In questo podcast in due parti esploriamo come il diritto all’aborto in Italia e nel Mondo sia lentamente messo a rischio da governi conservatori e leggi restrittive. In Italia, a oltre 40 anni dall’approvazione della legge 194, siamo ancora lontani da una sua piena attuazione per ragioni, oltre che ideologiche, anche strutturali e organizzative. Mentre in altri Paesi come la Polonia e l’Ungheria si assiste a norme che stabiliscono che le donne possono abortire solo in caso di stupro o incesto.
Milva Naguib
La nuova vita della Ragazza afgana fotografata da McCurry
Sharbat Gula, fuggita dall’Afghanistan, vive ora in Italia con i figli. La storia della ragazza ritratta nella celebre foto di Steve McCurry è esemplare per quanto riguarda l’uguaglianza di genere e l’istruzione di qualità, obiettivi centrali dell’Agenda Onu 2030, oggi gravemente negati nel suo Paese di origine.
Iran, centinaia di studentesse avvelenate
Come in Afghanistan l’obiettivo è bloccare l’istruzione femminile
Nella città iraniana di Qom, considerata la seconda città santa dell’Iran, da dicembre scorso ci sono stati centinaia di casi di avvelenamento respiratorio di giovani studentesse per impedire loro di frequentare le scuole superiori. Lo ha confermato con una dichiarazione il vice ministro dell’Istruzione Younes Panahi.
Arrestato il professore che difende il diritto allo studio delle ragazze afghane
È stato recentemente arrestato il professor Ismail Mashal, che si è opposto al bando imposto dal Governo talebano all’istruzione delle donne sia nelle università che nelle scuole secondarie.
Come riportato, nel Paese non si ferma l’oppressione nei confronti delle giovani donne che hanno perso il diritto allo studio con il divieto emanato dal Ministro dell’istruzione superiore lo scorso dicembre, che ha ordinato alle università pubbliche e private di vietare alle donne la frequenza.
AIDS, l’epidemia nascosta (3)
Cure migliori con nuove terapie ad assunzione mensile e - più avanti - il vaccino, secondo l'infettivologo Contini di Unife. Ma le diseguaglianze nell’accesso allontanano l’Obiettivo Onu 2030
La combinazione dei farmaci anti-retrovirali iniettabili cabotegravir e rilpivirina, la cui massiva distribuzione è usata come cavallo di battaglia dal National Health Service (NHS) inglese con l’obiettivo di raggiungere zero nuove infezioni da HIV entro il 2030, sono da qualche mese disponibili anche in Italia.
AIDS, l’epidemia nascosta (2)
Italia: diminuiscono i casi, ma il rischio è la sottostima. Trasmissione soprattutto per via sessuale
In Italia l’infezione da HIV è in costante diminuzione Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 a oggi, nel nostro Paese sono stati registrati 72.034 casi di Sindrome da immunodeficienza acquisita, AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) conclamata, di cui 46.874 deceduti entro il 2019. Da allora sono stati fatti notevoli progressi per il trattamento di questa malattia, la cui incidenza è in costante diminuzione: nel 2021 sono stati diagnosticati 382 nuovi casi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi per 100mila residenti. Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile, ed è pari a poco più di 500 casi per anno.
AIDS, l’epidemia nascosta (1)
Nel Mondo 38.4 milioni di persone vivono con il virus HIV. Determinante l’accesso ai farmaci: mentre in Africa continua la diffusione, l'Inghilterra potrebbe sconfiggerlo nel 2030
L’HIV non è un virus facile da combattere e, anche se negli ultimi trent’anni molti progressi sono stati fatti, l’obiettivo Onu di eradicare l’AIDS entro il 2030 non sarà raggiungibile. Dall’inizio dell’epidemia che risale ai primi anni Ottanta del secolo scorso, circa 84.2 milioni di persone sono state infettate con il virus HIV e 40.1 milioni sono morte per malattie legate all’AIDS.
Afghanistan: vietato alle donne l’accesso alle università
È l’unico caso al Mondo. Proteste di docenti e studenti
Come avevamo già riportato in ottobre, nel Paese non si ferma l’oppressione nei confronti delle giovani donne che hanno perso il diritto allo studio. Il nuovo divieto emanato dal ministro dell’istruzione superiore ha effetto immediato, con l’ordine alle università pubbliche e private di vietare alle donne la frequenza, e fa seguito alla chiusura per le ragazze delle scuole secondarie decisa dagli Ulema e dagli anziani nella Grande Conferenza che si è tenuta in luglio a Kabul.
Non solo hijab nelle proteste delle donne in Iran. In gioco la libertà e il diritto di scelta di tutti
Da due mesi le donne in tutto l’Iran mettono la loro vita in pericolo scendendo nelle strade al grido di “Jin, jiyan azadî ” (donna, vita libertà) dopo la brutale uccisione della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre dopo tre giorni dal suo arresto perché non indossava correttamente il velo.
Afghanistan: repressione contro le ragazze che vogliono andare a scuola. Ma non si piegano
Il primo rapporto Onu sulla situazioni dei diritti umani
In Afghanistan non si ferma l’oppressione nei confronti delle studentesse, giovani donne che hanno perso il diritto allo studio come abbiamo riportato negli ultimi mesi.
È di pochi giorni fa il violento attacco suicida al Kaj Education Centre a Kabul che ha causato la morte di almeno 38 ragazze e 82 feriti. Le vittime, nella maggioranza donne di etnia hazara, stavano preparando gli esami di ammissione all’università.
Covid-19: per fermare la pandemia è necessario vaccinare i Paesi poveri. Ma la strategia globale per un accesso equo alle cure è fallita
Si rischiano nuove varianti in tutto il Mondo
Secondo Our World in Data, al 18 settembre 2022 sono state somministrate 12,68 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19 a livello globale e ora ne vengono somministrate 4,5 milioni ogni giorno. Il 67,9% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ma di questi solo il 22,5% nei Paesi a basso reddito. La strategia nata per garantire equità nella distribuzione tra Nord e Sud del Mondo non ha raggiunto i suoi obiettivi, con milioni di dosi ad oggi ancora non consegnate.
La Corte penale internazionale e i crimini di guerra in Ucraina
Con l’intensificarsi del conflitto ucraino e l’emergere di tragici episodi di violenza nei confronti della popolazione civile quarantuno Stati, inclusa l’Italia, hanno richiesto l’intervento della Corte penale internazionale (ICC – International Criminal Court) che ha nominato il Procuratore capo Karim Ahmad Khan responsabile per l’apertura delle indagini su sospetti crimini di guerra.