L’inquinamento dell’aria in Europa resta il principale fattore di rischio ambientale per la salute. Ma emissioni e decessi sono in calo (1)

In Italia mortalità doppia della media

In questi mesi in molte città della Pianura Padana si è registrato per più giorni un livello di inquinamento dell’aria molto superiore ai valori massimi previsti dalla legge. Per buona parte del Nord Italia il problema non è nuovo e ha carattere sistemico dovuto alla presenza di grandi città, centri industriali e allevamenti, oltre a subire le caratteristiche geografiche della Pianura padana.
E le conseguenze sulla salute degli abitanti, confermano gli ultimi dati, sono gravissime.

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Cosa resta del modello di sanità elaborato durante il Covid? Poco

Dopo l’ok della Commissione europea alla Revisione del Pnrr futuro incerto per Case di comunità, Centrali operative territoriali e Terapie intensive

A fine novembre la Commissione europea ha espresso parere favorevole alle modifiche apportate dall’Italia al piano per la ripresa e la resilienza per quanto riguarda la Sanità (Missione 6) che ha visto particolarmente interessata l’assistenza territoriale. Le Case di comunità da realizzare con i fondi europei si sono ridotte da 1.450 a 1.038, gli Ospedali di comunità sono passati da 400 a 307 e le Centrali operative territoriali da 600 sono scese a 480. Scendono poi da 109 a 84 gli interventi di allineamento alle norme antisismiche nelle strutture ospedaliere.

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Covid-19 in crescita e vaccini al palo. Ma gli open day sono pieni

Aumentano i tassi di ospedalizzazione, ricoveri in terapia intensiva e i decessi

Nonostante l’importante ripresa della circolazione virale e l’aumento dell’occupazione di posti letto negli ospedali, la campagna vaccinale anti Covid-19 non decolla, e a metà dicembre ha raggiunto appena il 10,2% degli over ottanta ed il 6,9% degli over sessanta. Successo degli open day che nella settimana fra il 15 ed il 21 dicembre hanno incrementato di quasi 233 mila unità il numero dei vaccini somministrati. 

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Medici attratti dal privato. Ma gli italiani vogliono la sanità pubblica e l’impegno del Governo, soprattutto al Sud

Dati dell’Istituto Piepoli e Iris. Gli anziani reclamano medici di famiglia vicini e tempi di attesa brevi per visite, esami e pronto soccorso

Mentre si assiste a una fuga del personale dal Sistema sanitario nazionale  (Ssn) in settori strategici per il buon funzionamento del Sistema, secondo un’indagine dell’Istituto Piepoli per la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri,  tre italiani su quattro (76%) ritengono che la sanità debba essere pubblica e quasi tutti (90%), che  debba rappresentare una priorità per il Governo. 

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Fuga dal Sistema sanitario: senza medici emergenze e chirurgie. Le borse di studio ora ci sono, ma le specializzazioni restano vuote. L’analisi di Carlo Alberto Volta, prorettore Unife

Stipendi, carichi di lavoro, concorrenza privata e sottofinanziamento. Dimenticata la lezione di Covid-19

“Rischiamo di non avere più la copertura della rete delle urgenze-emergenze, di non avere anestesisti, chirurghi generali e nemmeno chirurghi delle varie branche specialistiche che si sono sviluppate negli anni.” È questo, in sintesi, il quadro tracciato da Carlo Alberto Volta, direttore della Scuola di anestesia e rianimazione dell’Università di Ferrara con l’incarico di direzione del Dipartimento di interaziendale di emergenza di Ferrara, a proposito della “diserzione” del personale sanitario dalle specializzazioni mediche strategiche per il buon funzionamento del Sistema sanitario nazionale (Ssn). Delle cause complesse di questo grave fenomeno, abbiamo parlato con il professor Volta, che è anche vicedirettore del Dipartimento di medicina traslazionale per la Romagna e prorettore alla sanità dell’Università di Ferrara.

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Sempre più numerose le cause dei cittadini contro gli stati per danni dovuti a inazione climatica

A fine anno la sentenza per il “Giudizio Universale” contro lo Stato italiano e a primavera quella dei giovani portoghesi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo

Dopo le “Anziane per il clima” che hanno citato la Svizzera davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo per inazione climatica, sono i più giovani a farvi ricorso, e lo hanno fatto in grande sostenendo il diritto delle generazioni presenti e future all’ambiente.
Presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) si è aperto in settembre quello che è stato definito il “Processo del millennio” sia per il carattere inedito, mai tanti Stati (32) erano stati citati in giudizio sulle politiche climatiche, sia per l’ età dei ricorrenti sei ragazzi millennial, che accusano i Governi di non aver fatto abbastanza per difendere i propri cittadini dal riscaldamento globale.

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Aumentano i casi di Covid-19. Siamo giunti a una situazione endemica? Siamo pronti per affrontare un autunno di convivenza con il virus? L’analisi di Roberta Siliquini, presidente Siti

I nuovi vaccini, la loro disponibilità e le indicazioni di utilizzo

Sale il numero di chi contrae l’infezione anche dopo numerose vaccinazioni e ripetuti contagi, mentre mancano direttive precise su come comportarsi. A partire dal mondo della scuola, che ha riaperto senza nessuna indicazione da parte del ministero. Abbiamo chiesto il quadro della situazione a Roberta Siliquini, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università di Torino e presidente della Società italiana d’Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI).

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Italia 14esima in Europa per numero di medici in rapporto agli abitanti. E sono fra i più vecchi

Il rapporto Eurostat

Eurostat ha recentemente pubblicato un aggiornamento relativo al personale medico nell’Unione europea (Ue). Nel 2021 i medici praticanti in Ue erano circa 1,82 milioni, di cui 243mila nel nostro Paese, per numero assoluto secondo solo alla Germania (377mila).
Tuttavia se si considera il numero dei medici in rapporto al numero di abitanti, aumentato in quasi tutti gli Stati dell’Ue tra il 2016 e il 2021, l’Italia si colloca al 14° posto con circa 400 medici ogni 100mila abitanti. Grecia e Portogallo hanno registrato il numero più alto di medici abilitati all’esercizio della professione, rispettivamente 629,2 e 562 ogni 100mila abitanti, seguite dall’Austria (540,9).

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La revisione del Pnrr colpisce la sanità: stralcia case, ospedali di comunità e centrali operative territoriali. Manca personale, che va all’estero

A caricare di nuove preoccupazioni circa il futuro del Servizio sanitario nazionale (Ssn) è la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), presentata dal Governo lo scorso 27 luglio, che prevede tagli significativi per le Case della comunità (Cdc), gli Ospedali di comunità (Odc) e le Centrali operative territoriali (Cot) componenti essenziali della riorganizzazione della sanità territoriale.

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