DOSSIER Dopo COP26 Le parole e le cose – Giustizia climatica

Sempre più spesso i cittadini citano in giudizio i governi per inadempienze nella lotta contro il cambiamento climatico, basandosi su dati scientifici. Ma né la scienza, né il giudice possono giocare il ruolo di un “legislatore parallelo”. Fondamentale il funzionamento delle politiche ambientali come fonti di produzione giuridica e la partecipazione pubblica democratica alle deliberazioni legislative. Solo in un quadro di regole certe, la locuzione “giustizia climatica” può acquistare un significato di valore e di obiettivo.

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DOSSIER Dopo COP26 Ruolo nuovo e decisivo della finanza

Quella “verde” è un’illusione. Gli investimenti vanno indirizzati con politiche comuni coraggiose, anche se impopolari, secondo l’economista Roberto Fazioli. Fondamentale una tassa sulla CO2

“Non esistono una finanza buona e una finanza cattiva: esiste la finanza che si muove per convenienze relative. Oggi investiamo molto nel green per diversi motivi, ma allo stesso tempo rimane conveniente anche investire nel fossile perché ha un rendimento maggiore a fronte della crescente domanda di energia. In questo scenario, l’unica via praticabile è una tassa globale sulla CO2”. È quanto dichiara ad Agenda17 Roberto Fazioli, docente di Economia dell’energia e dell’ambiente presso l’Università di Ferrara.

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Affrontare il limbo della precarietà giovanile con Gol

Ma il progetto del Pnrr non basta per risolvere il problema

Precariato. Emigrazione professionalizzata. Transizione occupazionale. Termini che descrivono la debole situazione lavorativa di milioni di giovani italiani (nella fascia di età dai 18 ai 34 anni). Lo Stato interviene con politiche attive del lavoro per le categorie più esposte al rischio disoccupazione, e fra queste ne esiste una rivolta proprio a questa fascia della popolazione: Garanzia giovani, il programma dell’Unione europea ideato nel 2014.

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La gestione dei contenuti nella società dell’algocrazia: il vero potere è nelle mani di chi gestisce gli algoritmi

Di recente il gruppo Facebook, di cui fa parte l’omonimo social network, ha annunciato il suo cambio di nome in “Meta”. Tra i motivi del cambiamento molti critici intravedono la volontà di risollevarsi dallo scandalo seguito alla pubblicazione dei Facebook Papers, documenti interni che gettano ombre sulla gestione dei contenuti e sul trattamento dei dati degli utenti. Ma come funziona davvero il meccanismo che determina cosa pubblicare e, soprattutto, cosa censurare?

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Obiettivo 12 Sostenibilità ed efficienza necessitano di cooperazione internazionale, afferma l’economista Massimiliano Mazzanti. E i produttori devono assumersi maggiori responsabilità

L’obiettivo deve essere ridurre i rifiuti, e non solo differenziare e riciclare. Ma per fare questo non basta la responsabilizzazione dei consumatori; occorre che siano anzitutto i produttori ad agire. La sostenibilità si persegue attraverso l’innovazione dei materiali, dei processi e dei comportamenti. Ma al centro devono esserci le politiche delle istituzioni internazionali.

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Dopo l’approvazione della Politica agricola europea e il voto favorevole alla Farm To Fork è il turno degli Stati membri

Ambientalisti e piccoli agricoltori chiedono più spazio nella definizione del Piano strategico nazionale

La corsa verso l’agricoltura del futuro procede spedita, in Europa come in Italia. Dopo l’approvazione della Politica agricola europea (Pac), arrivata in luglio, la palla è passata agli stati membri. Entro la fine del 2021 il nostro Governo dovrà elaborare e pubblicare il proprio Piano strategico nazionale 2023-2027 (Psn), un documento che renderà concreti i principi della Pac e da cui dipenderanno l’identità e la sostenibilità della nostra agricoltura nei prossimi anni.

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Vent’anni online e mille studenti. Il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza di Unife

La didattica online continua a suscitare forti opposizioni. Si tratta di posizioni largamente dipendenti dall’esperienza emergenziale della pandemia (la famigerata Dad – Didattica a distanza). Esperienze più consolidate offrono un quadro assai diverso. Il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza di Unife – a cui è ancora possibile iscriversi – è un caso di didattica blended “nativo”che in vent’anni ha accumulato una rara esperienza.

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La didattica online piace agli studenti. Se di qualità e integrata con la presenza

I risultati di una ricerca Unife smentiscono alcune voci di stampa

All’Università di Ferrara il modello di didattica online che si è affermato durante la pandemia – ma già oggetto di precedenti originali sperimentazioni didattiche – è quello cosiddetto blended: l’integrazione fra lezioni in aula e diverse modalità di insegnamento in Rete. È un modello che piace alla grande maggioranza degli studenti, come segnalano i risultati di un’indagine empirica condotta all’inizio dell’anno accademico in corso da Marco Pedroni – docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi a Unife – su un campione di studenti frequentanti il Dipartimento studi umanistici.

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