“Stiamo vivendo momenti bui, tragici: guerre, crisi economiche, emergenze sanitarie. Oggi più che mai è necessario parlare e lavorare per la pace. La pace non deve essere un concetto astratto, ma un cammino, un lavoro costante per una società più giusta. Ed è per questo che ora, più che mai, è necessario e importante il lavoro del Laboratorio per la pace, che sta diventando un riferimento stabile nell’ambito degli Studi per la Pace in Italia e all’interno di una rete nazionale che raccoglie numerosi Atenei pubblici.”
Categoria: Pace, giustizia e istituzioni forti
Obiettivo 16: Pace, giustizia e istituzioni forti
Pace, giustizia e istituzioni forti.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Crollo del diritto, della ragione e della politica. Il giurista Luigi Ferrajoli delinea in video il quadro generale
In pericolo la sopravvivenza stessa dell’Umanità. Non basta dichiarare i diritti umani: servono garanzie e politiche per ottenerli
Ci troviamo di fronte al caos totale, al crollo del Diritto, della Ragione e della Politica.
Se vogliamo sperare di sopravvivere come specie, non possiamo limitarci a descrivere l’esistente; dobbiamo prendere atto della necessità di rifondare l’ordine internazionale chiedendoci il perché del suo fallimento.
La cultura giuridica quindi non può limitarsi a descrivere il diritto e le sue violazioni ma deve sollecitare l’introduzione di garanzie adeguate perché i diritti umani sono la finalità ma le garanzie sono gli strumenti, i mezzi per raggiungerli.
La Corte Internazionale di giustizia ordina a Israele di adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non il cessate il fuoco
La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) si è pronunciata sulle misure cautelari richieste dal Sudafrica nel dossier presentato lo scorso dicembre con l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per la guerra di Gaza.
La Corte ha affermato la sua giurisdizione sul caso, e deliberato che Israele deve adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza ma non ha ordinato un cessate il fuoco. I giudici non si sono pronunciati nel merito delle accuse di genocidio, la cui decisione potrebbe richiedere anni. Israele nega fermamente l’accusa, definendola “priva di fondamento”.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Alla Corte Internazionale di Giustizia l’accusa di genocidio presentata dal Sudafrica nei confronti di Israele. Domani una prima sentenza
Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, eventuali misure cautelari potrebbero cambiare la vita dei civili palestinesi a Gaza
Si è tenuta presso la Corte Internazionale di Giustizia (International Court of Justice – ICJ) dell’Aia la discussione del dossier presentato lo scorso dicembre dal Sudafrica con l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per la guerra di Gaza e la richiesta di nuove misure cautelari urgenti, tra queste il cessate il fuoco.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? In gioco il senso stesso dell’esistenza della Corte penale internazionale. In video la ricostruzione del giurista Triestino Mariniello
Tutti i tentativi di portare la questione palestinese davanti alla Cpi sono stati caratterizzati da discriminazioni e doppi standard
Il procedimento relativo al caso della Palestina dinanzi alla Corte penale internazionale (Cpi), iniziato nel 2009, non ha mai portato all’apertura di alcuna vera indagine e ha escluso dal raggio di azione il contesto dell’occupazione militare di tutto il territorio palestinese e del blocco di Gaza, oltre ad altre violazioni documentate da numerose organizzazioni internazionali.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Per molti aspetti siamo giunti a un punto limite
L’analisi di politologi, giuristi e Amnesty international
Pace e giustizia è il binomio necessario per garantire un ordine internazionale stabile e scongiurare il pericolo di ulteriori escalation nei conflitti in corso. Più volte abbiamo visto nel corso della storia cosa succede se la pace alla fine di un conflitto è stata vissuta dai belligeranti come un arbitrio del più forte e una violazione della giustizia. Anche dopo guerre terribili, il seme dell’odio ha ridato presto i suoi frutti velenosi, e il desiderio di revanche ha cancellato in fretta la memoria delle terribili sofferenze subite.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA: COSA RESTA DEL DIRITTO? Grandi potenze fuori gioco: mancano diplomazia, prevenzione e un modello negoziale. In video il politologo Alessandro Colombo
In Palestina legittimati il diritto di rappresaglia e la punizione collettiva
“Quello che sta accadendo in Israele e Palestina è l’ennesimo colpo non solo all’ordine internazionale, ma anche agli standard di legittimità internazionali.” Esordisce così Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali presso l’Università Statale di Milano: come già per il fronte ucraino, infatti, anche in Palestina stiamo assistendo a una perdita di legittimità delle grandi istituzioni internazionali e dei principali Paesi sulla scena mondiale.
DOSSIER ISRAELE E PALESTINA COSA RESTA DEL DIRITTO? Violati e manipolati i principi di base. In video l’analisi di Alessandra Annoni, giurista Unife
Il commento articolato per punti e documentato con esempi dei principi del Diritto internazionale umanitario stravolti nel conflitto, attraverso l’analisi di Alessandra Annoni, giurista Unife.
Carceri: nel 2024 già quattro suicidi, sovraffollamento in crescita e condizioni sempre più precarie
Poco spazio e regimi più restrittivi disincentivano il recupero del detenuto
Nel 2024 sono stati quattordici i decessi nelle carceri italiane: già quattro i suicidi nel giro di dieci giorni, cui si aggiungono le morti per cause naturali. Sono i dati rilasciati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che segnala il rischio per quest’anno di un andamento molto simile al 2022, quando si è verificato un record negativo di detenuti che si sono tolti la vita.
Caso Assange: una risoluzione Usa chiede la fine della persecuzione in nome della libertà di stampa. Fissata a febbraio l’ultima udienza per l’estradizione
In un clima internazionale di crescente minaccia per la libertà di stampa e l’indipendenza del giornalismo, con il caso Assange divenuto, purtroppo, l’emblema dei Paesi occidentali che spesso gridano alla difesa dei diritti umani ma continuano a perseguire un uomo innocente, il repubblicano Paul Gosar ha presentato nei giorni scorsi una risoluzione al Congresso statunitense per ribadire che “le regolari attività giornalistiche sono protette dal Primo emendamento e che gli Stati Uniti dovrebbero far cadere tutte le accuse contro e tutti i tentativi di estradare Julian Assange.”
Conferenza per il Trattato di messa al bando delle armi nucleari. Tante adesioni ma i Paesi con le bombe non firmano
Salgono le testate operative. In Italia - che non ha firmato - 40 ordigni USA, ma i cittadini non le vogliono
Presso la sede dell’ONU a New York, si è svolta recentemente la seconda Conferenza delle nazioni che hanno firmato il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW).
Il TPNW è il primo trattato internazionale che mette al bando gli ordigni nucleari, ed è considerato uno strumento fondamentale per raggiungere il disarmo nucleare universale e l’abolizione, tramite strumenti legali, di tutti gli ordigni di distruzione di massa nucleari.
Libertà di stampa a rischio in sette Paesi su dieci. In Europa aumentano querele temerarie e cause per diffamazione e l’Italia detiene il primato
Il disegno di legge sulla diffamazione è una “bomba a orologeria”, secondo il presidente dell’Ordine dei giornalisti
La libertà e l’indipendenza del giornalismo sono sempre più minacciate. In una recente intervista, il presidente dell’Ordine dei giornalisti italiani Carlo Bartoli denuncia la presenza di una “bomba a orologeria” nelle redazioni, cioè il disegno di legge sulla diffamazione attualmente in Commissione giustizia al Senato.