In Italia nel 2021 l’occupazione ha registrato una ripresa: il numero degli occupati totali è salito a 22.554 milioni, con un recupero significativo rispetto alle perdite causate dalla pandemia nell’anno precedente. Nel 2021 gli stranieri occupati in Italia rappresentano un decimo dei lavoratori totali e
sono stati un totale di 3,14 milioni suddivisi tra circa 285mila dipendenti agricoli, 1,9 milioni dipendenti in altri settori, 532mila collaboratori domestici e 421mila autonomi.
Categoria: Lavoro dignitoso e crescita economica
Obiettivo 8: Lavoro dignitoso e crescita economica
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
La globalizzazione dell’economia si regge sulle spalle dei lavoratori migranti (2)
La globalizzazione dell’economia si regge sulle spalle dei lavoratori migranti (1)
Istat: occupati in lavori poveri, senza riconoscimento delle qualifiche
Dall’ America Latina al Nord America, dall’Asia e dall’Africa all’Europa, milioni di persone nel Mondo lasciano il proprio Paese di origine in cerca di un impiego, non necessariamente un lavoro migliore ma qualsiasi lavoro. Secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (International Labor Organization -ILO) la migrazione per lavoro costituisce un aspetto fondamentale della globalizzazione e provoca un significativo impatto sull’economia mondiale perché i lavoratori migranti inviano a casa rimesse preziose per le economie dei Paesi di origine per sostenere le proprie famiglie.
I trafficanti di esseri umani ora usano tecnologie digitali
In Italia, per il crimine organizzato è la terza fonte di guadagno dopo armi e droga
Secondo l’ultimo report sulla tratta di esseri umani pubblicato di recente dall’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (United Nations Office on Drugs and Crime, UNODC), durante la pandemia è incrementato l’uso da parte dei trafficanti delle tecnologie digitali per reclutare e mantenere il controllo sulle proprie vittime, fenomeno definito cyber-trafficking.
Partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora l’inserimento lavorativo, la percezione di sé e lo sviluppo sociale
Il nostro Paese ha una grande vocazione solidale: va rafforzata, oltre le logiche di mercato, secondo Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà
Il rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale”, pubblicato di recente dalla Fondazione per la sussidiarietà in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat), ha evidenziato una robusta correlazione positiva fra l’impegno sussidiario, la soddisfazione per la propria vita, l’inserimento lavorativo e lo sviluppo sociale.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Turismo incontrollato e cambiamento climatico mettono a rischio l’ecosistema montano (2)
Sempre meno neve, anche nei siti olimpici. Inutile e nociva la "monocultura dello sci”, secondo Legambiente e Mountain Wilderness
“Gli ambientalisti e la stessa scienza sostengono da tempo che sotto i 1.800 – 2mila metri di altitudine è assurdo aggiungere nuove strutture per il turismo invernale in quanto la neve andrà diminuendo, fino a scomparire, sotto tale quota” afferma ad Agenda17 Vanda Bonardo, presidente del Comitato internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra) e responsabile nazionale Alpi di Legambiente.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Turismo incontrollato e cambiamento climatico mettono a rischio l’ecosistema montano (1)
Soluzioni alternative: dalla mobilità all’allungamento della stagionalità
“Già nel 1986, in occasione dei 200 anni dalla conquista del Monte Bianco, ci fu una presa di posizione per la difesa della montagna. È stato il primo momento in cui gli alpinisti, soprattutto italiani, si sono mossi per dire che sì, le funivie o qualche stradina di montagna in più sono comode, ma portano a un punto che non ci può corrispondere. E questo è ancora più vero oggi” afferma ad Agenda 17 Alessandro Gogna, alpinista e guida alpina, tra i fondatori di Mountain Wilderness.
Responsabilizzare le piattaforme online: l’Europa ci prova con il Digital Services Act
Per Fioravanti di Unife le nuove regole sono un passo decisivo per imporre alle big tech la protezione degli utenti. Ora bisogna applicarle
“Con il Digital Service Act recentemente approvato in sede europea si compie un altro passo decisivo verso il rafforzamento della protezione degli utenti in rete. Si tratta infatti di un modello per regolare i servizi digitali, che agiscono come intermediari tra i cittadini europei e prodotti, contenuti o servizi offerti attraverso la rete.” È quanto dichiara ad Agenda17 Cristiana Fioravanti, docente di Diritto dell’Unione europea presso l’Università di Ferrara.
Affrontare il limbo della precarietà giovanile con Gol
Ma il progetto del Pnrr non basta per risolvere il problema
Precariato. Emigrazione professionalizzata. Transizione occupazionale. Termini che descrivono la debole situazione lavorativa di milioni di giovani italiani (nella fascia di età dai 18 ai 34 anni). Lo Stato interviene con politiche attive del lavoro per le categorie più esposte al rischio disoccupazione, e fra queste ne esiste una rivolta proprio a questa fascia della popolazione: Garanzia giovani, il programma dell’Unione europea ideato nel 2014.
Gli spazzini del web: indispensabili, invisibili, sottopagati e senza tutele. Ma ora chi rimuove i contenuti indesiderati dalle piattaforme comincia a farsi sentire
Se ne parla da anni, ma sottovoce. Della loro esistenza se ne sa poco o nulla. Eppure, sono un esercito in costante crescita, in servizio ventiquattro ore al giorno, in ogni angolo del globo.