L’anno internazionale dello sviluppo sostenibile della montagna sta arrivando all’ultima tappa: la stagione invernale, che – perlomeno in Europa – coincide con quella della sci. È tempo di bilancio dei mesi appena trascorsi, prima di dedicarci a quella che ormai è chiamata la “monocoltura dello sci”, che ha la sua apoteosi nelle Olimpiadi invernali.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Se la montagna soffre, soffriamo anche noi
Celebrazioni: occasione perduta. Ripartire dal basso e dai giovani
A guardarle dal basso sono belle. Anzi, bellissime. E il mondo, visto da lassù, si presenta nuovo, con tutt’altre prospettive e contorni inediti. Non è retorica, ma un’ammissione inalienabile del reale. Ammesso ovviamente che questa bellezza delle montagne, tutt’altro che illusoria, non sia inquinata nello sguardo dagli effetti di interventi umani di discutibile significato, che spesso corrispondono anche a un doloroso e profondo impatto ambientale. Questa premessa apparentemente trascurabile è invece utile e necessaria per fare una riflessione sull’Anno internazionale dello sviluppo sostenibile della montagna, proclamato dall’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) per questo 2022 e che sta per chiudersi.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Il pericolo non si affronta con l’ossessione della sicurezza, secondo Alessandro Gogna
La lezione della Marmolada: alpinismo con libertà, responsabilità e conoscenza del cambiamento climatico
Marmolada, 3 luglio 2022, ore 14.30: un’enorme massa di ghiaccio si stacca dalla parte alta del ghiacciaio e scivola a valle, trascinando detriti e uccidendo undici alpinisti.
Subito parte la litania dei “si poteva” e dei “si doveva”: prevedere, informare, monitorare, vietare. Con gli inevitabili colpevoli individuali e istituzionali che, a vario titolo, non hanno previsto, informato, monitorato, vietato. La tragedia, si dice, sarebbe stata certo evitata se fossero state messe in atto le giuste misure di divieto, monitoraggio, informazione e prevenzione. Un circolo vizioso che pare individuare nella strada normativa dei regolamenti, dei divieti e dei patentini l’unica possibile per frequentare la montagna in sicurezza.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Vivere in alta quota per sfuggire al riscaldamento globale: per Luca Mercalli è ancora possibile
Le terre alte resteranno comunque più vivibili. Cambieranno paesaggi e turismo
“Non voglio dipingere la montagna come un Eldorado – afferma ad Agenda17 Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana (Smi) –. È un luogo che avrà i suoi problemi come qualsiasi altro, ma almeno rispetto al caldo, che è l’elemento più vistoso e certo del cambiamento climatico (non a caso si chiama riscaldamento globale), la montagna è ancora un luogo dove avere un po’ più di fresco.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE I rifugi alpini come luogo di condivisione sociale e confronto, secondo Giacomo Benedetti, vicepresidente Cai
In carenza di interventi di mitigazione climatica, le relazioni tra chi vive il territorio sono un’alternativa per nuove risposte
Le temperature elevate della primavera ed estate associate alla carenza idrica evidente già a inizio luglio anche ad alta quota hanno preoccupato da subito i rifugisti che temevano una chiusura anticipata della stagione di lavoro. Qualche precipitazione nel mese di agosto associata a interventi per migliorare la captazione dell’acqua hanno garantito il mantenimento dei servizi in quota fino a metà-fine settembre come da prassi.
Giacomo Benedetti, neoeletto alla vicepresidenza generale del Club alpino italiano (Cai), racconta ad Agenda17 come è andata la stagione estiva.
La Nuclear Post Review di Biden: gli USA vogliono evitare il conflitto nucleare, ma senza impegnarsi per il disarmo
Rimane centrale la politica della deterrenza, che richiede però ulteriore rafforzamento degli arsenali
Lo scorso 27 ottobre il Segretario alla difesa americano ha rilasciato la versione pubblica della nuova Nuclear Posture Review (NPR), mentre l’edizione completa, includente le parti mantenute classificate, era stata presentata ai parlamentari lo scorso marzo. Le Nuclear Posture Review stabiliscono la politica e la strategia nucleare americana e determinano il ruolo e l’evoluzione delle forze nucleari.
