Porre fine all’epidemia di tubercolosi entro il 2030 è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite ma l’annunciato blocco dei finanziamenti da parte dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) oltre a mettere a rischio la salute globale per l’interruzione dei programmi volti a combattere l’HIV e l’AIDS, ha provocato allarme anche per le conseguenze sui programmi di prevenzione e cura della tubercolosi (Tb).
Ancora oggi nel Mondo la Tb colpisce oltre 10,8 milioni di persone secondo i dati dell’ultimo Global tuberculosis report 2024 dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel rapporto si evidenzia che nel 2023 si sono ammalati 6 milioni di uomini, 3,6 milioni di donne e 1,3 milioni di bambini e le morti sono state un totale di 1,25 milioni, tra cui 161 mila persone con HIV.
A livello mondiale, la Tb è tornata a essere la principale causa di morte per un singolo agente infettivo, dopo tre anni in cui era stata sostituita da COVID-19. È stata anche la principale causa di morte delle persone con HIV e una delle principali cause di morte legate alla resistenza antimicrobica.
La Tb è la malattia della povertà aggravata da stigma, conflitti e migrazione
Si stima che circa un quarto della popolazione mondiale sia stato infettato dal batterio della Tb, e di questo il 5%-10% finirà per manifestare i sintomi e sviluppare la malattia. Si acutizza in situazioni di conflitti, povertà e migrazione.
Come dichiara nel rapporto 2024 il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus “La Tb è antica come l’umanità. La maggior parte delle sue vittime, tuttavia, è povera, emarginata o malnutrita, e i costi esterni associati al trattamento della Tb li espongono a difficoltà finanziarie o li spingono ulteriormente in povertà. La Tb è la malattia definitiva della privazione. Invertire la tendenza significa effettuare lo screening e il trattamento di coloro ne sono affetti, prevenirla affrontando le cause determinanti e sviluppando un nuovo vaccino”.
La Tb è presente in tutti i Paesi e in tutte le fasce d’età, ed è una malattia prevenibile e solitamente curabile. L’Italia è un Paese a bassa incidenza con 4000 casi l’anno mentre la maggior parte dei casi si verifica in 30 Paesi a basso e medio reddito con un’alta incidenza soprattutto nel Sud Est Asiatico (in particolare India e Cina) e nel Pacifico Occidentale (62% dei nuovi casi) e in Africa (25% dei nuovi casi).
Stima del numero di casi di Tb nel 2023 per Paesi con l’incidenza di almeno 100.000 casi
Nel 2023 gli otto Paesi classificati in termini di numero di casi sono India, Indonesia, Cina, Filippine, Pakistan, Nigeria, Bangladesh e Repubblica Democratica del Congo e hanno rappresentato circa due terzi dei casi globali.
Investire nella cura delle Tb non è solo una questione di salute ma di sicurezza globale
La Tb è una malattia altamente trasmissibile causata dal bacillo Mycobacterium tuberculosis, che si diffonde quando le persone ammalate espellono i batteri nell’aria, ad esempio tossendo. Si stima che circa un quarto della popolazione mondiale sia stata infettata dalla Tb.
Dopo l’infezione, il rischio di sviluppare una malattia tubercolare è più alto nei primi due anni (circa il 5%), e poi diminuisce e non tutte le persone che si infettano sviluppano la malattia.
Le stime indicano che la diagnosi e il trattamento farmacologico con diversi antibiotici per cicli di diversi mesi abbiano permesso di salvare circa 54 milioni di vite tra il 2000 e il 2017.
La Tb multiresistente (MDR-TB) rimane un’emergenza di salute pubblica e una minaccia per la sicurezza sanitaria e l’OMS calcola che solo circa 2 persone su 5 con Tb resistente ai farmaci sono riuscite ad accedere al trattamento farmacologico nel 2023.
I vaccini offrono anche la migliore possibilità di contenere l’accelerazione della diffusione della tubercolosi multiresistente e la vaccinazione neonatale Bacille Calmette-Guérin (BCG) offre una protezione parziale ai neonati e ai bambini contro le forme gravi di Tb ma non protegge gli adolescenti e gli adulti che sono quelli maggiormente colpiti.
Per raggiungere gli obiettivi della strategia dell’Oms per la fine della Tb che prevedono una riduzione del 95% della mortalità e del 90% dell’incidenza a livello globale entro il 2035, sarà necessario un nuovo vaccino che sia efficace in tutte le fasce d’età.
Oms: azione urgente per affrontare le interruzioni dei servizi per la Tb
Nonostante i significativi progressi compiuti negli ultimi decenni nella riduzione della mortalità grazie al miglioramento della diagnosi e del trattamento, la Tb è ancora causa di enormi sofferenze umane, di grande onere economico ed è uno dei principali fattori di iniquità a livello globale.

Nell’occasione della Giornata mondiale contro la Tb del 24 marzo l’Oms lancia l’allarme sulla mancanza di fondi in quanto i tagli ai finanziamenti per il 2025 aggravano ulteriormente il già esistente sottofinanziamento della risposta globale. Gli ultimi dati riferiti al 2023 dimostrano che è stato disponibile solo il 26% dei 22 miliardi di dollari annui necessari per la prevenzione e la cura ritardando gravemente i progressi nella diagnostica, nei trattamenti e nei vaccini.
Storicamente gli Stati Uniti hanno fornito finanziamenti bilaterali tra i 200 e i 250 milioni di dollari all’anno ai Paesi più poveri per programmi sulla Tb. Come ha dichiarato l’Oms, i tagli annunciati dall’amministrazione Trump delle attività di USAID (ma temporaneamente bloccati da un giudice federale) potrebbero paralizzare gli sforzi di prevenzione e trattamento della Tb, invertendo decenni di progressi e mettendo in pericolo milioni di vite.