Il contesto
“Gli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030 dell’Onu, l’Accordo di Parigi sul clima, le strategie europee e nazionali in materia di ambiente richiedono l’impegno concreto di tutte le componenti della società, a partire dalle istituzioni”. Questo l’incipit del recente Rapporto ambientale 2022 della Banca d’Italia.
DOSSIER ASSEMBLEE dei CITTADINI L’effettiva partecipazione dipende dal modello adottato
Dalla semplice consultazione alla deliberazione
In che misura i cittadini possono essere coinvolti nelle scelte che i decisori politici compiono per raggiungere specifici obiettivi? Nelle principali democrazie occidentali sono stati messi a punto strumenti partecipativi con l’obiettivo di offrire la possibilità ai cittadini di prendere parte attivamente a processi consultivi e discussioni che possono influenzare le decisioni pubbliche su temi di rilevanza sociale (es. cambiamento climatico, vaccini e trattamenti sanitari, biotecnologie, nanotecnologie, intelligenza artificiale, ecc.).
Eventi estremi: alluvioni e desertificazione insieme
Paolo Ciavola di Unife: la crisi ambientale è complessa ma ha cause chiare, però si può intervenire anche con la partecipazione dei cittadini
Gli eventi meteorologici estremi associati a gravi inondazioni, dai forti nubifragi delle nostre latitudini alle violente tempeste tropicali, sono sempre più diffusi e frequenti. Limitiamoci a scorrere il calendario degli ultimi due mesi: a metà settembre, nelle Marche, le piogge torrenziali più intense degli ultimi dieci anni hanno portato all’inondazione di vaste porzioni di territorio, con tragiche conseguenze. Negli stessi giorni, il maltempo e le alluvioni colpivano anche la Spagna e il Portogallo.
SPECIALE CARCERE Giustizia, pena, detenzione e recupero
Giovedì incontro a cura di Ferrara sostenibile 2030
La detenzione in Italia sconta da tempo ritardi che con il passare degli anni appaiono insopportabili e in contrasto netto con la lettera e lo spirito della Costituzione. Nel nostro Paese, la condanna e la carcerazione sembrano indissolubilmente legate, mentre si sottovaluta l’importanza delle misure alternative alla vita reclusa.
Questi temi sono al centro della “Conversazione” organizzata da Ferrara sostenibile 2030 al Circolo Arci Bolognesi di Ferrara il 10 novembre alle ore 17.30. Un’occasione per ascoltare le opinioni di chi direttamente si misura con il problema del carcere da punti di osservazione differenti ma tutti allo stesso modo coinvolti.
SPECIALE CARCERE La sola reclusione è un fallimento
Idee, risorse e determinazione per un modello sostenibile
A una qualsiasi azienda che si vedesse respinto il 75% dei propri prodotti non resterebbe che portare i Libri in Tribunale. Che dire allora di una istituzione pubblica che si vede rifiutare oltre il 75% del lavoro svolto? Ebbene questo è il risultato raggiunto dal Sistema carcerario del nostro Paese. Questa è la recidiva, quel fenomeno, cioè, che vede rientrare in cella chi ne è appena uscito.
SPECIALE CARCERE Laurearsi per cambiare vita
Percorso utilissimo ma con molti ostacoli, secondo Stefania Carnevale, delegata Unife. “Studenti senza mani e senza braccia” per carenza di strumenti
Laurearsi in carcere è possibile. È del novembre del 2020 il primo detenuto ad aver conseguito, con lode, la laurea presso l’Università di Ferrara; e fa parte di un gruppo di alcune decine di detenuti che sono giunti al traguardo in uno dei numerosi atenei del nostro Paese che aderiscono alla Conferenza nazionale universitaria poli penitenziari (Cnupp), istituita presso la Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui).
