“I numeri sono quelli attesi, non c’è nulla di straordinario.” Queste le parole di Piero Genovesi, responsabile Ispra della conservazione della fauna e del monitoraggio della biodiversità. “L’orso non è una specie che può avere una demografia esplosiva. Nello studio di fattibilità che fu realizzato nel 1997, prima della reintroduzione, si stimava che nell’area interessata si potesse arrivare a 120 – 130 plantigradi.”
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Mamma orsa uccisa in Trentino: il bilancio del veterinario locale che conosce tutta la storia e il territorio
Alessandro De Guelmi: l’abbattimento di un esemplare è un fallimento della politica e della società civile
“L’abbattimento di un animale protetto quale l’orso non può che segnare il fallimento della politica, ma in generale anche l’incapacità della società civile di confrontarsi in modo aperto e costruttivo su temi divisivi. Paradossale che il maggior responsabile politico di questa cattiva gestione degli orsi in Trentino si erga adesso, attraverso proclami inattuabili e l’emanazione di ordinanze, a paladino della sicurezza delle persone, dimenticando le sue gravi responsabilità in merito alle carenze in termini di ricerca, monitoraggio, conoscenze, informazione, comunicazione e prevenzione in generale.” Sono le parole di Alessandro De Guelmi, ex veterinario che è stato responsabile del benessere e dell’anestesia degli orsi durante le fasi di cattura in Trentino.
La pelle dell’orso. Appesa come trofeo da chi cavalca la paura. Gli stessi che prima ne favorirono l’immigrazione come simpatica mascotte
I plantigradi non amano la compagnia degli uomini, ma noi li attiriamo con il cibo
Una mamma orsa (identificata ufficialmente come Kj1) uccisa su ordine del presidente della Provincia autonoma di Trento e un cucciolo di pochi mesi investito da un veicolo. In pochi giorni, in Trentino è di nuovo esplosa una questione che da tempo fa discutere. Dopo gli anni in cui – con grande battage pubblicitario e campagne massicce di marketing volute anche dagli enti locali – si erano reintrodotte alcune decina di orsi, la capacità di gestire la convivenza con questa specie si dimostra sempre più scarsa e mancano misure di prevenzione coerenti e adeguate a evitare incidenti e potenziali aggressioni.
Molti lupi uccisi legalmente e illegalmente. Cresce l’intolleranza di popolazioni prive di aiuti per la convivenza (2)
Due studi attestano le cause antropiche di morte. Le uccisioni illegali - sottostimate - rimangono preoccupanti
La convivenza tra uomo e lupo è uno dei temi di ampio dibattito nei territori coinvolti dalla presenza di quest’ultimo. Come abbiamo visto, il lupo è considerato come specie particolarmente protetta a livello comunitario e l’attuale legislazione vigente ne impedisce l’uccisione, la cattura, la detenzione e il commercio. Tuttavia, tra le cause antropiche di morte del lupo, anche nonostante i dati siano sottostimati, rimane un’elevata percentuale di uccisioni illegali.
Molti lupi uccisi legalmente e illegalmente. Cresce l’intolleranza di popolazioni prive di aiuti per la convivenza (1)
La specie gode un’ampia protezione legale in Europa, ma si vorrebbe abbassarla per via delle predazioni. Spesso però è l’uomo a non proteggere il bestiame
“Aveva predato sedici capre e per questo è stato ucciso. La Direzione della sicurezza del Cantone di Uri ha informato che questa mattina alle 4, un lupo è stato abbattuto dalle autorità faunistiche incaricate dall’Ufficio foreste e caccia.” Così Ticino online riporta in giugno la notizia dell’abbattimento nel Comune di Realp, in Svizzera, di un lupo. Nel comunicato rilasciato si precisa però che il lupo abbattuto si “presuppone” sia il responsabile. Per saperlo bisognerà aspettare l’analisi del Dna. Fino ad oggi non ci sono novità, ma sicuramente verrà aggiornato il (folto) elenco di lupi abbattuti di cui la Svizzera tiene conto con elvetica precisione.
Aumentare la produzione di proteine animali salvaguardando l’ambiente grazie agli insetti
Meglio comunque puntare a un’alimentazione a base di vegetali
Gli alimenti a base di insetti sono ancora un prodotto di nicchia, ma potrebbero diventare presto una promettente soluzione per le sfide che l’industria alimentare deve affrontare.