“Lo spirito con cui affrontiamo la missione sulla Stazione spaziale internazionale è quello di una continua amicizia e collaborazione… siamo amici con i colleghi americani e con quelli russi. La stazione spaziale è stata, è, e deve continuare a essere un simbolo di cooperazione pacifica.” Con queste parole Samantha Cristoforetti ha risposto alle domande dei giornalisti sul drammatico contesto politico di questo periodo, e sull’impatto che esso avrà sulla missione Minerva che la vedrà impegnata in numerosi esperimenti scientifici per sei mesi.
L’interruzione della collaborazione scientifica in moltissimi campi con le istituzioni e gli scienziati russi è una delle pericolose novità del conflitto in Ucraina. Ha fatto scalpore, forse più di altre, la decisione del CERN di Ginevra, che ha provocato opinioni contrastanti in una comunità di scienziati nata dopo la guerra per la collaborazione internazionale.
Questo arretramento della “diplomazia scientifica”, peraltro simile a quanto è avvenuto in campo artistico e sportivo, preoccupa molto anche Alessandro Pascolini, già docente di Fisica teorica e di Scienze per la pace presso l’Università di Padova, che in un recente convegno all’Università di Ferrara, a proposito del rischio nucleare di questo conflitto, ha ricordato che durante la Guerra fredda lo scambio di idee e la collaborazione a livello informale fra scienziati non si sono mai interrotti. Ed è stato proprio questo rapporto che ha permesso lo sviluppo di accordi che hanno portato dagli anni Settanta in poi la grande diminuzione delle armi nucleari.
Anche nelle guerre del Vietnam e dell’Afghanistan la collaborazione non si è mai interrotta. “Pertanto – afferma Pascolini – è necessario che la comunità scientifica internazionale, più che avere atteggiamenti di chiusura, cerchi e riprenda il prima possibile contatti con la comunità scientifica russa, in modo da continuare a cercare quella base di collegamento di rapporti indispensabile per uscire da questa situazione.
È importante che la collaborazione continui sia a livello istituzionale che individuale nel campo scientifico come in quello artistico e sportivo. Secondo me ogni forma di chiusura nei campi non direttamente militari è pericolosa e rende difficile ricreare un clima di coesistenza pacifica quando finirà questa sventurata guerra.”
Ugualmente inequivocabile la posizione della Cristoforetti, che ha ricordato come il 12 aprile, giornata prevista per la sua partenza (poi rinviata per cause meteo), si celebra il sessantesimo anniversario della missione di Yuri Gagarin, “primo uomo nello Spazio, il simbolo di una conquista per tutta l’Umanità”.
“Nessuno, da nessuna parte, nessun membro della partnership della Stazione spaziale internazionale – ha affermato l’astronauta – ha mai messo in discussione la continuazione della Stazione spaziale. A tutti i livelli ci sono team congiunti che quotidianamente si riuniscono e questo lavoro congiunto non si è mai fermato.”