Trump vuole uno scudo missilistico per gli USA. Il modello è Iron Dome israeliano

Ma affidargli sicurezza e pace è un azzardo

Nella tempesta di ordini esecutivi emessi da Donald Trump nei primissimi giorni della sua seconda amministrazione non poteva mancare un obiettivo fortemente sostenuto nel rapporto 2025 Presidential Transition Project, che sembra guidare l’azione presidenziale: l’executive order The Iron Dome for America del 27 gennaio 2024.

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Massimo storico di spese per la NATO. Una cifra enorme: i Paesi europei da soli superano di 100 miliardi la somma di Cina e Russia

Il nemico alle porte è Mosca, e bisogna riarmarsi. Trentadue miliardi a carico dell’Italia (e non basteranno)

Lo scorso 17 giugno la NATO ha reso note le spese per la difesa dei suoi Paesi membri, con dati consuntivi dal 2014 al 2022 e stime per gli anni 2023 e 2024.
Mentre nel 2014 i paesi europei attualmente membri della NATO impegnarono per la difesa l’equivalente di 211,104 miliardi di dollari (G$) per un totale della NATO (inclusi USA e Canada) di 943,218 miliardi di dollari, nel 2024 l’Europa spenderà 476,191 G$ per un totale NATO che supera il bilione (milione di milioni) di dollari, ossia 1474,399 G$, maggiore della spesa totale del resto del Mondo.

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Soluzione “coreana” per l’Ucraina: armistizio dei militari a fronte dell’empasse politica? C’è già una terra di nessuno fra due linee di difesa fortificate

Una rilettura degli accordi che bloccano tuttora le ostilità dai tempi della Guerra Fredda

Settant’anni fa, nell’aprile 1954 iniziava a Ginevra la conferenza “per l’unificazione e la pacificazione della penisola coreana” a concludere la guerra in Corea, iniziata il 25 giugno 1950 con l’invasione della Corea del Sud (ROK) da parte della Corea del Nord (DPRK) con truppe “volontarie” cinesi. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite condannò l’azione della DPRK e autorizzò l’invio di forze armate in Corea per respingere l’invasione sotto un “Comando delle Nazioni unite” (a guida nordamericana). Un anno dopo il fronte si era stabilizzato attorno al 38mo parallelo, che divideva la DPRK dalla ROK prima dell’invasione a seguito dell’accordo fra URSS e USA sulla linea di demarcazione delle zone ove le due potenze avrebbero raccolto la resa dei giapponesi. La situazione di stallo indusse i comandi militari delle forze combattenti a iniziare negoziati per un armistizio, che venne firmato il 26 aprile 1953.

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L’Orologio del giorno del giudizio segna sempre 90 secondi dalla fine. Un momento di eccezionale pericolo

Al nucleare sempre più fuori controllo si aggiungono le minacce biologiche e quelle dovute al cambiamento climatico e all’Intelligenza artificiale

Quest’anno, il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists ha mantenuto le lancette dell’Orologio del giorno del giudizio (il Doomsday Clock) a soli novanta secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe globale fin dal 1947.

Il Doomsday Clock ci ricorda quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie nell’attuale fase dei cambiamenti climatici che condizionano la vita sul nostro Pianeta: ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio.

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Armi convenzionali: addio al Trattato CFE sul controllo e contenimento. Un altro colpo alla sicurezza comune

Agevolò la fine della Guerra fredda e portò allo smantellamento di decine di migliaia di equipaggiamenti militari

Il 7 novembre si sono compiuti i tempi previsti per la procedura di ritiro della Russia dal Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (CFET- Treaty on Conventional Armed Forces in Europe oppure CFE Treaty), in vigore dal 9 novembre 1992; al contempo, la Russia si è ritirata da altri due accordi indissolubilmente legati al CFET: l’Accordo di Budapest (3 novembre 1990) e il Flank Document del 31 maggio 1996.

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