Onu, siglato il Patto per il futuro. Rilancio della governance internazionale o ultima illusione? Clima, pace, giovani, tecnologie: grandi obiettivi per un Mondo che cambia e diventa multilaterale. Ma per un nuovo inizio servirebbero diplomazia e cooperazione internazionale

Onu, siglato il Patto per il futuro. Rilancio della governance internazionale o ultima illusione?

Clima, pace, giovani, tecnologie: grandi obiettivi per un Mondo che cambia e diventa multilaterale. Ma per un nuovo inizio servirebbero diplomazia e cooperazione internazionale

L’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) ha recentemente adottato a New York il “Patto per il futuro”, una dichiarazione di impegno internazionale su diversi settori con l’obiettivo di “garantire che le istituzioni internazionali siano in grado di agire in un Mondo che è cambiato radicalmente da quando sono state create.” Siamo finalmente di fronte a una presa di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità su temi cruciali come ambiente, giovani, pace, diritti umani e sviluppo tecnologico, o si rivelerà l’ennesima illusione dell’Onu, ricca di buoni propositi difficilmente realizzabili?

Il Vertice ha riunito oltre 4mila persone, tra capi di Stato e di Governo, osservatori, organizzazioni internazionali, società civile e organizzazioni non governative, eppure non se ne è parlato diffusamente sui media. Si tratta tuttavia di una visione molto ampia per la (ipotetica) costruzione di un sistema internazionale che sia realmente rappresentativo delle nuove sfide ed esigenze e che coinvolga Governi, società civile e tutti i partner chiave, gettando, almeno nelle intenzioni, le basi per “un ordine globale sostenibile, giusto e pacifico per tutti i popoli e le Nazioni.” 

(©unric.org)

L’impegno emerso è infatti di realizzare cinquantasei azioni in specifici settori chiave: sviluppo sostenibile e finanziamento allo sviluppo, pace e sicurezza internazionali, scienza, tecnologia, innovazione e cooperazione digitale, gioventù e future generazioni, e trasformazione della governance globale.

Pace, clima e aiuto allo sviluppo: tornano le promesse (finora disattese) delle Cop

“Per proteggere le future generazioni dal flagello della guerra, dobbiamo rispettare il diritto internazionale e intensificare l’uso della diplomazia”: è soprattutto in un periodo di forti e rinnovate tensioni internazionali che appare quantomeno d’obbligo ribadire questa premessa, con l’auspicio che non rimanga su carta di fronte alla messa in discussione proprio del diritto internazionale e della diplomazia come strumenti di risoluzione dei conflitti.

Per quanto riguarda le principali conclusioni raggiunte su pace e sicurezza, emerge l’intenzione di migliorare l’efficacia e la rappresentatività del Consiglio di sicurezza, oggi deboli e spesso contestate, anche rimediando alla sottorappresentazione dell’Africa. Non sono mancati poi l’impegno multilaterale al disarmo nucleare e un accordo per prevenire la corsa agli armamenti, entrambi fronti sui quali si sono invece fatti molti passi indietro nell’ultimo periodo. E sempre sul fronte bellico, sarà importante evitare l’uso improprio delle nuove tecnologie, anche applicando a molte di esse le leggi di guerra.

Accanto alla pace, tra le maggiori sfide odierne è posto il cambiamento climatico, con l’effettiva realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 tra i primi punti del Patto per il futuro. Nel frattempo, però, a subirne in maniera sproporzionata gli impatti negativi sono i Paesi in via di sviluppo: è quindi prioritaria una riforma del sistema finanziario internazionale, così da dare loro maggiore supporto e voce in capitolo nel processo decisionale. Sarà fondamentale mobilitare più risorse e finanziamenti, garantire prestiti sostenibili, proteggere i più deboli dagli shock economici e accelerare le misure per affrontare il cambiamento climatico, a partire dalla sempre maggiore implementazione delle energie rinnovabili e dal conseguente abbandono dei combustibili fossili per raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

