Il governo dei cambiamenti climatici non può avvenire per via giudiziaria. Il convegno dell’Università di Ferrara affronta i profili costituzionali e amministrativi

I rapporti fra i poteri dello stato stressati dalle cause climatiche

“La via giudiziaria alla tutela dell’ambiente svolge una funzione di supplenza alla mancanza di intervento e di decisioni politiche degli altri due poteri, Non deve essere così: nella tutela dei diritti alla vita e alla salvaguardia dell’ambiente Il ruolo del giudice è quello di garante.” Margherita Ramajoli, docente di diritto amministrativo all’Università di Milano, inquadra così la situazione, invero molto complessa, che si è venuta a creare in questi ultimi anni con l’esplosione numerica dei casi di “cause climatiche”. La situazione è stata affrontata nel corso del Convegno “Il governo dei cambiamenti climatici: profili costituzionali ed amministrativi” organizzato recentemente presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Ferrara da Marco Magri, docente di diritto ambientale.

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La lezione del Covid. “Lockdown Memory” è molto più di una (bella) pièce teatrale sulla pandemia: è l’ “emozione documentata” del terribile contesto politico che abbiamo già rimosso

Il Laboratorio per la pace intervista la compagnia teatrale Instabili vaganti

Uno spettacolo per raccontare il lockdown e le storie nascoste che quel periodo ha portato con sé: si chiama “Lockdown Memory”, della compagnia teatrale Instabili Vaganti, che lo ha recentemente proposto al Centro teatrale universitario di Ferrara.

È notizia di questi giorni che l’Organizzazione mondiale della sanità non è riuscita – complice anche la posizione del nostro Paese – a varare il nuovo piano pandemico globale, mentre l’influenza aviaria ha fatto il salto di specie contagiando alcuni agricoltori americani.

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Sempre più numerose le cause climatiche, con molti successi ma un quadro normativo ancora incerto

All’Università di Ferrara il convegno "Il governo dei cambiamenti climatici: profili costituzionali ed amministrativi"

L’Alta corte di giustizia del Regno Unito ha dichiarato illegittimo in maggio il piano del Governo per la riduzione del carbonio su ricorso di tre associazioni ambientaliste. Il Carbon Budget Delivery Plan (Cbdp), il piano d’azione climatica del governo britannico, che fa parte delle norme per raggiungere il Net-Zero entro il 2050, impone un tetto alla quantità di gas serra emessi nel Regno Unito in un periodo di cinque anni per ridurre le emissioni di oltre due terzi (-68%) entro il 2030. Questo piano era nato a marzo 2023 in risposta a un’altra causa legale persa da Londra contro i Friends of the Earth.

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Per educare alla pace servono partecipazione degli studenti, inclusione delle minoranze e riferimenti alla giustizia sociale e al colonialismo

La didattica tradizionale non funziona perché è intrinsecamente violenta secondo Claudio Baraldi, sociologo presso Unimore

In che modo le teorie dell’educazione affrontano il tema della pace? E come introdurre l’educazione alla pace nelle scuole e promuovere così un approccio non violento e inclusivo delle minoranze e dei gruppi culturalmente svantaggiati? Ne parliamo con Claudio Baraldi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha presentato all’Università di Ferrara il tema “Articolazioni e problemi delle teorie dell’educazione alla pace.”

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Julian Assange ha diritto a un nuovo ricorso. I timori sul trattamento in caso di estradizione sono fondati, secondo la Corte britannica

Dalla moglie Stella al presidente brasiliano Lula: aumentano le richieste per la liberazione del giornalista

L’Alta Corte di Londra ha fermato l’estradizione di Julian Assange, riconoscendo al giornalista il diritto a presentare un nuovo ricorso. Sono state infatti riconosciuti come non infondati i timori su un processo non giusto negli Stati Uniti, con la difesa di Assange che ha definito “palesemente inadeguate” le garanzie fornite. Una buona notizia, dunque, nonostante un uomo innocente continui a essere ingiustamente detenuto in condizioni psico-fisiche sempre più precarie.

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Carceri: “un bollettino di guerra” secondo Antigone. Aumentano suicidi, decessi e aggressioni

Per i garanti dei detenuti servono interventi urgenti perché l’emergenza è grave. Mancano spazi, socialità e misure alternative

L’anno difficile che i quattro suicidi in pochi giorni di inizio 2024 avevano preannunciato sul fronte carcerario è stato purtroppo recentemente confermato dal XX rapporto di Antigone “Nodo alla gola” sulle condizioni di detenzione. Il report ribadisce infatti la drammaticità della situazione: carceri sovraffollate, sempre più chiuse e con i suicidi in crescita. Siamo infatti a uno ogni 3,5 giorni da inizio anno.

