Le parole e le cose – Nonviolenza

Una rilettura del Potere di tutti di Aldo Capitini come antidoto alle guerre del presente

Aldo Capitini – scrive Norberto Bobbio nell’Introduzione a Il potere di tutti evocando l’XI Tesi di Marx su Feuerbach – “legge e discute i filosofi, ma mira a trasformare il mondo non a interpretarlo”: ne identifica e denuncia le insufficienze e ne propone una visione alternativa, non da utopista, quanto piuttosto da “profeta”.
L’utopista e il profeta, due figure che gettano lo sguardo sul futuro diverso possibile, ma con approcci radicalmente diversi: “Il profeta, in quanto volto alla realtà da liberare, è proteso verso il futuro – scrive ancora Bobbio – .

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L’Orologio del giorno del giudizio segna sempre 90 secondi dalla fine. Un momento di eccezionale pericolo

Al nucleare sempre più fuori controllo si aggiungono le minacce biologiche e quelle dovute al cambiamento climatico e all’Intelligenza artificiale

Quest’anno, il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists ha mantenuto le lancette dell’Orologio del giorno del giudizio (il Doomsday Clock) a soli novanta secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe globale fin dal 1947.

Il Doomsday Clock ci ricorda quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie nell’attuale fase dei cambiamenti climatici che condizionano la vita sul nostro Pianeta: ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio.

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La sessualità è un diritto dei detenuti. In un contesto carcerario drammatico, la Consulta ha riaffermato un principio di giustizia e umanità

Utile anche per il successivo reinserimento nella famiglia, secondo Alessio Scandurra di Antigone

Per la Corte costituzionale, negare in maniera indiscriminata il diritto all’affettività, compresa la sessualità, di tutte le persone detenute è una irragionevole compressione della dignità della persona e un ostacolo alla finalità rieducativa della pena.
Ora i legislatori, la magistratura di sorveglianza e l’amministrazione penitenziaria dovranno lavorare insieme per modificare norma e prassi che prevedono per detenute e detenuti solo colloqui con controllo a vista del personale di custodia, impedendo così di fatto l’espressione dell’affettività a tutte e tutti, anche nel caso in cui non vi siano ragioni di sicurezza, di disciplina o giudiziarie a impedirlo.

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Il potere di tutti. Il filosofo Pasquale Pugliese ripercorre il pensiero “profetico”, ma non utopico, del maestro della nonviolenza Aldo Capitini

“Stiamo vivendo momenti bui, tragici: guerre, crisi economiche, emergenze sanitarie. Oggi più che mai è necessario parlare e lavorare per la pace. La pace non deve essere un concetto astratto, ma un cammino, un lavoro costante per una società più giusta. Ed è per questo che ora, più che mai, è necessario e importante il lavoro del Laboratorio per la pace, che sta diventando un riferimento stabile nell’ambito degli Studi per la Pace in Italia e all’interno di una rete nazionale che raccoglie numerosi Atenei pubblici.”

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DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Crollo del diritto, della ragione e della politica. Il giurista Luigi Ferrajoli delinea in video il quadro generale

In pericolo la sopravvivenza stessa dell’Umanità. Non basta dichiarare i diritti umani: servono garanzie e politiche per ottenerli

Ci troviamo di fronte al caos totale, al crollo del Diritto, della Ragione e della Politica.
Se vogliamo sperare di sopravvivere come specie, non possiamo limitarci a descrivere l’esistente; dobbiamo prendere atto della necessità di rifondare l’ordine internazionale chiedendoci il perché del suo fallimento.
La cultura giuridica quindi non può limitarsi a descrivere il diritto e le sue violazioni ma deve sollecitare l’introduzione di garanzie adeguate perché i diritti umani sono la finalità ma le garanzie sono gli strumenti, i mezzi per raggiungerli.

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La Corte Internazionale di giustizia ordina a Israele di adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non il cessate il fuoco

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) si è pronunciata sulle misure cautelari richieste dal Sudafrica nel dossier presentato lo scorso dicembre con l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per la guerra di Gaza.

La Corte ha affermato la sua giurisdizione sul caso, e deliberato che Israele deve adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non ha ordinato un cessate il fuoco. I giudici non si sono pronunciati nel merito delle accuse di genocidio, la cui decisione potrebbe richiedere anni. Israele nega fermamente l’accusa, definendola “priva di fondamento”.

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DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Per molti aspetti siamo giunti a un punto limite

L’analisi di politologi, giuristi e Amnesty international

Pace e giustizia è il binomio necessario per garantire un ordine internazionale stabile e scongiurare il pericolo di ulteriori escalation nei conflitti in corso. Più volte abbiamo visto nel corso della storia cosa succede se la pace alla fine di un conflitto è stata vissuta dai belligeranti come un arbitrio del più forte e una violazione della giustizia. Anche dopo guerre terribili, il seme dell’odio ha ridato presto i suoi frutti velenosi, e il desiderio di revanche ha cancellato in fretta la memoria delle terribili sofferenze subite.

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DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Grandi potenze fuori gioco: mancano diplomazia, prevenzione e un modello negoziale. In video il politologo Alessandro Colombo

In Palestina legittimati il diritto di rappresaglia e la punizione collettiva

“Quello che sta accadendo in Israele e Palestina è l’ennesimo colpo non solo all’ordine internazionale, ma anche agli standard di legittimità internazionali.” Esordisce così Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali presso l’Università Statale di Milano: come già per il fronte ucraino, infatti, anche in Palestina stiamo assistendo a una perdita di legittimità delle grandi istituzioni internazionali e dei principali Paesi sulla scena mondiale.

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