Milano non è soltanto la “eco gentrificazione“, secondo un modello che è stato definito di “città autoritaria”, del quartiere di Porta Nuova con il noto Bosco Verticale circondato da uno skyline di grattacieli modernissimi, ma è anche una città in continua evoluzione dove, negli ultimi venti anni, sono stati completamente riqualificati e ridisegnati interi quartieri, anche con il contributo di processi partecipativi che hanno coinvolto cittadini, associazioni, fondazioni no-profit e imprese private.
Contro la deriva della città autoritaria
Uno di questi quartieri è quello di Greco, percepito come “un piccolo paese nella città”, che possiede un tessuto sociale forte e solidale che ha permesso la sperimentazione di innovazioni di portata cittadina come quella rappresentata dal progetto BiG Borgo intergenerazionale Greco, ideata dalla cooperativa AbCittà, una cooperativa sociale che si occupa di progettazione sociale attraverso approcci partecipativi.
Cristian Zanelli, architetto e presidente di ABCittà racconta “Il progetto BiG Borgo intergenerazionale Greco nasce come esperienza di abitare sociale rivolta allo sviluppo dell’autonomia relazionale per tutte le generazioni.
Oggi è imprescindibile parlare di rigenerazione basata sull’idea di unire l’intervento fisico, urbanistico e architettonico all’intervento sociale.
Il progetto BiG è nato nel 2015 da esperienze da noi fatte non solo a Milano ma anche in altre città italiane ed estere volte a promuovere e facilitare processi di coesione sociale, cittadinanza attiva, rigenerazione urbana e territoriale.
I fondatori di ABCittà avevano già iniziato nel 1998 a lavorare come consulenti per il Comune di Milano per progetti come ‘il bambino urbano’ che ha trasformato tanti piccoli spazi della città col contributo dei bambini. Abbiamo poi lavorato tantissimo sulla rigenerazione urbana nei contesti più sfortunati della città con il coinvolgimento attivo della cittadinanza gestendo i laboratori di quartiere.”
BiG ha sede nella storica Cascina Conti di Greco, una cascina riqualificata situata nel cuore di un insediamento di edilizia residenziale di nuova edificazione.
Condivisione di spazi, servizi e tempi di vita
La struttura è costituita da venticinque minialloggi con spazi comuni e servizi condivisi.
L’idea di BiG è quella di utilizzare l’abitare come primo strumento operativo di carattere educativo e sociale per un’esperienza di abitazione di qualità a basso costo per giovani studenti e lavoratori dai 18 ai 35 anni, genitori singoli con bambini inviati dai servizi sociali, anziani autosufficienti, al fine di promuovere la loro autonomia.
Vuole anche essere un’esperienza di mutuo aiuto tra persone, comunità e quartiere e viene richiesto agli abitanti di BiG un impegno di dieci ore di volontariato al mese.
Cristian Zanelli continua ‘Noi crediamo che BiG sia davvero un progetto di rigenerazione nel senso che ha sicuramente intercettato una serie di bisogni che le diverse età esprimono.
I giovani, che a Milano non trovano casa a costi calmierati e che cercano un’esperienza di vita in chiave solidale, di impegno nel mutuo aiuto e nel volontariato civico.
Gli anziani, che cercano una forma di ‘protezione’ non strutturata ma garantita dalle relazioni di conoscenza e vicinato.
Le mamme, che nella relazione con i vicini di casa a BiG si sperimentano in uscita dalle comunità alloggio e in vista di una situazione abitativa/lavorativa più stabile.
Tutti e tutte si relazionano con il tema dell’autonomia (da raggiungere per giovani e per le mamme, da mantenere per gli anziani), un’autonomia che però trae forza dalla capacità di instaurare e mantenere relazioni.
Questa visione non è sempre facile da realizzare perché l’intergenerazionalità è un bel tema però molto sfidante da mettere in pratica quotidianamente.”
Come conclude Cristian Zanelli, l’intergenerazionalità non è una caratteristica data solo dall’accostamento di alloggi riservati a diverse fasce di età, ma è un impegno costante, quotidiano non sempre facile.
Essere buoni vicini di casa e interagire fra persone che non si conoscono e hanno provenienze e storie diverse richiede un impegno di facilitazione che richiede tempo e impegno. ABCittà continuerà a sperimentare da questo laboratorio di coesione sociale che è rappresentato da BiG per sviluppare forme di abitare innovativo basate sugli scambi intergenerazionali anche in altre regioni italiane.
(Contro la città autoritaria è il manifesto con cui il sociologo Alfredo Alietti e l’architetto Romeo Farinella hanno lanciato l’idea di un confronto interdisciplinare sui luoghi dell’abitare)