Nei comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra in provincia di Perugia è in atto un progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Gualdo Tadino”, con potenza di immissione in rete pari a 62 MW e relative opere connesse, da parte dell’azienda Renexia. La procedura tecnica di Valutazione Impatto Ambientale (PNIEC-PNRR) fu avviata nel dicembre 2023, con data d’inizio della consultazione pubblica il 13. La scadenza per la presentazioni delle osservazioni era fissata inizialmente entro il 12 gennaio 2024.
Le reazioni degli attivisti di fronte alla scarsa trasparenza amministrativa nei confronti della cittadinanza
Anche per gli impianti previsti per l’Appennino umbro, il dibattito sull’eolico è molto acceso, con mobilitazioni e dissensi espressi da cittadini e comitati a tutela dell’ambiente, contro una progettazione imposta e poco trasparente. Analogamente a quanto succede nel vicino appennino tosco-emiliano, in Sardegna e tante altre parti d’Italia.
“Alla fine del 2023 – afferma Mara Loreti, naturalista geologa e fondatrice del Comitato per la difesa del territorio di Gualdo Tadino – l’associazione Amici della Terra ci informò che Renexia, a insaputa della cittadinanza, aveva presentato direttamente al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) un progetto eolico di 12 pale alte 200 metri nei comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, zona ad alta vocazione rurale e soggetta a vincoli paesaggistici, con termine per presentare le osservazioni il 12 gennaio 2024: l’unica a inoltrarle fu la provincia di Perugia. Dopo una protesta, riuscimmo a ottenere dal Mase una proroga al 18 febbraio.”
L’iniziativa ha ricevuto il supporto di associazioni come Italia nostra, Altura (Associazione per la tutela degli uccelli rapaci), Lipu (Lega italiana protezione Uccelli) e Mountain Wilderness.
“Attivisti esperti come Maurizio Conticelli di Amici della Terra – aggiunge Loreti – ci hanno aiutati nelle osservazioni da inviare al Mase, e come il geometra Giuseppe Fappiano del Fronte sannita per la difesa della montagna, con cui abbiamo studiato le criticità del progetto: la distanze dalle case e la gittata delle pale in caso di caduta.
Riscontrammo che erano riportati dati non veritieri relativamente alla vicinanza delle abitazioni e dei borghi e in contrasto con la pianificazione urbanistica.”
Il Comitato ha messo inoltre in luce che Renexia non aveva evidenziato che l’area dell’intervento è un bene culturale, che ricade in una fascia di rispetto di 3 Km e che è zona umida con numerose sorgenti e presenza di specie da tutelare, come il tritone crestato (Triturus carnifex). La Societas Herpetologica Italica (Shi) ha inviato una nota al Mase sull’opportunità di istituire zone speciali di conservazione, piuttosto che impianti eolici.
L’Appennino e chi lo abita , boschi, praterie animali piccoli e grandi, uomini ringraziano per la pubblicazione