SPECIALE CARCERE La scuola come scelta
Decidere di studiare in carcere apre alla possibilità di una nuova vita. In un docu-film l’esperienza di Ferrara
Dall’obbligo alla scelta, si può riassumere così l’evoluzione che ha subìto la scuola in carcere. Chi viene a scuola ora lo fa scegliendo liberamente tra le diverse attività trattamentali previste dall’ordinamento carcerario, ma spesso l’istruzione in carcere è per molti il primo approccio in assoluto all’istruzione!
Covid e influenza: relazioni pericolose. È ora di prepararsi (2)
Ansia e stanchezza per il ritorno dell’influenza, secondo le ricerche, mentre il Covid-19 non demorde
Qual è l’atteggiamento degli italiani nei confronti di questa stagione invernale, dove vedranno il ritorno dell’influenza durante la pandemia da Covid-19 che ancora ci accompagna? Secondo la ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, un italiano su due si appresta a vivere con uno stato d’animo negativo la prossima stagione influenzale. Tra gli stati d’animo prevalgono ansia (23%), stanchezza (21%), tristezza (3,7%) e diffidenza (3,3%).
Le donne si dichiarano più in ansia degli uomini (27,1% vs 19,1%), e tra le fasce d’età, i più demotivati e sfiduciati sono i trentenni, mentre i giovanissimi si dividono tra ansiosi e indifferenti.
Covid e influenza: relazioni pericolose. È ora di prepararsi (1)
I vaccini Covid proteggono dalla malattia severa, ma quest’anno arriverà l’influenza e non si sa con quali effetti
“Il nostro messaggio è semplice: la vaccinazione salva vite. Diminuisce le probabilità di infezione e riduce il rischio di gravi conseguenze da Covid-19 e influenza. Non c’è tempo da perdere. Incoraggiamo tutti gli aventi diritto, in particolare i più vulnerabili, a farsi avanti il prima possibile sia per la vaccinazione Covid-19 che per quella antinfluenzale”.
Così si conclude la dichiarazione congiunta rilasciata a metà ottobre dal commissario alla Salute Stella Kyriakides, dal direttore regionale dell’Organizzazione mondiale per la salute (Oms) per l’Europa Hans Henri P. Kluge e dal direttore dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) Andrea Ammon.
Non solo hijab nelle proteste delle donne in Iran. In gioco la libertà e il diritto di scelta di tutti
Da due mesi le donne in tutto l’Iran mettono la loro vita in pericolo scendendo nelle strade al grido di “Jin, jiyan azadî ” (donna, vita libertà) dopo la brutale uccisione della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre dopo tre giorni dal suo arresto perché non indossava correttamente il velo.
Fermare la guerra anche per tutelare l’ambiente, vittima silenziosa
“Disarmo climatico”: ne parliamo con Francesco Vignarca, coordinatore campagne della Rete italiana per la pace e il disarmo
“Da sempre come Rete pensiamo a vincere la pace, non la guerra. Il conflitto cioè non ci interessa solo quando è violenza conclamata, perché sappiamo che in guerra si instillano nella popolazione estremismi e semi di odio e violenza che rimangono e impediscono, anche in una situazione di non belligeranza, di costruire la pace in quanto tale. Quindi, dopo aver messo in atto una serie di iniziative immediate di aiuto umanitario alle popolazioni colpite, vogliamo ribadire che non c’è solo il qui e ora, ma ci sono anche problemi futuri di carattere ambientale, sociale e culturale”. È quanto afferma ad Agenda17 Francesco Vignarca, coordinatore campagne della Rete italiana per la pace e il disarmo, tra gli enti organizzatori del convegno Disarmo climatico, che si è svolto a Trento dal 27 al 29 ottobre.
Partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora l’inserimento lavorativo, la percezione di sé e lo sviluppo sociale
Il nostro Paese ha una grande vocazione solidale: va rafforzata, oltre le logiche di mercato, secondo Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà
Il rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale”, pubblicato di recente dalla Fondazione per la sussidiarietà in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat), ha evidenziato una robusta correlazione positiva fra l’impegno sussidiario, la soddisfazione per la propria vita, l’inserimento lavorativo e lo sviluppo sociale.