Digitale e giovani: avviare un dialogo sull’AI e coinvolgere le nuove generazioni perché il futuro è loro

Allegato al Patto per il futuro c’è il Global Digital Compact, il primo quadro globale completo per la cooperazione digitale e la governance dell’Intelligenza artificiale (Artificial Intelligence, AI), con l’impegno a una gestione della stessa che sia a beneficio di tutti

Gli obiettivi sono quindi di collegare a Internet tutte le persone e le istituzioni di rilevanza sociale, cioè scuole e ospedali, ancorare la cooperazione digitale al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, rendere sicuro lo spazio online, governare l’AI attraverso un tavolo scientifico e un dialogo politico globali e rendere i dati più aperti e accessibili. Nelle Giornate d’azione che hanno preceduto il Vertice, inoltre, sono stati promessi 1,05 miliardi di dollari per promuovere l’inclusione digitale.

Per quanto riguarda i giovani, invece, è stata redatta la prima Dichiarazione sulle generazioni future, che tiene conto del loro ruolo nel processo decisionale anche e soprattutto con un reale e significativo coinvolgimento nei corpi intergovernativi e nei processi delle Nazioni unite, nonché con l’istituzione di un possibile inviato ad hoc in loro rappresentanza. 

Tuttavia, è prima di tutto riconosciuto che oggi milioni di giovani vivono in condizioni di estrema povertà che rendono impossibile per loro anche il più basilare godimento dei diritti, per cui è necessario anzitutto assicurare loro l’accesso equo ai servizi essenziali quali salute, educazione e protezione sociale. 

Occorre poi promuoverne il coinvolgimento a livello nazionale e internazionale, con l’impegno affinché i decisori politici ne tengano da subito in considerazione i bisogni e gli interessi.

Diritti umani e donne: siamo in grave ritardo in tutte le parti del Mondo 

Si rafforza poi il lavoro sul tema dei diritti umani, l’uguaglianza di genere e la responsabilizzazione delle donne. L’Onu sottolinea l’importanza del coinvolgimento di tutte le parti interessate, compresi Governi locali, società civile, settore privato e ribadisce l’importanza della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: il Patto dovrebbe infatti rafforzare il pieno godimento dei diritti umani riconoscendone l’universalità, l’indivisibilità, l’interdipendenza e l’interrelazione.

Nessuno degli obiettivi può tuttavia essere raggiunto senza una piena e significativa partecipazione delle donne nella vita politica ed economica, ancora non raggiunta in nessuna parte del Mondo odierno. Si riafferma quindi l’impegno per accelerare il raggiungimento dell’uguaglianza di genere, l’empowerment femminile in tutti i settori e l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione e violenza contro le donne.

Seguiranno questa volta azioni concrete?

Il Patto ribadisce quindi, se non altro, una piena consapevolezza delle Nazioni unite circa i “crescenti rischi catastrofici ed esistenziali, molti dei quali causati dalle scelte che noi facciamo.” I passi avanti nella conoscenza, nella scienza, nella tecnologia e nell’innovazione possono portare a un futuro più sostenibile, sicuro, dignitoso e sano ma la scelta e la responsabilità sono nostre.

C’è dunque bisogno di un concreto impegno per la cooperazione internazionale, che sia basata sul rispetto del diritto internazionale, oggi invece quanto mai indebolito, ma senza il quale non possiamo né gestire il rischio né cogliere le opportunità: non è un’opzione, ma una necessità. “Oggi, ci impegniamo per un nuovo inizio nel multilateralismo” scrivono i decisori politici: vedremo se a questo seguirà un reale impegno allo sviluppo di un altrettanto reale ed equo multilateralismo, nel quale i tre pilastri delle Nazioni unite – sviluppo sostenibile, pace e sicurezza, diritti umani – possano essere perseguiti a vantaggio di tutti. 

Le soluzioni alle gravi crisi in atto sono spesso già possibili; manca, ancora una volta, la concreta volontà di attuarle, anche rinunciando a una parte della propria supremazia in favore del bene e, appunto, del futuro di tutti.

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