Secondo uno studio pubblicato su Nature, la perdita di ghiaccio della grande isola artica è stata a lungo sottostimata. Entro il 2100, il flusso di ghiaccio della Groenlandia nord-orientale contribuirà all’innalzamento del livello del mare sei volte in più rispetto al previsto: un contributo aggiuntivo tra 13,5 e 15,5 millimetri, pari a quello dell’intera calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi 50 anni.
L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede che, entro la fine del secolo, il livello globale degli oceani si alzerà tra 26 centimetri – nello scenario migliore, qualora si riescano ad azzerare le emissioni di anidride carbonica – e 98 centimetri nel peggiore dei casi, senza riduzione delle emissioni. Ma è possibile che, aggiornando i modelli teorici alla luce delle misure sempre più precise della velocità di recessione dei ghiacciai in un mondo sempre più caldo, queste stime debbano essere corrette verso l’alto.
Il rapporto presentato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) tenutasi dal 6 al 18 novembre a Sharm el-Sheikh, in Egitto, indica che gli impegni presi finora dai governi nazionali sarebbero in grado di contenere l’aumento delle temperature sotto i 2,5°C entro la fine del secolo. Questi sforzi sarebbero però insufficienti per raggiungere l’obiettivo di mantenere l’aumento sotto 1,5°C entro il 2030.