Un diciottesimo obiettivo di sviluppo sostenibile per la protezione dell’ambiente sopra la Terra. Questa la proposta di un gruppo di esperti ed esperte pubblicata su One Earth per contrastare il problema dei detriti spaziali. La proposta intende trarre ispirazione dal quattordicesimo obiettivo, La vita sott’acqua, e dalla gestione dei rifiuti di plastica negli oceani. Oltre a un trattato internazionale vincolante e al nuovo obiettivo, l’articolo auspica anche una serie di misure innovative per la rimozione o la manutenzione dei satelliti giunti al termine dell’operatività, in un’ottica di responsabilità estesa del produttore.
Valeria Vanzani
Come nell’oceano così in cielo. Il problema dei detriti è globale. Quelli spaziali sono un’ inedita emergenza: un nuovo obiettivo per l’Agenda Onu 2030 (1)
I progetti degli scienziati e i dubbi di Bianchi, responsabile del radiotelescopio Croce del Nord, sulla attuale efficacia dell’Onu
Un diciottesimo obiettivo di sviluppo sostenibile per la protezione dell’ambiente sopra la Terra. Questa la proposta di un gruppo di esperti ed esperte pubblicata su One Earth per contrastare il problema dei detriti spaziali.
La proposta intende trarre ispirazione dal quattordicesimo obiettivo, La vita sott’acqua, e dalla gestione dei rifiuti di plastica negli oceani, proponendo alcune strategie: un tetto massimo al lancio di nuovi satelliti, la rimozione o il riciclo di quelli inutilizzati, la responsabilità estesa del produttore, un trattato internazionale vincolante e un nuovo obiettivo di sviluppo sostenibile.
Inquinanti eterni: la bonifica in Europa potrebbe costare fino a 2 trilioni di euro
Secondo gli esperti, le aziende disinformano secondo la strategia della ‘distopia normativa’: una narrazione sproporzionata delle conseguenze sociali ed economiche delle direttive
Fino a 2mila miliardi di euro in vent’anni. Questo il costo per bonificare tutta l’Europa dai cosiddetti “inquinanti eterni”, ovvero le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), calcolato dall’inchiesta Forever Lobbying Project che ha coinvolto quarantasei giornalisti e ventinove media partner in sedici Paesi, assieme a un gruppo di diciotto esperti. L’inchiesta ha anche analizzato le tesi dei gruppi di lobbying che difendono le industrie chimiche e dimostrato come siano false o fuorvianti.
Sostegno alle donne che si liberano dalla violenza. Molte parole e poche risorse: il Reddito di libertà arriva in ritardo e resta insufficiente
Più della metà di quelle accolte dai centri antiviolenza di D.i.Re non hanno un reddito sicuro
Dopo un’attesa di quasi un anno, solo a dicembre 2024 è stato firmato il decreto che sblocca i fondi per il Reddito di libertà per il triennio 2024-2026: dieci milioni di euro per ognuno dei tre anni. “Pur sembrando una buona notizia – dichiara Antonella Veltri, presidente di Donne in rete contro la violenza (D.i.Re) – questi fondi sono attesi da quasi un anno dalle donne che ne hanno fatto richiesta. In molti casi, questo ritardo ha pregiudicato i percorsi di libertà delle donne, che hanno dovuto rivedere i loro progetti di vita. Quello che non sembra chiaro è che le vite delle donne non possono aspettare.”
Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Una governance multilaterale è possibile, secondo l’economista Frattini di Unife
Ma le economie avanzate devono rinunciare a parte del potere e quelle emergenti agire con realismo. La Nuova banca per lo sviluppo dei Brics sarà la cartina tornasole
“La proposta di riforma del sistema di governance globale mi sembra ben fatta e questo mi fa essere speranzoso. Mi sembra di vedere tutti gli elementi da mettere sul piatto per poter effettivamente raggiungere l’obiettivo: non è solo la questione economica né solo quella politica, ma tutte le questioni vanno trattate insieme per cercare di creare un sistema coerente” dichiara ad Agenda17 Federico Frattini, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.
Il Consiglio d’Europa denuncia l’approccio violento e degradante dei Cpr italiani, diventati come carceri
Sovra-prescrizione di psicofarmaci e uso eccessivo della forza contro i migranti, secondo il rapporto
Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Committee for the Prevention of Torture, CPT), un organo del Consiglio d’Europa, ha denunciato nel suo ultimo rapporto le condizioni di vita dei migranti trattenuti in quattro Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) italiani: Milano, Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Potenza e Roma.