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Amore e amicizia al tempo della guerra in Palestina

Il Laboratorio per la pace intervista Cinzia Leone, autrice di una storia che sfida il conflitto e i pregiudizi

Possono l’amore e l’amicizia costruire la pace? Sembra vuota retorica, eppure gli scenari di guerra hanno sempre conosciuto, e conoscono tuttora, storie perlopiù non raccontate di persone divise da culture in conflitto tra loro ma unite da profondi legami, che sfidano le armi e i confini per poter stare assieme. Cosa significa oggi dover fuggire dalle proprie famiglie perché non la propria omosessualità non è accettata? Cosa significa per un israeliano e un palestinese, ma così per ogni essere umano, amarsi mentre i loro Paesi si combattono?

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Italia ancora più giù nella graduatoria mondiale della libertà di stampa, che segnala un generale peggioramento

Il nostro Paese fra quelli in situazione “problematica” a causa di bavagli, querele temerarie e acquisizioni politiche

L’Italia perde cinque posizioni nella classifica globale sulla libertà di stampa, scendendo al 46mo posto su 180 Paesi. Le principali minacce sono rappresentate dalle organizzazioni mafiose e da vari gruppi estremisti violenti, ma soprattutto dai tentativi del mondo politico di limitare la libertà dei giornalisti con l’obiettivo di tenere nascosti i casi giudiziali attraverso le cosiddette leggi bavaglio, che sono in cima alle procedure SLAPP piuttosto comuni nel nostro Paese.

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Record di vittime civili di guerra

La foto ritrae un’anziana evacuata da Irpin, Ucraina. Rientra nel progetto “War is personal” di Julia Kochetova, tra le vincitrici del World Press Photo

Nel 2023 le vittime civili nel Mondo sono state 33.846: un numero mai così elevato dal 2010 e legato soprattutto al protrarsi dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Il 2023 ha registrato anche, secondo Emergency, la crisi umanitaria con il più alto numero di sfollati: oltre 10 milioni, in Sudan. E con le guerre arrivano anche le epidemie: colera, epatite e addirittura poliomielite.

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Da un’Europa di pace alla preparazione di un’altra guerra mondiale: il tradimento di Ventotene

Fornendo armi all’ Ucraina, l’ Ue è entrata in guerra invece di svolgere il ruolo di autorevole negoziatore e ora si prepara a un’economia di guerra

Quando nel 1941, nel pieno della seconda guerra mondiale, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, esiliati dal regime fascista nell’isola di Ventotene, stilavano clandestinamente il progetto visionario “Per un’Europa libera e unita” avevano l’obiettivo di indicare una “terapia” – per usare la trilogia medica che Johan Galtung applica ai conflitti – per liberare l’Europa, e progressivamente il pianeta, dalle guerre, a partire da questa precisa diagnosi: “anche nei periodi di pace, considerati come soste per la preparazione delle inevitabili guerre successive, la volontà dei ceti militari predomina ormai in molti paesi su quella dei ceti civili, rendendo sempre più difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi: la scuola, la scienza, la produzione, l’organismo amministrativo, sono principalmente diretti ad aumentare il potenziale bellico”.

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Soluzione “coreana” per l’Ucraina: armistizio dei militari a fronte dell’empasse politica? C’è già una terra di nessuno fra due linee di difesa fortificate

Una rilettura degli accordi che bloccano tuttora le ostilità dai tempi della Guerra Fredda

Settant’anni fa, nell’aprile 1954 iniziava a Ginevra la conferenza “per l’unificazione e la pacificazione della penisola coreana” a concludere la guerra in Corea, iniziata il 25 giugno 1950 con l’invasione della Corea del Sud (ROK) da parte della Corea del Nord (DPRK) con truppe “volontarie” cinesi. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite condannò l’azione della DPRK e autorizzò l’invio di forze armate in Corea per respingere l’invasione sotto un “Comando delle Nazioni unite” (a guida nordamericana). Un anno dopo il fronte si era stabilizzato attorno al 38mo parallelo, che divideva la DPRK dalla ROK prima dell’invasione a seguito dell’accordo fra URSS e USA sulla linea di demarcazione delle zone ove le due potenze avrebbero raccolto la resa dei giapponesi. La situazione di stallo indusse i comandi militari delle forze combattenti a iniziare negoziati per un armistizio, che venne firmato il 26 aprile 1953.

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