Presso la sede dell’ONU a New York, si è svolta recentemente la seconda Conferenza delle nazioni che hanno firmato il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW).
Il TPNW è il primo trattato internazionale che mette al bando gli ordigni nucleari, ed è considerato uno strumento fondamentale per raggiungere il disarmo nucleare universale e l’abolizione, tramite strumenti legali, di tutti gli ordigni di distruzione di massa nucleari.
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Conferenza per il Trattato di messa al bando delle armi nucleari. Tante adesioni ma i Paesi con le bombe non firmano
Mai così tante spese militari nel Mondo. Nel 2022 raggiunto il massimo storico
La guerra in Ucraina e la fine dei trattati le cause principali
“La situazione sul piano di battaglia è difficile e questo ci deve spingere ancora di più ad aiutare l’Ucraina” ha dichiarato nei giorni scorsi Jens Stoltenberg, il Segretario generale della NATO. E questo significa: più armi.
Intanto, la Russia – che si è recentemente ritirata dal Trattato CFE sul controllo e contenimento delle armi convenzionali- ha lanciato un programma di produzione bellica mai visto prima, che nel 2024 porterà la spesa militare del Paese a 10,8 trilioni di rubli (circa 111 miliardi di dollari), il 6% del PIL, in aumento rispetto al 3,9% di quest’anno e al 2,7% del 2021.
La società civile si mobilita per la pace: tre referedum in Italia e quaranta Paesi al Vertice di Vienna
Il summit austriaco lancia una settimana di mobilitazione internazionale e i referendum chiedono sanità al posto di armi
Nel silenzio quasi totale dell’informazione e nella scarsa attenzione della politica, le voci per la pace continuano la loro difficile promozione di un dialogo che ponga fine al conflitto in corso nel cuore dell’Europa, o quantomeno incentivi la ricerca di un negoziato. Recentemente si è tenuto a Vienna il Vertice internazionale dei popoli per la pace in Ucraina, nel quale si è affermato l’invito alla mobilitazione generale contro l’uso delle armi come strumento di risoluzione dei conflitti, mentre nel nostro Paese dal 22 aprile è in corso la raccolta firme per tre referendum su sanità pubblica e pace promossi da Generazioni future e Ripudia la guerra.
Armati per paura
Secondo i dati della Polizia di Stato aggiornati al 2022, nel nostro Paese le licenze per porto d’armi sono 1.237.912, di cui 609.527 per la caccia, 574.842 per uso sportivo, 12.008 per difesa personale e 41.535 per le guardie giurate. Tuttavia, come spiega Giorgio Beretta nel libro “Il Paese delle armi”, le armi detenute possono essere molte di più. Il progetto di ricerca Small arms survey di Ginevra ha stimato 8,6 milioni di armi legali e illegali detenute in Italia da civili nel 2017.
LABORATORIO PACE Primi produttori in Europa di armi leggere; conviventi e famigliari le vittime più numerose
Maggiori controlli per le licenze e l’esportazione: ne parla in Unife Giorgio Beretta, autore de Il Paese delle armi
“L’Italia e il mercato delle armi fra industria, commercio ed escalation militare”: è il tema dell’incontro organizzato dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, in programma lunedì 13 marzo alle 17 presso il Polo didattico degli Adelardi. Coordinato dai docenti Alfredo Mario Morelli e Giuseppe Scandurra, l’incontro – il primo di una serie organizzata dal Laboratorio – sarà l’occasione per approfondire con Giorgio Beretta miti e zone grigie de “Il Paese delle armi”, titolo del suo libro ma anche specchio di un’Italia in cui produzione, commercio e uso delle armi comuni sono all’ordine del giorno.
Escalation: governi decisi, cittadini contrari
Escalation nel corso di una guerra ha sempre un significato nefasto. Aumenta a dismisura le sofferenze umane e le distruzioni materiali, il cui “prezzo” si abbassa proporzionalmente all’innalzarsi del livello dello scontro.
È un salto di qualità, non una “semplice” intensificazione dei metodi fino a quel momento adottati. Spesso viene propagandata come passaggio obbligato per giungere alla pace attraverso la vittoria, superando ostacoli altrimenti insormontabili.
Nuovo modello strategico NATO: l’Europa non sarà più oasi di pace
Ed esplode la spesa militare mondiale
In un precedente articolo abbiamo documentato il nuovo concetto strategico (CS) della NATO, che si è affermato dopo la guerra in Ucraina. “La posizione di deterrenza e difesa della NATO si basa su un’appropriata combinazione di capacità di difesa nucleare, convenzionale e missilistica, integrate da capacità spaziali e cibernetiche”. Questo è il quadro entro cui si riorganizza la posizione dell’Alleanza e degli Stati che ne fanno parte. Di seguito vediamo come si articola questa strategia.
La nuova strategia NATO: fine del controllo degli armamenti e progressiva militarizzazione dell’Europa
E un malinteso potrà portare alla catastrofe nucleare, secondo Antonio Guterres, segretario generale Onu
La recente dichiarazione del segretario generale dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) Antonio Guterres, in occasione della decima Conferenza del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), non lascia spazio a dubbi: “finora siamo stati fortunati ma la fortuna non è una strategia. L’umanità è solo a un malinteso, a un errore di calcolo, dalla catastrofe nucleare. Ridurre il rischio di guerre non è abbastanza: eliminare le armi nucleari è l’unica garanzia che non saranno mai usate.”
Ameriguns: gli americani e le armi
I ritratti inquietanti e le storie dei proprietari di armi nelle immagini di Gabriele Galimberti, vincitore del WordPress 2021
“Scelgo le mie armi in assoluta libertà, non mi fido dei consigli delle aziende. Le compro spesso su Internet, esattamente come faccio per i miei vestiti” afferma l’ex attrice californiana Bree Michael Warner, oggi membro National Rifle Association (NRA) e istruttrice di armi da fuoco, ritratta dal fotografo toscano nella nuova proprietà a Manhattan.