L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato, con una nota inviata al Congresso, di aver avviato l’iter per la chiusura definitiva di USAID l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.
Alcune funzioni dell’Agenzia saranno assunte dal Dipartimento di Stato entro il primo luglio, mentre altre, giudicate non in linea con gli obiettivi del governo americano, saranno abbandonate.
La decisione arriva a novanta giorni dall’ordine esecutivo di Trump, cui erano seguiti già dei tagli ai programmi e al personale, con gravi ripercussioni sull’intero sistema di cooperazione internazionale.

Prima della sua chiusura, USAID gestiva un bilancio annuo di circa 43 miliardi di dollari, rappresentando oltre il 40% degli aiuti umanitari globali.
A rischio anche la salute globale
In queste settimane sono stati chiusi di fatto 52mila progetti – mille quelli rimasti attivi – con un taglio stimato di quasi 30 miliardi di dollari. In particolare l’interruzione dei programmi dell’agenzia statunitense, peserà gravemente sui programmi di profilassi e trattamento delle malattie infettive come l’AIDS e sulla salute globale rendendo impossibile “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” previsti dall’ Obiettivo 3 di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Si tratta di un problema che non riguarda solo i Paesi più poveri: microbi, virus e batteri non riconoscono i confini. La globalizzazione di viaggi, mercati, persone comporta anche la globalizzazione dei rischi, compresi quelli infettivi.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il blocco dei finanziamenti per la tubercolosi metterà a rischio milioni di vite .
Inoltre, il rapporto delle Nazioni unite, Trends in maternal mortality, che mostra un calo globale del 40% nei decessi materni tra il 2000 e il 2023, in gran parte dovuto al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari essenziali, mette in guardia circa la minaccia di una grave regressione, a causa dei tagli senza precedenti agli aiuti che si stanno verificando in tutto il Mondo anche per quanto riguarda la mortalità infantile.
Il rapporto arriva mentre i tagli ai finanziamenti umanitari stanno avendo gravi ripercussioni sull’assistenza sanitaria essenziale in molte parti del Mondo, costringendo i Paesi a ridurre i servizi essenziali per la salute materna, neonatale e infantile. Questi tagli hanno portato alla chiusura di strutture e alla perdita di operatori sanitari, interrompendo anche le catene di forniture e medicinali salvavita come i trattamenti per emorragia, preeclampsia e malaria, tutte cause principali di mortalità materna. Per farvi fronte, l’Oms che a fine anno subirà ulteriori tagli ai propri finanziamenti a seguito dell’annunciata uscita degli USA dall’organizzazione delle Nazioni unite, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per migliorare l’assistenza nella fase critica della gravidanza e del post partum.