Il territorio ferrarese sconta una accentuata vulnerabilità nei confronti del rischio idrogeologico che deriva dalla sua stessa conformazione, per la gran parte sotto il livello del mare, posto all’interno di un “catino naturale” delimitato da un lato dal mare, e dall’altro dai grandi fiumi pensili che lo circondano, Po, Reno e Panaro.
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SPECIALE ALLUVIONI E SICCITÀ La ricetta degli ambientalisti: boschi ripariali, spazio per i fiumi e biodiversità
Manca la visione di insieme e le autorità fluviali sono tali solo di nome, secondo Pileri del Politecnico di Milano
“I fiumi non sono solo l’acqua dei fiumi, ma l’insieme di acqua, sponde e retroterra: da questo complesso dobbiamo stare distanti. Da sempre la vegetazione cresce lungo le sponde e nelle golene e non è un problema se non pretendiamo di ridurre la superficie golenale per guadagnare spazi dove costruire. Perché il problema è nella nostra pretesa di sfruttamento delle aree fluviali: lasciamo in pace i fiumi, stiamo lontani con le nostre costruzioni ma vicini con la nostra attenzione e gli sforzi di manutenzione”. È quanto dichiara ad Agenda17 Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale presso il Politecnico di Milano.
SPECIALE ALLUVIONI E SICCITÀ “La buona progettazione idraulica si fa con la compatibilità ambientale”. Intervista all’ingegner Leonardo Schippa
Leonardo Schippa, docente di Idraulica fluviale e protezione idraulica del territorio presso l’ Università di Ferrara, è membro esperto di Idraulica Fluviale del Comitato scientifico costituito dall’Autorità distrettuale del bacino del Po per l’attuazione del progetto di”Rinaturazione dell’area Po”, finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il progetto di rinaturalizzazione del Po è particolarmente significativo perché deve rispondere alle esigenze di sicurezza, approvvigionamento idrico e tutela della biodiversità di un’area vastissima, che va dal Piemonte all’Adriatico.
Api in pericolo
Giornata mondiale
L’immagine scattata dalla fotografa americana Karine Aigner in un ranch del Texas ritrae un gruppo di maschi di ape del cactus (Diadasia rinconis). È maggio e i maschi sono emersi da poco dal nido e sono in piena attività, pronti per riprodursi.
Il 35% della produzione agricola globale si deve alle api e agli altri impollinatori, riporta la Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Ben 87 delle 115 principali colture a livello mondiale non potrebbero riprodursi senza di loro.
L’Unione Europea verso la messa al bando degli “inquinanti eterni” (2)
Comitati di mamme (Vicenza) e cittadini (Alessandria) chiedono bonifiche dai PFAS, difficili da realizzare secondo Pasti di Unife
È attualmente in via di svolgimento la consultazione pubblica dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (European Chemicals Agency, ECHA) sulla proposta di restrizione a produzione e uso delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), presentata da Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia e motivata soprattutto dai rischi posti alla salute umana. Nel frattempo, nel Mondo si discute anche sui limiti per l’acqua potabile.
L’Unione Europea verso la messa al bando degli “inquinanti eterni” (1)
Aperta una consultazione pubblica. Le aziende si oppongono. Divieti e controlli alla produzione di PFAS, secondo Pasti di Unife
È attualmente in via di svolgimento la consultazione pubblica dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (European Chemicals Agency, ECHA) sulla proposta di restrizione a produzione e uso delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), presentata da Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia e motivata soprattutto dai rischi posti alla salute umana. Intanto, un’indagine di diciotto testate giornalistiche europee ha rivelato più di 17mila siti contaminati in Europa.
Alluvione all’infrarosso
L’evento estremo è avvenuto nel marzo 2021 ed è stato il più grave degli ultimi 30 anni. Per sei giorni, le strade e i ponti che attraversano il fiume sono rimasti sott’acqua, i traghetti sono rimasti bloccati per 9 giorni, i soccorsi di emergenza sono stati più di mille e 18mila persone sono state evacuate dall’area alluvionata.
Marcia degli agricoltori: “Stop ai pesticidi”, ma le Regioni chiedono deroghe ai divieti europei
Si mette a rischio la salute dei bambini per tutelare i vitigni. Meglio prevenzione e diversificazione colturale
Il 1 maggio a Bolzano e Treviso si è svolta la Marcia stop pesticidi, con la quale gli agricoltori hanno chiesto a Regioni, Governo e Unione europea di avviare una drastica riduzione nell’uso di prodotti chimici nelle coltivazioni, largamente diffuso soprattutto in zone interessate da monocolture intensive come il prosecco in Veneto e le mele in Trentino-Alto Adige. Le amministrazioni locali, invece, sembrano andare nella direzione opposta: di recente, diverse Regioni hanno richiesto l’ennesima deroga per un pesticida il cui utilizzo è vietato in quanto particolarmente dannoso per la salute dei bambini.
Le “Anziane per il clima” citano la Svizzera davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo per inazione climatica
Le ondate di calore provocano sensibili aumenti della mortalità nella popolazione anziana
La Corte europea dei diritti dell’uomo dell’ uomo di Strasburgo (Cedu) dovrà esprimersi sui piani climatici inadeguati della Svizzera, Paese che circa 2mila signore hanno citato in giudizio per politiche inefficaci nell’affrontare l’emergenza clima che mette a rischio vita e salute.
Le ricorrenti sono le Anziane per il Clima (Senior Women for Climate Protection Switzerland), età media 73 anni, appoggiate da Greenpeace e da molte associazioni ambientaliste, che vogliono “accendere i riflettori sia sul problema del surriscaldamento globale, sia sulla inazione contro la lotta climatica che da anni denunciano scienziati e milioni di giovani”.
Senza neve
I cittadini delle Terre alte devono essere protagonisti della transizione
Parlare di neve, oggi, significa parlare soprattutto della sua assenza. Significa capirne le ragioni, le conseguenze e le inevitabili dinamiche che condizionano – e condizioneranno sempre più – non solo le economie di montagna e il turismo invernale, ma anche l’ambiente e le nostre vite.
Addio ai monti
Ormai è chiaro: la montagna come l’abbiamo conosciuta e frequentata per lungo tempo sta cambiando e cambierà sempre più. Il campanello d’allarme più forte è suonato all’inizio dell’estate scorsa con la tragedia della Marmolada, la “regina delle Dolomiti”, patrimonio mondiale dell’Unesco.
Stazioni sciistiche piccole chiuse, quelle grandi sovvenzionate. La risposta è nella creatività delle comunità
Casi, testimoni ed esperti di tanti successi raccontati in “Inverno liquido” da Maurizio Dematteis
Le ultime nevicate, che hanno portato un po’ di sollievo sull’arco alpino, non possono avere la pretesa di risollevare il territorio italiano dall’evidente siccità che già ora lo contraddistingue. Gli ultimi dati, raccolti ed emessi da Fondazione CIMA e aggiornati al 15 febbraio 2023, ribadiscono le condizioni di deficit di risorsa idrica nivale in particolare nella zona alpina (-53%). La neve caduta non è infatti sufficiente a raggiungere i valori medi del periodo 2011-21, soprattutto sulle Alpi.