Da inizio 2025 l’Osservatorio mobilità urbana sostenibile, a cura di Clean Cities Campaign (coalizione europea di oltre 100 Organizzazioni non governative, Ong), associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile ha iniziato a rilevare mensilmente i dati diffusi dalle stazioni di monitoraggio, gestite dalle Agenzie regionali protezione ambiente e Agenzie provinciali protezione ambiente, relativi alla qualità dell’aria e alle medie giornaliere di polveri sottili e biossido di azoto nelle principali città italiane.
L’obiettivo è una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030.

Collabora all’iniziativa l’Associazione medici per l’ambiente (ISDE Italia) impegnata nel Progetto nazionale “Salute e inquinamento atmosferico nelle città Italiane” che ha pubblicato un nuovo Position paper sull’inquinamento atmosferico, che offre un’analisi approfondita delle fonti di emissione, degli effetti dell’inquinamento sulla salute, e sulle strategie di mitigazione.
L’associazione di medici propone anche una “cassetta degli attrezzi” per intervenire a livello locale con azioni di advocacy per un sostegno agli interventi di riduzione delle emissioni. Lo strumento è a disposizione della rete di associazioni presenti sul territorio che potranno promuovere iniziative di sensibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni locali, in presenza del superamento dei valori di riferimento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ed europei di questi inquinanti, al fine di adottare le opportune iniziative per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Il caso di Bologna: “Città 30” ha ridotto l’inquinamento quasi di un terzo
Fa ben sperare quanto emerso dal bilancio del primo anno di Bologna Città 30, che prevede la limitazione della velocità di circolazione a 30 km/h in ampie zone cittadine, cui ha fatto seguito un calo del traffico veicolare (-5%) a favore del bike sharing (+69%), del car sharing (+44%), dell’impiego del servizio ferroviario metropolitano nell’area urbana di Bologna (+31%) e degli spostamenti in bicicletta (+10%) con conseguente riduzione dell’inquinamento legato al traffico urbano.
Grazie al progetto, nel 2024 si è registrata una significativa riduzione del livello di biossido di azoto (NO2) nella centralina di Porta San Felice, che monitora il traffico urbano, con un valore medio orario di 29 µg/m3 registrato al 30 novembre 2024. Si tratta di un dato in calo del 29,3% rispetto alla media annuale del 2022-2023 (41 µg/m3), che in termini assoluti è il dato più basso degli ultimi dieci anni.

Il biossido di azoto, a differenza delle polveri sottili (che si caratterizzano per una maggiore varietà di origine e tendenza a diffondersi), è un “marcatore” affidabile dei processi di combustione locali, infatti ha come fonte primaria le emissioni dei veicoli a motore endotermico e del riscaldamento e resta più concentrato in prossimità delle principali sorgenti di emissione, in particolare le strade a intenso traffico e il centro abitato.Alla riduzione dell’inquinamento atmosferico si è associata anche una riduzione di oltre il 13% di incidenti stradali e dei feriti (di poco più dell’11%), con una forte diminuzione degli incidenti più gravi (-31%), dal 118 con “codice rosso”. Inoltre, per la prima volta dal 1991 (il dato Istat più vecchio disponibile a livello cittadino), nessuna persona a piedi è stata uccisa sulle strade di Bologna, e si riducono del 16% quelle investite.