Contro la città autoritaria. Assemblee dei cittadini per il clima. Dal MUSE di Trento una nuova modalità di partecipazione Per ora è un’utile simulazione che andrà sviluppata, afferma Oxoli di Extinction Rebellion

Contro la città autoritaria. Assemblee dei cittadini per il clima. Dal MUSE di Trento una nuova modalità di partecipazione

Per ora è un’utile simulazione che andrà sviluppata, afferma Oxoli di Extinction Rebellion

La sfida per la città postindustriale è la decarbonizzazione. Lo affermano tutti: dai sindaci delle metropoli mortalmente inquinate ai decisori europei. Ma pochi lo fanno e molti lo rimandano al tempo futuro. Ciò che invece si sta affermando nel presente è un’eco-retorica che serve solamente a camuffare interventi di gentrificazione e speculazione. È contro questa politica che i giovani ambientalisti si mobilitano prendendo di mira anche i musei. Era successo anche a Trento, con gli attivisti di Extinction Rebellion alle porte del MUSE, il Museo della scienza. Ma qui le istituzioni cittadine, seppur inizialmente diffidenti, invece di farne una questione di ordine pubblico, hanno elaborato una risposta, avviando la sperimentazione di un’assemblea dei cittadini sul clima.

Le assemblee dei cittadini sul clima sono il core della proposta politica di Extinction Rebellion per superare la crisi di democrazia rappresentativa che, secondo la loro visione, è ormai incapace di realizzare la decarbonizzazione e la riconversione ecologica. In realtà il caso di Trento è, come vedremo, solamente un progetto di simulazione, ma coglie quel “deficit di partecipazione e coinvolgimento nelle decisioni pubbliche sulla città da parte dei cittadini” che è tra le caratteristiche tipiche della città autoritaria indicate nel Manifesto stilato dal sociologo Alfredo Alietti e dall’architetto Romeo Farinella, città nelle quali la rigenerazione ecologica è guidata da interessi economici e finanziari e la partecipazione diventa retorica a causa della debolezza politica delle istituzioni di governance

Rebellion alle porte

“Mai come in questo caso possiamo parlare di un’iniziativa nata dal basso – dichiara ad Agenda17 Carlo Maiolini, conservatore scientifico presso il Museo delle Scienze (Muse) di Trento –. Nel 2020 ci siamo infatti trovati con gli attivisti di Extinction Rebellion e altri movimenti proprio ‘da basso’, all’ingresso del museo. Stavano usando il museo, come spesso accade, quale mezzo per manifestare il dissenso rispetto alle politiche ambientali. Ed essendo la sostenibilità ambientale e l’immaginazione di futuri desiderabili al centro della nostra mission, non ci siamo visti in contrasto con quanto intendevano fare.” 

“Dopo l’emergenza pandemica – prosegue Maiolini – sulla spinta dell’allora direttore Michele Lanzinger e con l’attuale sostituto direttore Massimo Bernardi abbiamo impostato un dialogo strutturato con questi attivismi ambientali, per capire se ci fossero delle aree tra il loro agire e l’agire museale che avrebbero potuto generare progetti comuni.

Carlo Maiolini, conservatore scientifico presso il Muse di Trento (©muse.it)

La questione è delicata: fino a un certo momento i musei sono stati considerati luoghi neutri, che non potevano prendere posizione, ma nel tempo si è visto che non è così. L’idea quindi era entrare in dialogo con gli attivismi attraverso un progetto strutturato di incontri, che abbiamo chiamato Simposio Alexander Langer, nostro corregionale che aveva fatto dell’ambiente e del dialogo tra posizioni diverse la sua bandiera politica.”

Un simulazione sulla strada della vera partecipazione

Al momento – a differenza di altre esperienze piu avanzate ormai presenti in tutta Europa – si tratterà solamente di sperimentare, secondo un modello che coinvolge gli abitanti in forma consultiva, senza arrivare  a un vero processo deliberativo che trasferisca quote di potere ai cittadini.

