La legge 194 del 1978 consente alla donna di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (ivg) in una struttura pubblica, regolamentando i casi previsti e le procedure da seguire. Prima della sua pubblicazione, l’esecutore dell’aborto e la donna erano perseguibili penalmente con una pena da due a cinque anni di reclusione.
Milva Naguib
SPECIALE 8 MARZO La debolezza dei consultori compromette la salute delle donne
Riorganizzare la sanità territoriale e inserire la telemedicina
A quarant’anni dall’approvazione della legge 194, molte voci si sollevano per richiedere l’applicazione effettiva e un adeguamento delle norme che legalizzano nel nostro Paese l’interruzione volontaria di gravidanza (ivg), oltre che il necessario rinforzo della sanità territoriale indirizzata alle donne e alle coppie.
SPECIALE 8 MARZO Educazione sessuale: costruire fiducia tra giovani e istituzioni
La scuola è uno spazio strategico
“L’educazione sessuale e l’informazione sui metodi contraccettivi al momento sono delegate alle famiglie, ma devono essere inserite in programmi gestiti dalla sanità in sinergia con le istituzioni scolastiche – afferma ad Agenda17 la senatrice Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione igiene e sanità –. La scuola deve essere la dimensione della crescita e del confronto, e gli stessi insegnanti devono essere formati su queste tematiche. I programmi devono essere aggiornati e coordinati.
Ricomincia la scuola in Afghanistan ma non per le ragazze
Agli inizi di febbraio alcune università hanno riaperto in Afghanistan, per la prima volta da quando i talebani hanno preso il potere lo scorso agosto. Come riporta Reuters, nella Nangarhar University della città di Jalalabad, situata nella parte orientale del Paese, anche le donne sono tornate a frequentare le lezioni universitarie, senza condividere spazi con gli studenti uomini e accedendo da entrate secondarie.
Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (2)
Un inverno da fame per l’Afghanistan
Il 24 dicembre il World Food Programme (WFP), il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ha dichiarato che 22,8 milioni di afgani, vale a dire più della metà della popolazione del Paese, sono alla fame. Con l’arrivo dell’inverno e temperature che potrebbero raggiungere -25 ºC, si stanno raggiungendo i livelli estremi di fame.
Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (1)
L’Obiettivo 2 dell’Onu, cibo per tutti entro il 2030, è molto lontano
Il World Food Programme (WFP), principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni unite premiata con il Nobel per la pace 2020, lancia un appello urgente. Sono 45 milioni le persone nel Mondo a rischio carestie e morte a causa di conflitti, cambiamenti climatici, pandemia Covid-19 e instabilità economica. Questo numero è aumentato dai 27 milioni del 2019, e i Paesi maggiormente colpiti sono l’Afghanistan, l’Etiopia, il Sud Sudan, la Siria e lo Yemen.
SPECIALE PACE E ISTITUZIONI FORTI Lucio Caracciolo: siamo nell’età della “post-guerra”. I conflitti nascono dall’instabilità politica
Pericolosissima la tensione in Ucraina perché la Russia si sente minacciata
Guerra e pace. Che bilancio possiamo fare della situazione internazionale all’inizio del 2022, nei giorni in cui si sarebbe dovuta tenere la Conferenza mondiale sulla non proliferazione nucleare, rinviata per la pandemia? Sono in grado le istituzioni internazionali di controllare le tensioni internazionali nell’interesse della sicurezza comune? E cosa dobbiamo aspettarci in particolare per l’Europa e per il nostro Paese, stante la tensione che si registra alle frontiere orientali dell’Unione?
DOSSIER Dopo COP26 Chi non inquina paga
Le isole del Pacifico rischiano di scomparire sommerse dall’Oceano
Simon Kofe, Ministro degli esteri di Tuvalu, piccolo Stato insulare nell’Oceano Pacifico, ha lanciato un grido d’allarme nel corso degli incontri COP26 inviando un videomessaggio durante il quale parla con le gambe sommerse dal mare fino alle ginocchia
DOSSIER Dopo COP26 Per i Paesi è tempo di giustizia climatica
Quelli poveri pagano un conto pesantissimo a causa delle nazioni ricche che inquinano
Giustizia climatica significa molte cose, ma alla base c’è il riconoscimento che i Paesi che sono colpiti in modo sproporzionato dal cambiamento climatico non sono quelli maggiormente responsabili dell’aumento delle emissioni.
Stoccare la CO2 in Adriatico? Idrogeno “blu” per la decarbonizzazione?
Per ENI è la soluzione giusta per la transizione energetica. La Regione Emilia Romagna è interessata, gli scienziati obiettano su molti punti e gli ambientalisti si oppongono.
L’uguaglianza di genere nella scienza e nella tecnologia passa attraverso l’istruzione
Incentivare il raggiungimento delle pari opportunità nelle professioni scientifiche e tecnologiche, incoraggiando le giovani donne a scegliere percorsi di studio e di lavoro in questi ambiti e aiutandole ad avere fiducia nella scienza.
Il Patto per il lavoro e il clima dell’Emilia Romagna nasce come modello partecipato per lo sviluppo sostenibile. Ma scelte e metodi non convincono le associazioni ambientaliste
Energie totalmente rinnovabili al 2035, completa decarbonizzazione entro il 2050, investimento in ricerca pari al 3% del PIL regionale: in questo orizzonte si articola il Piano della Regione per il rilancio e lo sviluppo fondato su sostenibilità ambientale, economica e sociale.