“La conservazione senza denaro è solamente conversazione”; partendo da questo slogan il gruppo Skua Nature Group ha elaborato un modello in cui il valore della natura è considerato anche un valore economico per un nuovo turismo naturalistico. E ora gestisce numerose riserve, in cui si sviluppano azioni dedicate alla conservazione e a studi sulla biodiversità usando fondi provenienti dal turismo naturalistico, capanni di osservazione, birdwatching ed escursioni fotografiche in collaborazione tra pubblico e privato.
Per la prima volta al festival Selvatica , in corso fino al 21 luglio a Biella, il gruppo Skua Nature è presente con oltre quaranta fotografie di Iago Corazza e dello staff.
Secondo il curatore della mostra Fabrizio Lava, il merito di Skua è aver messo a punto un processo di “normalizzazione della natura”, che va vista non come “una riserva indiana” ma un luogo dove la vita dell’uomo si svolge nel quotidiano e che, dunque, ha bisogno di attenzione e rispetto in ogni momento, non solo in occasione di un viaggio.
Una lunga storia di immagini suggestive
Ma al festival Selvatica, che si tiene a Piazzo, il quartiere medioevale di Biella, c’è molto altro. L’evento, che si propone di valorizzare il legame tra arte e natura, quest’anno è alla sua decima edizione.
Organizzato da Palazzo Gromo Losa Srl e ideato da E20Progetti e da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, è curato da Lorenza Salamon e Fabrizio Lava. Quest’ultimo ha dichiarato che la fotografia è protagonista a Selvatica “anche per evidenziare ancora una volta la necessità impellente di comprendere che il tempo dell’attesa è ormai finito e che non possiamo più rimandare di occuparci di ambiente e della sua protezione.”
Per dare l’idea dell’ampiezza di angolazioni dalle quali l’uomo ha sempre tentato di catturare la natura, possiamo fare l’esempio di due immagini che affrontano lo stesso tema. La prima è la silografia policroma di Utagawa Hiroshige del 1853, Camelia innevata e passeri. I due uccelli sembrano muoversi in armonia tra i colori dalle tinte acquerello.
Appena dall’altro lato della strada, invece, si può osservare una delle foto dell’edizione 2024 di Glanzlichter, il più importante concorso di fotografia naturalistica che si tiene in Germania. Anche in questo caso abbiamo colori sfumati sullo sfondo e vi è una geometria tra le posizioni dei due uccelli combattenti, in questo caso ripresi dall’autore in uno dei momenti dell’accoppiamento.
L’opera d’arte testimonia il nostro modo di guardare la natura nel tempo
L’impressione che si ricava dalla visita delle numerose esposizioni tra Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero è anche che Selvatica sia un grande affresco di come noi guardiamo alla natura e di come in questo modo di relazionarci col Mondo ci siano costanti e cambiamenti nel tempo.
Nella sezione “Inno alla natura” sono esposte oltre quaranta xilografie a partire dall’Ottocento dei maestri giapponesi Hiroshige e di Hokusai, tra le quali la famosa “Sotto l’onda al largo di Kanagawa”. Le immagini, che provengono dal Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova e dal Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, si susseguono percorrendo le stagioni.
“Le opere dei due Maestri della scuola ukiyoe non illustrano dettagliatamente i piani prospettici degli orizzonti nei paesaggi, né i dettagli naturalistici così finemente descritti da botanici e ornitologi occidentali. Piuttosto, propongono delle linee sintetiche così ben organizzate sulla superficie da permettere all’occhio dell’osservatore di ricomporre con fedeltà gli elementi secondo la propria conoscenza” spiega la curatrice Lorenza Salamon nel catalogo.
La natura protagonista anche con l’intelligenza artificiale
La natura è invece protagonista in prima persona, con un minor grado di mediazione, con la mostra scientifica “Piante guerriere. Viaggio tra i vegetali che credono di essere animali”, mentre nelle opere del pittore e scultore Gianni Lucchesi, presente a Selvatica con “Motus”, non si colgono differenze fra le opere in cui i protagonisti sono gli uomini e quelle in cui lo sono gli animali. Entrambi si confrontano con le emozioni primarie, su un palcoscenico che richiama il vuoto e l’abisso. L’artista toscano utilizza il bitume, il ferro, il marmo, il legno e la ceramica.
Infine, oltre all’allestimento in multivisione delle immagini scattate dai soci del Fotoclub Biella, intitolata “Non solo intorno a noi”, e l’installazione nel portico di Palazzo Ferrero di Danilo Marchi, che assembla manualmente bottiglie riciclate per l’arte (“Artificio Eden”), è presente un nutrito gruppo di foto proveniente dal già citato concorso Glanzlichter.
Anche in questo caso è possibile non solo osservare le immagini del prestigioso concorso, ma anche riflettere sulle novità, tecniche ed etiche, che si affacciano nel presente della rappresentazione della natura.
Il pannello informa che quest’anno è stata aggiunta la categoria “Aggiungi con AI”, cioè con l’intelligenza artificiale: “abbiamo deciso di farlo nel 2023. Perché proprio come una volta la fotografia con i droni era sconosciuta, ora questo modo di elaborare una foto ha trovato il suo spazio. Durante l’estate ci sono state infinite discussioni su come controllare le foto che utilizzano l’intelligenza artificiale e integrarle nelle immagini. Per noi era chiaro: non puoi fermare o respingere la tecnologia, puoi solo dirigerla. Di conseguenza vediamo che i pochi partecipanti a Glanzlichter che hanno utilizzato questa tecnica la usano in modo responsabile, dichiarato e non distorcono la natura dell’immagine, ma piuttosto creano delle immagini che rimangono naturali.” (1_Continua)