Si accendono le lanterne del capodanno lunare cinese su una delle più grandi “migrazioni” da due anni a questa parte, che lo scorso weekend ha visto spostarsi oltre 400 milioni di persone- il ministero dei trasporti prevede arriverà fino a 2.1 miliardi di spostamenti. Un movimento di massa che molti esperti guardano con preoccupazione, vista l’ondata pandemica che ha investito la Cina questo inverno e ha infettato finora circa l’80% della popolazione.
In alcune regioni questa percentuale sale: il 10 gennaio, le autorità regionali hanno comunicato l’infezione da SARS-CoV-2 in quasi il 90% dei residenti dell’Henan, la provincia più popolosa della Cina, che da sola conta 99.4 milioni di abitanti.
Rincorsa per aumentare la copertura vaccinale ancora insufficiente
Anche se le Nazioni Unite dichiarano che la Cina sta facendo enormi progressi nell’aumentare la copertura vaccinale degli anziani, il governo cinese ha raccomandato particolare attenzione nelle visite durante le festività a chi appartiene alla terza età.
A novembre 2022 solo il 40% della popolazione over-80 risultava avere una protezione completa della dose booster – percentuale che la Cina si pone di far arrivare al 90% entro fine mese.
La Cina ha puntato tutto sui vaccini locali, come i vaccini a virus inattivato Sinovac e Sinopharm – i quali però richiedono tre dosi per prevenire conseguenze gravi della malattia in maniera equivalente a due dosi dei vaccini a mRNA. Secondo i dati dell’Oms, mentre buona parte della popolazione cinese (quasi il 90%) è immunizzata con almeno una dose, poco più del 50% ha ricevuto il prezioso booster.
A inizio gennaio, l’Unione europea è intervenuta offrendo supporto e vaccini a mRNA anti-Covid19 gratuiti, ma il portavoce del ministero degli esteri cinese ha rifiutato, poiché prevedono di riuscire a gestire la situazione con le proprie forze e di essere in possesso degli strumenti adeguati.
Immunità ibrida funziona. Ma a che prezzo per i cinesi?
Il dottor Wu, epidemiologo del Chinese Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) afferma durante un’intervista a un giornale locale, che proprio questa ondata di infezioni servirà a proteggere la popolazione durante il periodo di spostamenti e festeggiamenti. Ammette, tuttavia, che potrebbe portare allo sviluppo di focolai locali nelle zone meno colpite fino ad ora.
Nel giro di pochi mesi, la popolazione cinese sta sviluppando la cosiddetta “immunità ibrida”, cioè la protezione data sia dal vaccino che dall’essere stati esposti al virus, che i prolungati lock-down avevano finora impedito.
Cresce il numero di articoli che riportano come l’immunità ibrida sembri conferire la miglior protezione in termini di più alti livelli di anticorpi: i convalescenti vaccinati presentano un titolo 50 volte superiore rispetto ai non vaccinati. Gli anticorpi neutralizzanti, assieme a una più “completa” risposta immunitaria data dalle diverse stimolazioni della proteina spike del vaccino assieme ad altri antigeni presenti sul virus in diversi distretti dell’organismo, risultano in re-infezioni meno frequenti e severe.
La situazione rimane comunque complessa, come ricorda un recente editoriale di Lancet Infectious Disease, vista la natura variegata del quadro immunitario della popolazione che è stata esposta a diverse tipologie di vaccini, numero di dosi, e infezioni con varianti del virus differenti. Gli autori ricordano inoltre che l’immunità ibrida non deve essere intesa come una misura sanitaria da adottare intenzionalmente per la salute pubblica, poiché l’infezione comporta seri rischi per la salute.
Il prezzo dell’immunità ibrida è però molto alto per la popolazione cinese: il 14 gennaio, la National Health Commission (NHC) ha annunciato in una conferenza stampa il bilancio delle vittime da quando è stata abolita la strategia “zero-Covid”. Tra l’8 dicembre 2022 e il 12 gennaio 2023 negli ospedali cinesi sono state registrate quasi 60mila morti. Tra queste, circa 5.500 erano dovute a insufficienza respiratoria causata dall’infezione da SARS-CoV-2 mentre le restanti per altre malattie combinate a Covid-19.
Essendo numeri relativi alle morti in ospedali, non vengono contati tutti coloro che sono deceduti a casa e, oltre a questa considerazione, il bilancio potrebbe essere molto più alto. Previsioni degli analisti di Airinfinity, una società di analisi e informazione scientifica, stimano che il reale numero delle vittime sia superiore di un ordine di grandezza, oltre i 600mila.
Modelli, numeri e punti di domanda
Ma non tutti sono d’accordo con l’epidemiologo del Cdc cinese: l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) teme che le festività possano ri-aizzare il fuoco dei contagi e anche i modelli predittivi di Airfinity prevedono un’ondata più lunga e severa in seguito al Capodanno lunare.
l’Oms continua a sollecitare la Cina alla condivisione dei dati di infezione, ospedalizzazione, terapie intensive, mortalità e aggiornamenti sullo stato della copertura vaccinale. Inoltre, già da dicembre, ha invitato a intensificare i sequenziamenti per identificare tempestivamente l’insorgere di nuove varianti.
Uno dei maggior timori all’inizio dell’ondata che ha colpito la Cina, era infatti che l’alta circolazione del virus potesse favorire lo sviluppo di nuove variant of concerns (VOC- varianti di interesse per la sanità pubblica). Al momento non sono state registrate nuove VOC, per cui secondo l’European center for disease prevention and control (Ecdc) l’Europa – che nel complesso gode di un livello di immunizzazione relativamente alto – non dovrebbe essere messa in difficoltà. È meglio comunque non abbassare la guardia e mantenere alta l’attenzione e le coperture vaccinali.