L’Onu dopo Gaza: bloccate le agenzie per le vaccinazioni, messa al bando quella per i rifugiati palestinesi. Ora è morta anche la speranza. Ha senso, a questo punto, il “Patto per il futuro” appena lanciato dalle Nazioni unite?

Avevamo guardato con speranza e gratitudine alla campagna di vaccinazioni antipolio per i  bambini di Gaza. Speranza perché, dopo un anno di guerra in quella Striscia che ormai è un “cimitero in cui si confondono macerie e resti umani” al limite del genocidio, il Fondo delle Nazioni unite per l‘infanzia (UNICEF), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Ministero della sanità palestinese, l’ Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) e tante altre organizzazioni erano riuscite nel compito apparentemente impossibile di restaurare, almeno provvisoriamente, un aspetto del diritto internazionale. 

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Onu, siglato il Patto per il futuro. Rilancio della governance internazionale o ultima illusione?

Clima, pace, giovani, tecnologie: grandi obiettivi per un Mondo che cambia e diventa multilaterale. Ma per un nuovo inizio servirebbero diplomazia e cooperazione internazionale

L’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) ha recentemente adottato a New York il “Patto per il futuro”, una dichiarazione di impegno internazionale su diversi settori con l’obiettivo di “garantire che le istituzioni internazionali siano in grado di agire in un Mondo che è cambiato radicalmente da quando sono state create.” Siamo finalmente di fronte a una presa di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità su temi cruciali come ambiente, giovani, pace, diritti umani e sviluppo tecnologico, o si rivelerà l’ennesima illusione dell’Onu, ricca di buoni propositi difficilmente realizzabili?

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Una Costituzione della Terra contro le catastrofi causate dai sistemi politico-economici. L’appello dal Forum sociale mondiale di Kathmandu

Rilanciare il progetto di Ferrajoli a tutela dell’Umanità e del Pianeta, secondo Stefano Anastasia

L’urgenza di un costituzionalismo globale, in grado di fermare le catastrofi che i sistemi politico-economici possono provocare all’Umanità e al Pianeta è uno dei punti fondamentali emersi nel corso della 16a edizione del World Social Forum (WSF) svoltosi recensement a Kathmandu (Nepal). “Le massicce violazioni dei diritti fondamentali, in quanto crimini di sistema non perseguibili dal diritto penale, e l’urgenza di attuazione del progetto di una Costituzione della Terra lanciato da Luigi Ferraioli” sono state sottolineate nel corso del Forum da Stefano Anastasia, filosofo e sociologo del diritto presso il Dipartimento di scienze giuridiche ed economiche dell’Università degli Studi di Roma “Unitelma Sapienza”.

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Giustizia climatica: non bastano interventi finanziari. Servono decisioni politiche e vincoli giuridici, secondo il giurista Magri di Unife

Le norme nel diritto climatico sono deboli: non è facile costringere gli Stati ad abbattere le emissioni

“La logica di fondi come il Loss and Damage è una logica di solidarietà, ma bisognerebbe chiedersi se abbia senso fare della lotta ai cambiamenti climatici una questione fondamentalmente finanziaria. Inoltre, nonostante l’ipotesi di un’obbligatorietà della contribuzione mi trovi d’accordo, va considerato il diritto internazionale è privo dei meccanismi coercitivi del diritto nazionale in quanto mitigato dalla sovranità degli Stati, per cui anche in questi casi l’accordo si trova nella misura in cui tutti lo vogliono.” È quanto afferma ad Agenda17 Marco Magri, docente di Diritto amministrativo presso l’Università di Ferrara.

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Giustizia climatica: difficile attribuire le responsabilità, meglio un contributo universale proporzionale, secondo l’economista Frattini di Unife

Prevenzione, pace e uguaglianza per contenere un danno annuale di trilioni di dollari

“Purtroppo siamo in una fase in cui si è passati dall’iper spinta alla globalizzazione alla contrapposizione in ogni ambito, dallo sviluppo economico ai diritti umani e al cambiamento climatico, per cui fatico a immaginare che ci siano davvero le condizioni per affrontare in modo costruttivo la questione della giustizia climatica. Bisogna trovare un terreno da dove cominciare a sanare questa frattura e introdurre un ragionevole meccanismo di proporzionalità nella contribuzione, che coinvolga anche le economie a basso reddito, permetterebbe un notevole passo avanti” afferma ad Agenda17 Federico Frattini, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.

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Open access, global access: la scienza aperta guarda al Sud del Mondo. Una piattaforma panafricana condivisa a modello per gli altri Paesi

Covid-19 ha dimostrato l’importanza di accedere ai dati

Green e libre: verde e libera, così dovrebbe essere, negli intendimenti dell’Unione europea, la ricerca scientifica europea in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La via cosiddetta verde prevede, infatti, che i suoi contenuti in formato digitale siano disponibili negli archivi istituzionali aperti e in Creative Commons per una libera condivisione.

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La scienza è fondamentale per conseguire gli obiettivi dell’Agenda Onu. Ma nelle situazioni di controversia, polarizzate e di incertezza le decisioni sono complesse e difficili

Ne abbiamo parlato con Nico Pitrelli, responsabile del prossimo Convegno di comunicazione della scienza

“Se da una parte la conoscenza scientifica non è certo l’unico elemento di cui tener conto per cercare di dipanare le articolate dinamiche sociopolitiche della sostenibilità ambientale, delle epidemie, della povertà o delle disuguaglianze economiche, non ci sono dubbi riguardo al suo ruolo speciale nella possibilità di affrontare problemi complessi, di valutare soluzioni o, semplicemente, di dare significato alla discussione pubblica su temi di difficile, se non impossibile, soluzione”. Così Nico Pitrelli, responsabile scientifico e organizzativo del Convegno nazionale di comunicazione della scienza organizzato dal Laboratorio interdisciplinare per le scienze naturali e umanistiche della SISSA di Trieste, delinea il ruolo che la scienza occupa nell’affrontare le grandi tematiche che sono al centro dell’Agenda Onu 2030.

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Rapporto ASviS. Nell’era dell’ “Anarcocene” si allontanano gli Obiettivi Onu 2030 per la pace e la collaborazione fra Stati

L’Agenda 2030 è ancora poco conosciuta. Meglio la situazione fra i giovani e in Europa

Agenda17, il Webmagazine dell’Università degli Studi di Ferrara, ha pubblicato una interessante recensione del Rapporto ASviS 2023 che l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha presentato nell’ottobre scorso (L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile); si tratta dell’ottava edizione del Rapporto, che analizza la situazione del nostro Paese nel conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile a metà del percorso iniziato nel settembre 2015, quando 193 Paesi membri dell’Onu hanno sottoscritto il programma di Agenda 2030.

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Nelle saline di Makgadikgadi in Botswana per svelare i segreti di Marte

Il sito “analogo marziano” studiato da planetologi europei e africani. Collaborazione paritaria per rompere il “paradigma occidentale”, afferma il responsabile Fulvio Franchi

Le saline di Makgadikgadi, in Botswana, ricordano molto da vicino alcuni terreni che caratterizzano la superficie di Marte. Nel pleistocene, oltre diecimila anni fa, questa regione del Paese africano, oggi secca, ospitava un grande lago di cui rimane solo una vasta distesa d’argilla salata. È proprio questo che ne fa un “analogo marziano”: un luogo sulla Terra che presenta una o più caratteristiche geologiche o ambientali simili a quelle presenti, oggi o nel passato, sul Pianeta rosso.

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