Fondi europei per l’agricoltura a pochi miliardari, mentre la piccola azienda muore. Un’inchiesta del Guardian

Fondi europei per l’agricoltura a pochi miliardari, mentre la piccola azienda muore. Un’inchiesta del Guardian

Agricoltura europea sempre più industrializzata e meno sostenibile, a livello sociale e ambientale: lo ha evidenziato Greenpeace in un recente report e ora lo conferma un’inchiesta del The Guardian. Pur di fronte alle evidenti difficoltà affrontate dalle piccole e medie aziende agricole, infatti, l’Unione europea (Ue), che assegna un terzo dell’intero bilancio agli agricoltori attraverso la Politica agricola comune (Pac), continua a farlo in base agli ettari posseduti e non alle reali necessità

Questo mette a rischio la sopravvivenza delle piccole e medie realtà, un approccio sostenibile e una produzione più salutare per i consumatori. 

Scompaiono le piccole aziende e i dati sui sussidi sono opachi

La crescente industrializzazione dell’agricoltura europea sta portando alla scomparsa delle piccole aziende, con le ovvie conseguenze in termini occupazionali ma anche ambientali e di qualità dei prodotti. 

I dati riportati dal giornale britannico confermano questa difficile situazione: tra il 2018 e il 2021 ben 3,3 miliardi di euro di aiuti sono stati assegnati a solo diciassette miliardari del settore, nonostante nel frattempo continuassero a chiudere migliaia di piccole aziende.

(ⓒMark Stebnicki on Pexels)

Dati più precisi non sono tuttavia facili da reperire. C’è infatti anche un altro problema: una parallela difficoltà di reperire stime e numeri che sono definiti “opachi”, anche da parte degli stessi Stati. Rigide norme sulla privacy, deboli requisiti di trasparenza e le complesse catene di proprietà delle aziende rendono infatti problematici i controlli sulla destinazione dei fondi – al punto che è impossibile identificare con certezza i maggiori beneficiari finali dei finanziamenti europei.

Nonostante ciò, oltre alla scoperta di come oltre 3 miliardi di euro siano finiti in “aiuto” di neanche una ventina di produttori, senza comunque riuscire a entrare nel dettaglio delle distribuzioni, si stima anche che ben oltre la metà dei sussidi (tra il 50% e l’80%) sia destinata all’agricoltura animale piuttosto che alla produzione di alimenti più salutari per le persone e il Pianeta.

È dunque necessaria una rapida transizione alimentare e i sussidi sono la maggiore leva economica per favorire un cambiamento. Allo stesso tempo, serve trasparenza perché servono ancora moltissimi studi e indagini per scoprire come sono spesi i soldi delle tasse dei cittadini.

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