La riunione dei Rappresentanti permanenti ha approvato a Bruxelles la proposta della Commissione europea di declassare lo status del lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”. “Una decisione gravissima – commenta il World Wild Fund (WWF) Italia – che apre pericolosamente la porta agli abbattimenti del lupo in Europa e ignora l’appello di oltre 300 organizzazioni della società civile e di centinaia di migliaia di persone che hanno esortato i Governi a seguire le raccomandazioni della scienza e intensificare gli sforzi per favorire la coesistenza con i grandi carnivori attraverso misure preventive.”
Il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) è un organo che prepara il lavoro del Consiglio dell’Unione europea (Ue): si occupa delle proposte e dei progetti in fase di prenegoziato e ha un ruolo centrale, perché dotato di controllo politico sui gruppi di lavoro.
In questo caso, è stato decisivo il voto a favore della Germania, finora astenuta: anche l’Italia si è schierata favorevolmente, contrari invece solo Spagna e Irlanda.
Esultano le associazioni degli agricoltori, nonostante i dati dimostrino come le predazioni siano spesso dovute a una mancanza di misure di protezione per il bestiame piuttosto che all’effettiva pericolosità dei predatori.
Indebolito l’intero sistema di conservazione della natura
Ora, dopo l’approvazione formale in Consiglio, la proposta passa al Comitato permanente della Convenzione di Berna, che, assieme alla Direttiva Habitat, tutela flora e fauna selvatiche nel nostro continente.
Già lo scorso anno, la Commissione aveva definito il lupo come un pericolo reale per il bestiame e l’uomo. Questa decisione, però, potrebbe indebolire l’intero quadro normativo per la conservazione della natura, visto che la Convenzione si applica a tutto il continente e non solo agli Stati membri dell’Ue.
Secondo Legambiente, tale pronunciamento “non solo mette a rischio decenni di sforzi di conservazione, ma rappresenta una decisione insensata e soprattutto una significativa battuta d’arresto per quello che è stato uno dei più importanti successi dell’Ue in materia di conservazione della fauna selvatica: ossia il ritorno del lupo dopo un periodo in cui la specie ha rischiato l’estinzione.” Secondo l’associazione, nel 2022 e 2023 sono morti in Italia oltre 200 lupi (dato sottostimato) e per cause soprattutto di natura antropica.
La strage degli orsi è già iniziata
Persecuzione che non risparmia l’orso: è già strage in Svezia, dopo pochi giorni dal rilascio di quasi 500 permessi di caccia (486) per abbattere il 20% della popolazione del territorio. In poche ore ne sono stati uccisi oltre 150 e tutto lascia intendere che si raggiungerà, se non supererà, la cifra di 772 esemplari uccisi lo scorso anno. In previsione delle polemiche, i cacciatori sono addirittura accompagnati dalla polizia, che sta pattugliando i boschi.
Orsi che, lo ricordiamo, non amano la nostra compagnia: anche qui, è l’uomo a non adottare misure efficaci alla prevenzione, attirando i plantigradi con il cibo o assumendo comportamenti che mettono a rischio la coesistenza.
L’Ue, insomma, compie sempre più significativi passi indietro sulla strada per la tutela degli ecosistemi anziché incentivare una convivenza che è non solo possibile, quanto utile per tutti.