Si chiude oggi la Settimana nazionale delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) indetta dal Ministero dell’università e della ricerca. Sono trascorsi poco più di vent’anni da quando, nel 2001, fu creato l’acronimo. Allora il governo americano ritenne queste materie strategiche per superare il divario tra la formazione dei giovani e le esigenze di un sistema economico e produttivo sollecitato dalla rivoluzione scientifico-tecnologica e giunto ora fino alle soglie della Intelligenza artificiale generativa (GAI Generative artificial intelligence).
La città autoritaria nuoce anche alla salute. Governare i processi e coinvolgere le organizzazioni dei cittadini, soprattutto i giovani
L’editoriale di Alfredo Alietti, Romeo Farinella pone all’attenzione un argomento cruciale per il futuro: le città come luoghi dell’abitare sono ormai luoghi dove abitare è sempre più difficile “disumano e disumanizzante”. Questo processo è frutto di un modello neoliberista dove anche l’abitazione è divenuta il campo di competizione fra le diverse città, quartieri, palazzi in cui gli indicatori economici e le rendite immobiliari ne costituiscono il metro di giudizio principale e dove “il cittadino diviene sempre più consumatore e cliente”.
Contro la città autoritaria
Per un manifesto di confronto interdisciplinare sui luoghi dell’abitare
Il presente testo costituisce la premessa di una riflessione intrecciata, che coinvolge un sociologo urbano e un urbanista, riguardante il futuro delle nostre città e il loro ruolo all’interno dei processi democratici.
Tale riflessione, che confluirà in un testo in gestazione, costituisce una apertura al dibattito e al confronto interdisciplinare con chi è interessato al futuro delle nostre città come luoghi dell’“abitare”.
L’Italia ha un nuovo Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, ma è nato vecchio e contiene poche soluzioni concrete
Per osservatori e associazioni mancano fondi e azioni chiare per limitare gli impatti del riscaldamento globale
Tanta teoria, poca pratica. Si possono sintetizzare così le reazioni di associazioni ambientaliste ed esperti al nuovo Piano di adattamento ai cambiamenti climatici italiano (Pnacc), approvato con un decreto firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin a fine 2023 e reso poi pubblico in gennaio.
La sessualità è un diritto dei detenuti. In un contesto carcerario drammatico, la Consulta ha riaffermato un principio di giustizia e umanità
Utile anche per il successivo reinserimento nella famiglia, secondo Alessio Scandurra di Antigone
Per la Corte costituzionale, negare in maniera indiscriminata il diritto all’affettività, compresa la sessualità, di tutte le persone detenute è una irragionevole compressione della dignità della persona e un ostacolo alla finalità rieducativa della pena.
Ora i legislatori, la magistratura di sorveglianza e l’amministrazione penitenziaria dovranno lavorare insieme per modificare norma e prassi che prevedono per detenute e detenuti solo colloqui con controllo a vista del personale di custodia, impedendo così di fatto l’espressione dell’affettività a tutte e tutti, anche nel caso in cui non vi siano ragioni di sicurezza, di disciplina o giudiziarie a impedirlo.
Liberarsi dalla plastica è possibile. L’associazione Plastic Free premia i migliori
Un modello complesso di collaborazione fra volontari, amministrazioni, soggetti della cultura, formazione e sport, secondo Felletti Spadazzi, referente Plastic Free Ferrara
Sono 111 le amministrazioni locali italiane, con in testa Milano, Firenze e Torino, recentemente aggiudicatesi il riconoscimento di “Comuni Plastic Free 2024”, nell’ambito della terza edizione dell’iniziativa promossa da Plastic Free Onlus, organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 al contrasto dell’inquinamento da plastica.
I premi, a forma di tartaruga, verranno consegnati alle amministrazioni comunali il 9 marzo.
