La pandemia ha aumentato i disturbi mentali, soprattutto nei giovani. Lo stigma persiste, ma le risorse investite per la cura della salute mentale restano insufficienti (2)

In Italia è carente l’intervento tempestivo e molti faticano a chiedere aiuto

In Italia, dal 2013 è in vigore il Piano d’azione nazionale per la salute mentale (Pansm), che definisce gli obiettivi di salute per la popolazione e gli strumenti per conseguirli. Le aree di intervento individuate come prioritarie riguardano l’intervento precoce, i disturbi comuni (ad alta incidenza, come depressione e disturbi d’ansia), i disturbi gravi e persistenti e i disturbi di infanzia e adolescenza.

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La pandemia ha aumentato i disturbi mentali, soprattutto nei giovani. Lo stigma persiste, ma le risorse investite per la cura restano insufficienti (1)

L’incidenza delle patologie aumenta nei Paesi ricchi, che sono però quelli che investono meno

“Il problema dello stigma nei confronti dei disturbi mentali è ancora oggi molto evidente, in particolare nei Paesi occidentali. L’essere affetti da un disturbo psichico è spesso ricondotto a una vulnerabilità della persona, un’incapacità di mettere in atto la propria forza di volontà o reagire alla vita. Quindi la sofferenza psichica è percepita come qualcosa inerente l’essere deboli, incapaci e di cui vergognarsi personalmente, con quanto ne consegue in termini di diagnosi precoce e precoci cure.” È quanto afferma ad Agenda17 Luigi Grassi, docente di Psichiatria presso l’Università di Ferrara.

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Fine vita: in Italia è ancora una questione irrisolta

Eutanasia, biotestamento, cure palliative. Per scegliere serve un’informazione competente.

Il 30 settembre si è chiusa la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale promosso dall’associazione Luca Coscioni. Quello del fine vita è uno dei temi più controversi di sempre. Il diritto di poter decidere della propria morte comporta una complessa serie di dilemmi etici e legali.

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Approvazione difficile per Sputnik V. Il contributo di Unife

Diffuso in tutto il Mondo, il vaccino russo non è ancora approvato in Europa. E Putin richiama il G20

“L’accesso ai vaccini e ad altre risorse vitali non è ancora consentito a tutti i Paesi che ne hanno bisogno. Ciò è causato dalla concorrenza sleale, dal protezionismo e dal rifiuto da parte di alcuni Paesi, tra cui i membri del G20, di riconoscere reciprocamente i vaccini e i certificati vaccinali.” Queste le inequivocabili parole con cui il presidente russo Vladimir Putin ha richiamato i leader delle maggiori nazioni riunite a Roma nel tentativo di sbloccare l’impasse, dalle vaste implicazioni sanitarie e geopolitiche, che dura ormai da mesi.

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Antibioticoresistenza: siamo tra i Paesi con maggiori consumi di antibiotici e più alte percentuali di resistenza. Ma la colpa non è solo degli allevamenti intensivi

L’uso di farmaci in veterinaria è diminuito, ma i costi in termini di vite umane e di spese sanitarie restano enormi

“La resistenza agli antibiotici (Antimicrobial Resistance, AMR) è il fenomeno per il quale un microrganismo (batterio) diventa resistente all’attività di un antibiotico originariamente efficace per il trattamento di infezioni da esso causate. Purtroppo, l’uso eccessivo e non sempre appropriato di questi farmaci in ambito umano e veterinario ha contribuito alla rapida diffusione del fenomeno.” È quanto dichiara ad Agenda17 Monica Monaco, ricercatrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità.

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SPECIALE VAX Tempi veloci ed effetti collaterali: perché abbiamo paura dei vaccini

Secondo autorevoli studi internazionali, ci sono motivazioni frequenti per spiegare l’esitazione. Per intervenire efficacemente bisogna conoscerle

La campagna vaccinale contro il coronavirus prosegue ma, nonostante l’introduzione del green pass e l’emergere di nuove varianti, sono ancora molte le persone che non vogliono vaccinarsi. In diversi Paesi sono state studiate le motivazioni dell’esitazione vaccinale e non mancano interessanti analogie nelle risposte fornite dagli intervistati per spiegare perché accettano o, al contrario, rifiutano il vaccino.

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SPECIALE VAX Il green pass non convince le persone a vaccinarsi

Secondo uno studio pubblicato su EClinicalMedicine, il passaporto vaccinale potrebbe non avere solo effetti positivi.

Ne sentiamo parlare quotidianamente, serve per accedere a bar e ristoranti, musei, cinema e teatri, per fare sport e viaggiare: il green pass è ormai parte delle nostre vite. Oltre a tutelare la salute di tutti perché regola l’accesso ai luoghi pubblici, è stato introdotto anche per convincere sempre più persone a vaccinarsi contro il coronavirus. Ma quanto funziona realmente?

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SPECIALE VAX Immunizzare i Paesi poveri potrebbe aiutare a sconfiggere Covid-19

Non solo equità. Secondo uno studio pubblicato su Nature, la maggior disponibilità alla vaccinazione delle popolazioni del Sud del Mondo potrebbe velocizzare la copertura globale.

La disponibilità delle persone a vaccinarsi contro il coronavirus è fondamentale per sconfiggere la pandemia. Nonostante le numerose indagini che analizzano le opinioni della popolazione rispetto ai vaccini, sono ancora pochi gli studi sui Paesi a basso e medio reddito. Eppure, la copertura globale della vaccinazione è indispensabile per fermare il virus e in queste aree potrebbe essere più facile procedere con l’immunizzazione.

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SPECIALE VAX Dalla paura delle iniezioni alla sfiducia nella medicina. I dati e le opinioni di chi esita

Perché abbiamo paura di vaccinarci?
Due studi scientifici confermano: dalle questioni ideologiche allo scetticismo verso la scienza, è la paura degli effetti collaterali la motivazione che più frequentemente spinge a non vaccinarsi sia gli adulti che i giovani.

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