Il nostro Pianeta rischia di essere distrutto da un mare di alluvioni e incendi. Donne, persone di colore, indigeni e altri gruppi marginalizzati si trovano nella fase finale del collasso climatico, mentre i più ricchi vedono le loro fortune crescere costantemente. I giovani e le generazioni future affronteranno le peggiori conseguenze del fallimento contro il cambiamento climatico. Non sono sfide separate: le crisi del clima e della disuguaglianza sono correlate, fuse assieme e si alimentano a vicenda. Significa riconoscere che una radicale crescita dell’uguaglianza è una precondizione per porre fine al collasso climatico e alla povertà.
Categoria: Agire per il clima
Obiettivo 13: Agire per il clima
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.
Air Break: combattere l’inquinamento dell’aria. Anche con un concorso di immagini
Meno informazioni, più azioni, secondo un’indagine sulla popolazione
L’aria è un elemento essenziale per la vita. La Pianura Padana è tra le zone più inquinate d’Europa e con la qualità dell’aria peggiore. Nell’ambito della Festa dell’Aria, organizzata dal progetto AIR-BREAK, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara ha indetto il contest “Storie d’Aria”.
SPECIALE CONVEGNO. Incontro di apertura sul Pianeta del futuro: comunicare i cambiamenti climatici e la crisi della biodiversità
Evitare catastrofismo e fatalismo per trasmettere la complessità della scienza e coinvolgere i cittadini, secondo la fisica Marina Menga
“La comunicazione gioca un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nell’azione per affrontare il problema ambientale. È attraverso di essa che si diffonde la consapevolezza sui cambiamenti climatici, si informa il pubblico sulle loro cause e conseguenze e si promuovono comportamenti sostenibili” afferma ad Agenda17 Marina Menga, fisica, che si occupa di comunicazione presso il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e che sarà moderatrice del primo panel del Convegno nazionale di comunicazione della scienza di Trieste.
Il cambiamento climatico fa aumentare le frane in montagna. Lo scorso anno il record dell’ultimo ventennio
Secondo il geologo Gianolla di Unife la crisi attuale accelera: bisogna lavorare su prevenzione e monitoraggio
Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che a gennaio ha aggiornato il catasto delle frane di alta quota nelle Alpi, l’estate 2022 ha fatto registrare il maggior numero di frane sulle Alpi dal 2000 ad oggi. Le abbondanti piogge dei giorni scorsi hanno determinato ulteriori episodi in molti territori montani: in attesa dei dati ufficiali per l’anno in corso, abbiamo chiesto a Piero Gianolla, geologo e docente presso l’Università di Ferrara, un’analisi del fenomeno, che interessa non solo come sintomo del cambiamento climatico ma anche sotto il profilo turistico e di sicurezza per chi vive in montagna.
Sempre più numerose le cause dei cittadini contro gli stati per danni dovuti a inazione climatica
A fine anno la sentenza per il “Giudizio Universale” contro lo Stato italiano e a primavera quella dei giovani portoghesi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo
Dopo le “Anziane per il clima” che hanno citato la Svizzera davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo per inazione climatica, sono i più giovani a farvi ricorso, e lo hanno fatto in grande sostenendo il diritto delle generazioni presenti e future all’ambiente.
Presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) si è aperto in settembre quello che è stato definito il “Processo del millennio” sia per il carattere inedito, mai tanti Stati (32) erano stati citati in giudizio sulle politiche climatiche, sia per l’ età dei ricorrenti sei ragazzi millennial, che accusano i Governi di non aver fatto abbastanza per difendere i propri cittadini dal riscaldamento globale.