Assemblee nazionali (giallo) e locali (rosso) in Europa (©KNOCA report, aprile 2023)

Ai partecipanti sarà proposto un programma di formazione di quattro incontri e sopralluoghi sul campo, fino alla seduta plenaria finale in cui avverrà il processo decisionale e i risultati saranno consegnati al Comune.

“Certo la delibera finale sarà finta – afferma Maiolini – poiché non abbiamo un mandato politico, ma la speranza è che il Comune decida già dal prossimo anno di adottare l’assemblea come strumento per la politica ambientale.

Per noi non è il primo progetto di partecipazione pubblica, ma ritengo che qui, per la prima volta, si cerchi di salire un po’ nella scala della partecipazione. Anziché limitarsi a consultare i cittadini, le assemblee entrano infatti in quella che gli accademici definiscono la vera partecipazione, nella quale c’è una delega di potere. E anche se noi al momento facciamo solo una simulazione, sarà comunque fondamentale raccontare bene ai cittadini cosa è successo.”

“Questa simulazione – afferma ad Agenda17 Giacomo Oxoli, di Extinction Rebellion Trento – da un lato porta all’attenzione di amministrazione e cittadinanza l’idea che si può decidere assieme attraverso modalità già in auge in alcune zone del Pianeta, e sempre più anche in Italia, dall’altro offre concretamente la possibilità di valutare se introdurle nel governo del territorio.”

Giacomo Oxoli, di Extinction Rebellion di Trento (©LinkedIn)

“L’iniziativa – prosegue Oxoli – serve anche a sensibilizzare la cittadinanza, sia con il coinvolgimento di chi ha ricevuto le lettere di partecipazione, sia con le conferenze stampa e i vari eventi, fino a un incontro finale aperto a tutti. Inoltre, il fatto che siano coinvolti uno dei musei più importanti del territorio e l’università ha anche un importante valore divulgativo e informativo.”

“Attraverso il simposio Alexander Langer – ricostruisce Maiolini – ci chiesero di attivare la sperimentazione dell’Assemblea dei cittadini invitando il Comune come stakeholder principale, così che possa valutare se assumerla come strumento di governance ambientale. Convinti che la politica ufficiale non sia intrinsecamente in grado di agire nei tempi necessari e contro i fortissimi interessi economici coinvolti, gli attivisti di XR propongono di svincolare da essa alcune scelte relative alla questione ambientale con una sorta di democrazia diretta.”

A Bologna l’assemblea è convocata una volta l’anno su un tema rilevante: nel 2023 i cambiamenti climatici (©comune.bologna.it)

“Noi siamo sicuramente grati – conclude Oxoli – che la nostra richiesta sia stata accolta e portata all’interno di un museo. È un atto di cura reciproca, nel quale abbiamo la dimostrazione che alcune istituzioni si possono evolvere in maniera utile alla società, con una funzione più sociale e, in questo caso, anche politica.

Essendo una simulazione non ha un valore deliberativo, ma continueremo la nostra battaglia affinché diventi un processo che aiuta il territorio, dalla città al Trentino e, speriamo, anche oltre, per affrontare realmente la crisi in cui siamo immersi.”

(Contro la città autoritaria è il manifesto con cui il sociologo Alfredo Alietti e l’architetto Romeo Farinella hanno lanciato l’idea di un confronto interdisciplinare sui luoghi dell’abitare)

One thought on “Contro la città autoritaria. Assemblee dei cittadini per il clima. Dal MUSE di Trento una nuova modalità di partecipazione

Per ora è un’utile simulazione che andrà sviluppata, afferma Oxoli di Extinction Rebellion

  1. Molto interessante, da approfondire e da divulgare questa sperimentazione di un’assemblea di cittadini sul clima. Trovo indicativo che a muoversi siano state le istituzioni pubbliche, che, come dovrebbe essere, si sono poste non nel ruolo di controparte dei cittadini, ma di promotori di forme di partecipazione “dal basso”. Interessante anche la decisione di partire da una simulazione.

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