Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra). Da secoli si discute questa sentenza latina. Sostenitori e oppositori si schierano irriducibili su fronti opposti, armati di argomenti che mai intendono deporre.
È quello che accade spesso quando si parla in astratto dei grandi principi, rispetto ai quali la posizione ideologica, l’appartenenza culturale, i riferimenti valoriali tendono a influenzare in maniera determinante i giudizi.
Categoria: Editoriali e opinioni
Editoriali e opinioni
Ucraina: più armi, più guerra
Contributi al dialogo – Le minacce alla vita sul Pianeta si vincono solo con i giovani cambiando strategie politiche, economiche e culturali
Pubblichiamo un estratto del discorso di Mariantonietta Falduto, presidentessa del Consiglio degli studenti dell’Università di Ferrara, tenuto in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021/22
Il periodo storico nel quale ci troviamo è carico di una pluralità di minacce che mettono in discussione la vita degli esseri umani sul Pianeta: dalla pandemia, alla crisi post-pandemica; dal conflitto in Ucraina, all’aumento dell’inflazione; dall’intensificazione dei cambiamenti climatici, all’immobilismo di chi dovrebbe intervenire e risolvere questi problemi.
Contributi al dialogo – Il caso del verde pubblico a Ferrara
Contrasto al business, buone pratiche e collaborazione istituzionale
Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale delle foreste. L’ha deciso l’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 2013, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dell’importanza del patrimonio arboreo per la sopravvivenza del Pianeta. Da allora questa consapevolezza è continuamente aumentata, fino a diventare uno dei temi centrali della Conferenza sul clima di Glasgow, COP26.
Ucraina: la guerra e la responsabilità di fermare la violenza
In queste pagine intendo proporre, innanzi tutto, qualche breve considerazione sulla natura della guerra in corso in Ucraina e sul contesto generale in cui il conflitto ha preso corpo; e poi alcune riflessioni sul senso di ciò che stanno facendo – o che potrebbero fare – l’Unione europea e gli Stati Uniti di fronte al dilagare della violenza.
In Costituzione entra la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema, degli animali e delle future generazioni: novità o maquillage?
Martedì 8 febbraio è stata approvata in via definitiva (e in seconda lettura) alla Camera dei deputati la modifica degli artt. 9 e 41 della Costituzione. Poiché è stata superata la maggioranza dei due terzi – esattamente com’era già avvenuto al Senato – quanto stabilito all’art. 138 Cost. non prevede dunque alcun ulteriore aggravio procedurale che non sia la mera promulgazione da parte del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione della legge costituzionale in oggetto nella Gazzetta ufficiale. In base ai contenuti del provvedimento, non c’è alcuna ragione di pensare che il Capo dello Stato vorrà opporsi, ragione per cui le modifiche al testo della Costituzione entreranno senz’altro in vigore entro breve tempo.
Contributi al dialogo – Un 2022 a tutto gas?
Metano e sequestro CO2 non sono soluzioni per la transizione
Era il settembre dell’anno scorso, quando Milva Naguib nel podcast dedicato all’estrazione di gas e al sequestro di CO2 in Adriatico, si chiedeva “Stoccare la CO2 in Adriatico? Idrogeno ‘blu’ per la decarbonizzazione?”
Da allora il problema dello stoccaggio dell’anidride carbonica, nonostante i costi alti e la scarsa efficienza degli impianti già esistenti, non è stato risolto, e l’utilizzo del gas – al pari del nucleare – è al centro di un acceso dibattito anche a livello di Unione europea, che è impegnata nel definire la “tassonomia” del mix energetico che dovrà guidarci verso la decarbonizzazione.
Legge sul Fine vita, “una bieca Italia di congiura”
Tragica attualità della “Ballata dell’angelo ferito” di Ceronetti
13 dicembre, dopo tre anni di attesa, il disegno di legge sul suicidio assistito va in discussione a Montecitorio. Ma l’aula è deserta e tutto viene rimandato. I tempi saranno lunghi, dato il calendario parlamentare e le prossime scadenze istituzionali.
DOSSIER Dopo COP26 Le parole e le cose – Giustizia climatica
Sempre più spesso i cittadini citano in giudizio i governi per inadempienze nella lotta contro il cambiamento climatico, basandosi su dati scientifici. Ma né la scienza, né il giudice possono giocare il ruolo di un “legislatore parallelo”. Fondamentale il funzionamento delle politiche ambientali come fonti di produzione giuridica e la partecipazione pubblica democratica alle deliberazioni legislative. Solo in un quadro di regole certe, la locuzione “giustizia climatica” può acquistare un significato di valore e di obiettivo.
Le parole e le cose – Rischio e incertezza
La pandemia ha incrinato il senso di sicurezza e alterato l’orientamento del vivere associato
Proponiamo di seguito l’introduzione all’ “Indagine sulle condizioni di studio e di vita degli studenti e delle studentesse del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara al tempo della pandemia e del confinamento sociale”.
Le parole e le cose – Cura
Una parola dai molti significati e dalla forte valenza politica. La prospettiva è quella di una “democrazia della cura”
Nonostante la fase acuta della pandemia sembri essersi esaurita, la parola “cura”, comparsa assai di frequente all’interno dei vari dibattiti pubblici, continua a fare stabilmente parte del lessico impiegato dalle istituzioni, dai professionisti e dalla società civile, in ambiti e con finalità anche profondamente diversi.
Le parole e le cose – Obbligo
Sul piano giuridico i principi di ragionevolezza e socialità giustificano l’obbligatorietà. È il caso anche dei vaccini. E l’ “incoraggiamento” compare negli ordinamenti contemporanei
Uno dei temi divisivi che in questi mesi tocca il dibattito pubblico in merito all’emergenza pandemica riguarda l’obbligo vaccinale (in determinate situazioni o generalizzato), a cui è per molti versi collegata l’introduzione del green pass.
Le parole e le cose – Libertà
Per i maestri della filosofia occidentale, le scelte individuali non sono indipendenti dal bene comune. È il caso anche dei vaccini.
Una domanda che spesso pongono i cittadini sui media nei dibattiti legati alla pandemia riguarda la liceità della richiesta, da parte dello Stato, di un presunto sacrificio della propria libertà individuale a fronte di regole ritenute arbitrarie e usurpative per il contenimento del contagio.