Tutela dell’ambiente e diritti umani: sei seminari per riportare al centro la giustizia climatica

Clima, sfruttamento e società i temi degli incontri organizzati da Csv terre estensi con Unife e Unimore

Inizia martedì 1 marzo il ciclo di seminari “Crisi climatica, sfruttamento e diritti umani”, che prevede sei incontri dedicati al tema del cambiamento climatico in una prospettiva che ne abbraccia le dimensioni ecologica, sociale ed economica. “Già dal titolo del corso abbiamo voluto sottolineare il fatto che la crisi climatica non è solo crisi ambientale, ma è strettamente correlata ai temi dello sfruttamento, del divario tra Nord e Sud del Mondo, dei diritti umani e della loro sistematica violazione”, afferma ad Agenda17 Anna Zonari, del Centro di servizi per il volontariato (Csv) terre estensi e coordinatrice dell’Università del volontariato.

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Neve nel Sahara

Il fotografo algerino Karim Bouchetta ritrae le dune imbiancate vicino alla città algerina di Ain Sefra

La neve è tornata nel Sahara lo scorso gennaio, nel Nord-Ovest dell’Algeria. La prima nevicata di cui si ha traccia in questo territorio si è verificata nel 1979, quella successiva nel 2016 e poi nel 2018, nel 2021 e infine quest’anno. L’insolito evento, dunque, sta diventando sempre più frequente.

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Crescono i reati ambientali contro boschi e animali. E con il Pnrr i rischi aumentano

Per la giurista Bernasconi la concreta applicazione delle leggi è ancora troppo complessa

Dedicato alle 227 persone uccise nel Mondo per il loro impegno in difesa della natura, il rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente evidenzia come, nonostante i lockdown e un calo nei controlli del 17%, anche nel 2020 ci sia stato un aumento dei reati ambientali (+0,6%), delle persone denunciate (+12,9%), degli arresti (+14,2%) e dei sequestri (+25,4%). Nell’anno della pandemia, i reati ambientali accertati hanno toccato l’apice di oltre novantacinque al giorno, circa quattro ogni ora.

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DOSSIER Dopo COP26 Finanza, foreste e giustizia climatica: su questo si giocherà il futuro dell’ambiente

Interessi di mercato, complessità scientifica della riforestazione e difficoltà nelle strategie di equità. Poche soluzioni e molti problemi dalla Conferenza delle parti

Si è conclusa la Conferenza delle parti (Conference of Parties, COP26) di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici. Sei anni dopo gli Accordi di Parigi, quando i Paesi si impegnarono a creare piani nazionali di riduzione delle emissioni per limitare l’aumento della temperatura globale a 1.5 gradi, le promesse ambientali e l’impegno a finanziare la transizione anche nei Paesi in via di sviluppo appaiono ancora lontani dall’essere mantenuti.

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DOSSIER Dopo COP26 Piantare mille miliardi di alberi e bloccare la deforestazione? Dipende da come

La gestione delle foreste divide esperti e ambientalisti

Nelle scorse settimane, mentre il G20 prometteva di piantare mille miliardi di alberi, alla COP 26 ci si proponeva di fermare la deforestazione entro il 2030. Un obiettivo importante, potenzialmente decisivo per il futuro dell’ambiente e per la mitigazione del cambiamento climatico. Eppure la gestione delle foreste come risposta al riscaldamento globale continua a generare interrogativi per quanto riguarda l’efficacia degli interventi e le ripercussioni sulla salute degli habitat naturali.

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DOSSIER Dopo COP26 Chi non inquina paga

Le isole del Pacifico rischiano di scomparire sommerse dall’Oceano

Simon Kofe, Ministro degli esteri di Tuvalu, piccolo Stato insulare nell’Oceano Pacifico, ha lanciato un grido d’allarme nel corso degli incontri COP26 inviando un videomessaggio durante il quale parla con le gambe sommerse dal mare fino alle ginocchia

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DOSSIER Dopo COP26 Le parole e le cose – Giustizia climatica

Sempre più spesso i cittadini citano in giudizio i governi per inadempienze nella lotta contro il cambiamento climatico, basandosi su dati scientifici. Ma né la scienza, né il giudice possono giocare il ruolo di un “legislatore parallelo”. Fondamentale il funzionamento delle politiche ambientali come fonti di produzione giuridica e la partecipazione pubblica democratica alle deliberazioni legislative. Solo in un quadro di regole certe, la locuzione “giustizia climatica” può acquistare un significato di valore e di obiettivo.

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DOSSIER Dopo COP26 Ruolo nuovo e decisivo della finanza

Quella “verde” è un’illusione. Gli investimenti vanno indirizzati con politiche comuni coraggiose, anche se impopolari, secondo l’economista Roberto Fazioli. Fondamentale una tassa sulla CO2

“Non esistono una finanza buona e una finanza cattiva: esiste la finanza che si muove per convenienze relative. Oggi investiamo molto nel green per diversi motivi, ma allo stesso tempo rimane conveniente anche investire nel fossile perché ha un rendimento maggiore a fronte della crescente domanda di energia. In questo scenario, l’unica via praticabile è una tassa globale sulla CO2”. È quanto dichiara ad Agenda17 Roberto Fazioli, docente di Economia dell’energia e dell’ambiente presso l’Università di Ferrara.

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