Come avevano già fatto il progetto “Chiusi dentro. Dall’alto” di PlaceMarks, Altreconomia e RiVolti ai Balcani, il CPT ha criticato la struttura simil-carceraria dei centri, con schermi a tripla maglia metallica alle finestre e cortili recintati da gabbie.
Nel Mondo una donna uccisa ogni dieci minuti
Nello scatto di Luca Profenna, durante il corteo nazionale di “Non una di meno” a Roma una donna mostra chi sono i responsabili dei femminicidi
Dall’1 gennaio all’8 dicembre 2024, l’osservatorio nazionale del movimento transfemminista Non una di meno (Nudm) ha registrato 93 femminicidi, oltre a 6 suicidi di donne, 1 suicidio di un uomo trans e 1 suicidio di un uomo gay indotti da violenza etero-cis-patriarcale, 1 donna scomparsa e 8 casi in fase di accertamento, per un totale di 110 casi. Si contano poi almeno 48 tentati femminicidi.
Quasi la metà dei femminicidi accertati (47,3%) è stata commessa dai partner, percentuale che sale all’87,1% considerando anche gli ex-partner e i familiari.
Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Difficilissimo riformare il Consiglio di sicurezza: il diritto di veto blocca le proposte. Ma senza Nazioni unite sarebbe peggio
L’analisi di Serena Forlati, giurista Unife, alla vigilia del convegno sull’Onu
Il “Patto per il futuro” recentemente adottato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) rappresenta una prospettiva realistica di rilancio di un’organizzazione che sembra incapace di governare i grandi problemi globali (dalla pace, alla salute, all’ambiente) o segna l’ultima utopia?
Cpr: muri e gabbie
Immagine satellitare del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli a Milano, parte del progetto “Chiusi dentro. Dall’alto” di PlaceMarks, Altreconomia e RiVolti ai Balcani
Nell’immagine satellitare si nota il muro di cemento con le torrette e i cortili recintati da gabbie. Il Cpr è stato commissariato da dicembre 2023, ma le condizioni di vita rimangono disumane secondo le organizzazioni civili. Le immagini satellitari esclusive eseguite da PlaceMarks mostrano i campi presenti in tutta Europa: soluzione per bloccare, respingere e confinare: marginalizzazione invece di pianificazione urbana.
Due miliardi di condizionatori, ma pochi nei Paesi caldi
Aumentano inquinamento e consumo di energia
Oggi nel Mondo ci sono circa due miliardi di condizionatori, distribuiti in maniera diseguale rispetto ai Paesi che più ne avrebbero bisogno. Negli Stati Uniti e in Giappone il 90% delle famiglie possiede un impianto di aria condizionata, contro il 20% circa in India e in Indonesia e il 5% in Africa subsahariana (in Italia il 48,8%). Solo una su dieci delle 2,8 miliardi di persone che vivono nelle zone più calde del Pianeta ha accesso all’aria condizionata.
Le consultorie femministe autogestite: recuperare il senso sociale dei consultori pubblici (2)
Costruire insieme percorsi di autodeterminazione e mettere in critica anche il ‘miglior sistema’ con uno sguardo transfemminista, secondo lə attivistə della Mala Consilia di Bologna
A luglio 2025 la legge 405 del 1975 che istituì i consultori familiari pubblici compirà cinquant’anni. Negli ultimi anni le logiche di depotenziamento e aziendalizzazione li hanno spesso ridotti a semplici ambulatori sanitari svuotandoli del loro senso sociale e di confronto con e tra le utenti.
In questo quadro, i movimenti femministi e transfemministi hanno avviato una riflessione che ha portato a interessanti sperimentazioni quali le consultorie autogestite. Una di queste è la consultoria autogestita universitaria di Bologna Mala Consilia.
Le consultorie femministe autogestite: recuperare il senso sociale dei consultori pubblici (1)
Potenzialità e limitazioni della legge attuale. Creare spazi di scambio di sapere e alleanze per migliorare il servizio pubblico, secondo Bruna Mura docente di Sociologia dei generi presso l’Università di Urbino
È ora di bilanci per la legge che quasi cinquant’anni fa istituì i consultori familiari pubblici (legge 405 del luglio 1975). Fin dalla loro nascita i consultori pubblici sono stati caratterizzati da potenzialità e limitazioni, ma negli ultimi anni le logiche di depotenziamento e aziendalizzazione li hanno spesso ridotti a semplici ambulatori sanitari, svuotandoli del loro senso sociale e di confronto con e tra le utenti.