Comunità energetiche rinnovabili. Tecnologia e solidarietà a Ferrara
Il punto nazionale e l’esperienza della Cooperativa Castello con centinaia di alloggi
“Le Comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per una economia a misura d’uomo”. L’iniziativa, promossa da Fondazione Symbola e Gruppo Tea, si terrà a Mantova il 2 dicembre, e sarà l’occasione per fare il punto sulle Comunità energetiche, grazie anche alla presentazione dei dati della ricerca condotta dalla Fondazione in collaborazione con Ipsos Italia.
Comunità energetiche rinnovabili. Allineamento tardivo alle norme europee, e gravi ritardi nell’attuazione delle direttive
Forte valenza sociale e territoriale della Legge regionale dell’Emilia Romagna
La legislazione italiana (con due anni di ritardo) ha recepito le direttive europee con l’emanazione in particolare della L. 8/2020 ed il D.lgs 199 del dicembre 2021, che apre finalmente la strada, nei sistemi locali, alla produzione di energia elettrica per l’autoconsumo collettivo da parte di cittadini e da parte di Comunità di cittadini organizzati in Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer).
DOPO COP27 Brasile, Indonesia e Repubblica del Congo uniti in una OPEC delle foreste pluviali
Se paghiamo il petrolio al prezzo stabilito dal cartello dei produttori, dovremmo remunerare così anche le risorse ambientali
Sono in corso trattative tra Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo (RDC) – i tre grandi Paesi che detengono oltre metà della foresta pluviale tropicale del Pianeta – per formare un’alleanza strategica, soprannominata l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) delle foreste pluviali.
L’alleanza è stata lanciata il 14 novembre 2022 alla Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27) in Egitto.
DOPO COP27 Il ritorno del Brasile nella lotta alla crisi climatica
Forse la deforestazione dell’Amazzonia non si fermerà, ma sicuramente diminuirà, secondo Gianfranco Franz, docente Unife
La Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27), tenutasi in Egitto dal 6 al 18 novembre, ha visto il ritorno sulla scena internazionale di Luis Inácio Lula Da Silva, presidente eletto del Brasile, che assumerà l’incarico a partire dal primo gennaio 2023.
Nel suo discorso al summit globale del clima, il leader brasiliano ha criticato le spese eccessive per gli armamenti in un Mondo segnato da molteplici sfide, che vanno dalla fame ai cambiamenti climatici, sottolineando che la lotta alla povertà e alla crisi climatica non sono obiettivi separabili ma vanno affrontati insieme.
“Usare Scienza e ricerca per la pace”: Enza Pellecchia, coordinatrice RUNIPace al convegno Unife
Non bastano i Trattati, l’università deve fornire dati chiari e incentivare il dibattito
“RUNIPace è un’esperienza multidisciplinare perché la pace è una cosa complessa e le competenze necessarie per costruirla sono numerose. Capire quindi come le scienze possono contribuirvi significa anche puntare la lente sul modo in cui noi docenti e ricercatori insegniamo e facciamo ricerca, con l’obiettivo poi di prendere la parola nel dibattito pubblico e nell’insegnamento.” Questo è l’approccio al tema della pace entro cui si è mosso l’intervento di Enza Pellecchia, docente di Diritto privato e direttrice del Centro interdisciplinare di Scienze per la pace (Cisp) presso l’Università di Pisa, e coordinatrice della Rete universitaria per la pace (RUNIPace) al convegno “Per un Mondo libero dalle armi nucleari” tenutosi mercoledì presso l’Università di Ferrara.
Covid-19: (molti) errori e lezioni per il futuro. Il rapporto della Commissione Lancet e l’analisi di Emidia Vagnoni di Unife (2)
È mancata la “prosocialità”: l’azione dei Governi per i bisogni dell’intera società umana. Ma ora sappiamo cosa fare
Secondo la Lancet commission, che ha recentemente pubblicato il report del lavoro di centinaia di esperti iniziato nel 2020, i pilastri per una strategia di successo contro il diffondersi di un’infezione come quella che ha causato la pandemia Covid-19 sono cinque: prevenzione, contenimento, un servizio sanitario efficiente, eguaglianza nella distribuzione di rischi e sacrifici, innovazione e condivisione delle scoperte su scala globale.