiente

Un appello ai “miconauti” di tutto il mondo per scoprire il “wood wide web”

“Se vogliamo affrontare la crisi climatica, dobbiamo occuparci di un punto cieco globale: le ampie reti fungine sotterranee che sequestrano il carbonio e sostengono gran parte della vita sulla Terra”. Questa l’opinione di Merlin Sheldrake, biologo e autore di Entangled Life: How Fungi Make Our Worlds, Change Our Minds, and Shape Our Futures e di Toby Kiers, professoressa di biologia evolutiva alla Libera università di Amsterdam e co-fondatrice della Society for the Protection of Underground Networks (SPUN).

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Per aiutare il Pianeta bastano piccoli cambiamenti a tavola

Non è necessario essere vegetariani per ridurre l'impronta di carbonio della dieta

Un studio recentemente pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition mostra come si possa ridurre l’impronta di carbonio fino al 48%, sostituendo una sola porzione di carne bovina consumata al giorno con un alimento simile da un punto di vista nutrizionale, ad esempio pollo, ma meno impattante sull’ambiente.

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Ice Memory, collaborazione internazionale in Antartide per il clima del Pianeta

La comunità scientifica senza bandiere realizza una biblioteca dei ghiacci da tutto il Mondo

Fate la ricerca non fate la guerra. Mentre giungono notizie sconfortanti di interruzioni di collaborazioni scientifiche internazionali a causa della guerra in Ucraina, vi proponiamo una storia di ricerca che va in tutt’altra direzione.
Con la guida di scienziati da tanti Paesi, e il commento di Massimo Coltorti di Unife, vediamo come studiando la storia dei ghiacci si possa affrontare il problema planetario della salvaguardia del clima.

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Neve nel Sahara

Il fotografo algerino Karim Bouchetta ritrae le dune imbiancate vicino alla città algerina di Ain Sefra

La neve è tornata nel Sahara lo scorso gennaio, nel Nord-Ovest dell’Algeria. La prima nevicata di cui si ha traccia in questo territorio si è verificata nel 1979, quella successiva nel 2016 e poi nel 2018, nel 2021 e infine quest’anno. L’insolito evento, dunque, sta diventando sempre più frequente.

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Tonga, la nube eruttiva non raffredderà il clima

Mentre riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci potrebbero aumentare le eruzioni

La recente eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, situato nell’Oceano Pacifico nell’arcipelago di Tonga, ha liberato in atmosfera un’enorme nuvola di cenere e anidride solforosa (SO2) e ha sollevato nella comunità scientifica numerose domande circa le possibili conseguenze sul clima globale.

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Oceani e mari sempre più caldi, e il Mediterraneo si riscalda più velocemente di tutti (2)

Perdita di biodiversità e uragani anche alle medie latitudini sono alcune delle conseguenze

Il Mar Mediterraneo, oltre a scaldarsi più velocemente, sta diventando sempre più salato. La sua biodiversità, già da tempo sottoposta a enormi pressioni, sta diminuendo a causa dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione, dell’eccessivo sviluppo costiero e del traffico marittimo, senza contare altre attività antropiche.
Nel bacino sono presenti più di mille specie aliene, tipiche dei mari tropicali, la cui sopravvivenza e diffusione è favorita dall’aumento della temperatura media dell’acqua. Al contrario, molte specie native si stanno spostando alla ricerca di acque più fredde, mentre altre ancora si avviano all’estinzione.

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Energia dall’atomo: alti rendimenti, ma non del tutto carbon free

La filiera del nucleare cambia molto nei diversi Paesi

In Europa la maggior parte dei Paesi ricorre ai combustibili fossili per produrre energia. Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (European Environment Agency, EEA), circa il 77% del fabbisogno energetico del cittadino europeo medio è soddisfatto da petrolio, gas e carbone. A questi si aggiungono il 14% proveniente dall’energia nucleare e il restante 9% da rinnovabili, le quali però sono in rapida crescita.

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