È stata approvata dai cittadini svizzeri la Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli) che prevede che la Confederazione raggiunga la neutralità climatica entro il 2050.
La legge, approvata con il 59,1% dei voti a favore (e una partecipazione del 42% degli aventi diritto al voto) in un referendum tenutosi lo scorso 18 giugno, ha visto la luce grazie all’iniziativa per i ghiacciai che nel 2019 aveva raccolto oltre 113mila firme.
Non sono previsti divieti diretti di utilizzare combustibili fossili, ma si punta al saldo netto delle emissioni uguale a zero (o negativo) attraverso una riduzione al minimo delle emissioni di gas serra e a una compensazione dell’impatto delle emissioni rimanenti mediante l’impiego di tecnologie a emissioni negative.
Per raggiungere questo importante risultato saranno incentivati interventi finalizzati a migliorare gli isolamenti degli edifici, a sostituire gli impianti di riscaldamento più inquinanti, a investire in tecnologie innovative per la diminuzione delle emissioni industriali, a sviluppare le energie rinnovabili e, per i settori che non possono rinunciare a emettere gas serra, si prevede di incentivare lo sviluppo delle discusse tecnologie di prelievo e stoccaggio dell’anidride carbonica.
La Svizzera si allinea così alle politiche europee che con il Green Deal si sono poste l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050. C’è però una differenza sostanziale: mentre in Europa la decisione è stata presa dal Parlamento europeo, in Svizzera la legge è nata grazie a un’iniziativa popolare e la decisione finale è stata ratificata direttamente dai cittadini, attraverso il referendum del 18 giugno scorso. Parte di nuovo dai cittadini, dunque, un’azione concreta per affrontare la crisi climatica.
Secondo la Fondazione svizzera per l’energia (Fse), la Svizzera è il primo Paese al Mondo a confermare l’obiettivo della neutralità climatica con una votazione popolare.