COP28. L’Africa, molto colpita dalla crisi climatica e poco risarcita, potrebbe puntare sui crediti di carbonio (2)
Ma solamente fuori dal modello estrattivo per finanziare progetti come agroecologia e democrazia energetica, secondo Inyang Ntui, diplomatica nigeriana
In vista della prossima Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP28), in programma a Dubai (Emirati arabi uniti) dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, per attirare più finanziamenti, i Paesi dell’Africa Climate Summit, tenutosi a Nairobi (Kenya) all’inizio di settembre, hanno sostenuto l’opportunità di sfruttare i serbatoi naturali di carbonio africani, ovvero le risorse che intrappolano l’anidride carbonica come foreste, savane e wetland (zone umide e palustri fra cui le foreste di mangrovie), per contribuire alla decarbonizzazione globale, facilitando il mercato dei crediti di carbonio nel continente.
COP28. L’Africa, molto colpita dalla crisi climatica e poco risarcita, potrebbe puntare sui crediti di carbonio (1)
Soluzione controversa e pericolosa. Accettabile solo con rispetto delle comunità locali, della biodiversità e in nuovi accordi internazionali, secondo Inyang Ntui, diplomatica nigeriana
Dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 è in programma a Dubai (Emirati arabi uniti) la prossima Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP28). I Governi africani si presenteranno con una posizione comune stabilita all’Africa Climate Summit, tenutosi a Nairobi (Kenya) all’inizio di settembre. Il vertice e la Dichiarazione finale di Nairobi si sono concentrati sulla finanza climatica e sul (controverso) mercato dei crediti carbonici.
Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (2)
Le abbondanti piogge primaverili non bastano ai laghi d’alta quota, secondo i malgari Ellena e Marchetti. Benedetti del Cai: “aiuti ai rifugi per l’acqua”
Nonostante la situazione non sia stata grave come lo scorso anno, anche quest’estate la siccità si è fatta sentire già alle quote più alte. I rifugi alpini evidenziano le crescenti difficoltà di gestione a causa della sempre maggior carenza idrica, ma anche i malgari fanno sempre più fatica ad abbeverare i loro animali e i laghi d’alta quota perdono molto del loro invaso.
Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (1)
Sempre meno acqua. Dal Piemonte al SudTirolo: l’esperienza dei gestori Tranchero (rifugio Sella), Ceschini (Caduti dell'Adamello), Boninsegna (Pradidali), Pallotta (Re Alberto) e Nardelli (Marteller Hütte)
È ancora emergenza acqua per i rifugi alpini, anche se l’estate 2023 è stata un po’ meno avara rispetto alla precedente. Alessandro Tranchero, storico gestore del rifugio Quintino Sella (a 2.640 metri di quota) ai piedi del Monviso in valle Po, esprime ancora la propria preoccupazione. “La situazione contingente – afferma ad Agenda17 – è sicuramente diversa dallo scorso anno, quest’estate è stato decisamente più facile gestire il rifugio, ma non siamo assolutamente usciti dal problema.
Sempre più critico lo sci estivo sul ghiacciaio dello Stelvio. E una sentenza boccia un nuovo impianto
In tribunale vince la biodiversità con un verdetto “apripista”. Ma contro la monocoltura dello sci servono scelte complesse
Le immagini che vengono in questi giorni dallo Stelvio sono impressionanti: quello che era un paradiso per i patiti dello sci estivo e un ideale campo d’allenamento per gli atleti è diventato un purgatorio in cui ritagliarsi qualche ora mattutina di neve ancora sciabile.
La Svizzera verso la neutralità climatica grazie a un’iniziativa popolare
È stata approvata dai cittadini svizzeri la Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli) che prevede che la Confederazione raggiunga la neutralità climatica entro il 2050.
Le parole e le cose – Diniego
Automatismo difensivo dalla paura del disastro climatico
Conosciamo ma non sentiamo: la scissione ragione/sentimento e il diniego della realtà sono conseguenza della gravità della crisi climatica. Pur essendo informati e consapevoli dell’origine antropica del problema non riusciamo a reagire e ad attivare strategie politiche e sociali e comportamenti individuali all’altezza della nuova era che chiamiamo Antropocene.