In un clima internazionale di crescente minaccia per la libertà di stampa e l’indipendenza del giornalismo, con il caso Assange divenuto, purtroppo, l’emblema dei Paesi occidentali che spesso gridano alla difesa dei diritti umani ma continuano a perseguire un uomo innocente, il repubblicano Paul Gosar ha presentato nei giorni scorsi una risoluzione al Congresso statunitense per ribadire che “le regolari attività giornalistiche sono protette dal Primo emendamento e che gli Stati Uniti dovrebbero far cadere tutte le accuse contro e tutti i tentativi di estradare Julian Assange.”
Il giornalista, fondatore di Wikileaks, è in attesa dell’udienza dell’Alta corte britannica in risposta al ricorso presentato dai suoi legali, ultima speranza per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. La data è fissata per il 20 e 21 febbraio 2024: se l’Alta corte respingerà l’appello, l’unica possibilità rimasta potrebbe essere il ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo.
Molte sono le organizzazioni internazionali e gli attivisti che in questi anni non hanno smesso di chiederne la liberazione e non sono mancati gli sforzi anche da parte dei legislatori statunitensi e australiani, Paese d’origine di Assange. Di recente, ad esempio, alcuni legislatori americani hanno inviato una lettera al presidente Biden per chiedere di far cadere finalmente le accuse, mentre a settembre una delegazione australiana si è recata a Washington in visita ad alcuni funzionari con lo stesso obiettivo.
Questa risoluzione fa leva precisamente sulla Costituzione americana e il tanto citato Primo emendamento, che protegge qualsiasi attività giornalistica regolare “compresi l’ottenimento e la pubblicazione di informazioni.”
Considerando che Wikileaks ha pubblicato migliaia di informazioni, la cui divulgazione ha promosso la trasparenza pubblica, si chiede dunque al Governo di ritirare tutte le accuse e consentire ad Assange di ritornare in Australia qualora lo desiderasse.
Nessun editore era mai stato perseguito ai sensi della legge sullo spionaggio e un eventuale esito positivo delle accuse, con conseguente estradizione di Assange negli Stati Uniti dove rischia una pesante condanna a 175 anni di carcere, si legge infine, creerebbe un pericoloso precedente che consentirebbe al Governo di perseguire e imprigionare giornalisti a causa di attività che sono protette dal Primo emendamento. Tuttavia “la libertà di stampa è essenziale per promuovere la trasparenza pubblica ed è una tutela fondamentale per la nostra Repubblica.”