Il potere di tutti. Il filosofo Pasquale Pugliese ripercorre il pensiero “profetico”, ma non utopico, del maestro della nonviolenza Aldo Capitini
“Stiamo vivendo momenti bui, tragici: guerre, crisi economiche, emergenze sanitarie. Oggi più che mai è necessario parlare e lavorare per la pace. La pace non deve essere un concetto astratto, ma un cammino, un lavoro costante per una società più giusta. Ed è per questo che ora, più che mai, è necessario e importante il lavoro del Laboratorio per la pace, che sta diventando un riferimento stabile nell’ambito degli Studi per la Pace in Italia e all’interno di una rete nazionale che raccoglie numerosi Atenei pubblici.”
Disturbi del comportamento alimentare in aumento. Servono fondi adeguati per diagnosi precoce e presenza capillare, secondo Bastianoni di Unife
Molti studenti si rivolgono al centro di supporto di ateneo, che aiuta a prendere consapevolezza
In Italia circa 3 milioni di persone soffrono di Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna), un dato probabilmente sottostimato poiché non tutti ne hanno consapevolezza né tutti chiedono aiuto. “L’iniziale decisione di tagliare i fondi per il contrasto a questi disturbi aveva messo in allerta le Regioni, che ben conoscono la numerosità delle richieste e l’urgenza di poterle accogliere. I Dna, infatti, possono mettere in serio pericolo la qualità della vita di una persona e meritano una costante attenzione: lavorare con questi disturbi richiede tempo e pazienza poiché il primo alleato nel processo di cura è la fiducia” afferma ad Agenda17 Paola Bastianoni, docente di Psicologia clinica presso l’Università di Ferrara e responsabile del servizio di counseling psicologico di ateneo “Da soli mai”.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Crollo del diritto, della ragione e della politica. Il giurista Luigi Ferrajoli delinea in video il quadro generale
In pericolo la sopravvivenza stessa dell’Umanità. Non basta dichiarare i diritti umani: servono garanzie e politiche per ottenerli
Ci troviamo di fronte al caos totale, al crollo del Diritto, della Ragione e della Politica.
Se vogliamo sperare di sopravvivere come specie, non possiamo limitarci a descrivere l’esistente; dobbiamo prendere atto della necessità di rifondare l’ordine internazionale chiedendoci il perché del suo fallimento.
La cultura giuridica quindi non può limitarsi a descrivere il diritto e le sue violazioni ma deve sollecitare l’introduzione di garanzie adeguate perché i diritti umani sono la finalità ma le garanzie sono gli strumenti, i mezzi per raggiungerli.
La Corte Internazionale di giustizia ordina a Israele di adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non il cessate il fuoco
La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) si è pronunciata sulle misure cautelari richieste dal Sudafrica nel dossier presentato lo scorso dicembre con l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per la guerra di Gaza.
La Corte ha affermato la sua giurisdizione sul caso, e deliberato che Israele deve adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non ha ordinato un cessate il fuoco. I giudici non si sono pronunciati nel merito delle accuse di genocidio, la cui decisione potrebbe richiedere anni. Israele nega fermamente l’accusa, definendola “priva di fondamento”.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Alla Corte Internazionale di Giustizia l’accusa di genocidio presentata dal Sudafrica nei confronti di Israele. Domani una prima sentenza
Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, eventuali misure cautelari potrebbero cambiare la vita dei civili palestinesi a Gaza
Si è tenuta presso la Corte Internazionale di Giustizia (International Court of Justice – ICJ) dell’Aia la discussione del dossier presentato lo scorso dicembre dal Sudafrica con l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per la guerra di Gaza e la richiesta di nuove misure cautelari urgenti, tra queste il cessate il fuoco.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? In gioco il senso stesso dell’esistenza della Corte penale internazionale. In video la ricostruzione del giurista Triestino Mariniello
Tutti i tentativi di portare la questione palestinese davanti alla Cpi sono stati caratterizzati da discriminazioni e doppi standard
Il procedimento relativo al caso della Palestina dinanzi alla Corte penale internazionale (Cpi), iniziato nel 2009, non ha mai portato all’apertura di alcuna vera indagine e ha escluso dal raggio di azione il contesto dell’occupazione militare di tutto il territorio palestinese e del blocco di Gaza, oltre ad altre violazioni documentate da numerose organizzazioni internazionali.